3 Ott 2022

We Africans United, il progetto di giovani narratori che vogliono ribaltare l’immaginario sull’Africa

Scritto da: Elena Rasia

Sarah Kamsu è una giovane di origini camerunensi con un sogno: invertire la tendenza della narrazione dominante che parla di un'Africa sottomessa, povera e arretrata. Per farlo ha fondato We Africans United, un progetto giornalistico portato avanti da giovani oriundi che racconta tutto ciò che di bello, innovativo e virtuoso è avvenuto e avviene in Africa.

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“Scriviamo la storia, facciamo la storia”.

È questo il motto di We Africans United, un progetto social nato all’incirca un anno fa con l’intento di condurre le nuove generazioni alla scoperta profonda della storia del continente africano, ricca di tante culture e di tante migrazioni. Tutto iniziò nell’autunno del 2020, in piena pandemia, quando la fondatrice Sarah Kamsu, giovane giornalista e scrittrice di origini camerunensi, ebbe l’idea di creare una pagina Instagram per coinvolgere le persone afro discendenti alla scoperta delle proprie origini.

«A scuola gli unici capitoli di storia che ci vengono proposti sulla storia dell’Africa riguardano la schiavitù e il colonialismo – racconta Sarah –, non si parla mai dei grandi imperi, delle regine, delle resistenze che ci sono state, dei contributi dell’Africa all’umanità. Quello che facciamo con We Africans United è riportare alla luce tutte quelle storie, quei personaggi, quelle tradizioni che non vengono mai raccontate, cercando di coinvolgere le persone nella scoperta di nuovi mondi».

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Sarah Kamsu

Con il passare del tempo, la pagina We Africans United ebbe sempre più successo e ad oggi è diventata una vera e propria community e un punto di riferimento per chi ha origini africane e non solo. È ricca d’informazioni, notizie, curiosità e racconti di personalità che hanno lasciato un segno nella storia, spesso poco note ai più. Il team è composto da giovani scrittori afro discendenti che in prima persona raccontano il loro continente al resto del mondo.

Le persone afro discendenti che si avvicinano al team di We Africans United sono anche persone che l’Africa non l’hanno mai vissuta in prima persona: come si rapportano con il patrimonio culturale e umano che poi vanno a raccontare?

Ognuno vede il mondo attraverso i propri occhi. Nel team la più grande ricchezza è proprio il fatto che ognuno di noi ha esperienze diverse: c’è chi è nato o cresciuto in Italia o in Africa, c’è chi ha vissuto l’Africa in prima persona e chi sogna di andarci per riscoprirsi. È questa la bellezza di We Africans United: imparare la cultura degli altri attraverso gli altri. Abbiamo persone di origine ghanese, burkinabè, camerunense ed è bello quando ci confrontiamo durante le riunioni e scopriamo cose nuove su altri paesi.

L’Africa è un continente vastissimo, con persone che parlano lingue diverse, pregano entità diverse, mangiano cibi diversi, indossano vestiti diversi, hanno tratti somatici diversi – molto spesso nello stesso paese –, ma come sostiene il pensiero panafricanista non dobbiamo annullare le differenze che ci sono tra noi, bensì imparare ad andare oltre ciò che ci divide per unirci per qualcosa di più grande. Ad ogni modo noi ci appoggiamo sempre a fonti, articoli e manuali spesso in lingua straniera, ma la più grande motivazione è quella di voler raccontare in prima linea la propria storia.

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Adama Sanneh
Mi racconti in che modo We Africans United avvicina le persone afro discendenti alla scoperta delle proprie origini?

Il modo con cui avviciniamo le persone alle proprie origini è raccontandogliele e lo facciamo principalmente attraverso la scrittura, mostrando loro il bello delle proprie origini, le cose che non sanno, il perché delle cose, presentando personaggi da cui prendere ispirazione o che dato un contributo all’umanità. Cerchiamo in qualche modo di ricordare che essere africani o provenire dall’Africa non è qualcosa di cui vergognarsi, anzi è un motivo di orgoglio.

Siamo cresciuti in un ambiente che spesso ha rappresentato l’Africa come un luogo senza speranza o dove l’umanità non ha fatto nulla di interessante; con il nostro lavoro invece mostriamo che non è così. Il continente africano è un luogo dalle mille sfaccettature, con culture millenarie, è la culla dell’umanità e della civiltà. Quanti personaggi e inventori africani conosciamo? Quanti fatti storici avvenuti in Africa conosciamo? Seguendo We Africans United le persone potranno rendersi conto che non sono esistiti solo Mandela o Rosa Parks e che la storia dell’Africa non può essere racchiusa in schiavitù e colonizzazione.

Quali sono i progetti che avete realizzato in questi anni o che state realizzando?

Abbiamo realizzato diversi progetti: siamo una realtà nuova, siamo nati durante la pandemia e per portare alla luce talenti afrodiscendenti in Italia abbiamo deciso di fare dirette live per parlare insieme del loro percorso e delle loro vite. Abbiamo avuto l’onore di intervistare persone come la show girl Ainett Stephens, il calciatore Enock Barwuah, il cestista Paul Biligha, il creatore di Mayyan – il motore di ricerca che vuole impattare sul continente africano – Moussa Toure, il cantante Tommy Kuti, il rapper Laioung, il cofondatore di Moleskine Foundation Adama Sanneh e tanti altri.

Siamo cresciuti in un ambiente che spesso ha rappresentato l’Africa come un luogo senza speranza, con il nostro lavoro mostriamo che non è così

Abbiamo avviato un podcast di nome Xam Xam in collaborazione con Radio Activa, in cui abbiamo intervistato scienziati e inventori africani contemporanei. Abbiamo partecipato a eventi come relatori e a settembre inizierà un programma televisivo realizzato in collaborazione con Telesud, un canale francese panafricano che racconta in 5 minuti storie di personaggi che hanno marcato la storia del popolo africano. Le cose belle di questa nuova avventura sono che il programma sarà trasmesso in Francia e in 45 paesi africani.

Idee future?

Abbiamo anche altri progetti in cantiere che presto riveleremo. Il nostro obiettivo ora è portare la nostra realtà anche fuori dai social e diffondere il nostro messaggio e la nostra cultura a sempre più persone. Restiamo aperti al futuro, che non smette mai di sorprenderci. Un libro, scuole, eventi dal vivo e… chi lo sa?!

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