Ultima Generazione: nessuna garanzia dal nuovo Governo, continuano le azioni di attivismo climatico
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“Questo è il vecchio mondo. Non può continuare. Siamo l’Ultima Generazione in grado di agire concretamente per contrastare il collasso imminente”.
All’insegna di questa consapevolezza continuano le attività del gruppo di Ultima Generazione – nato a sua volta da Extinction Rebellion –, che abbiamo seguito da vicino nei mesi scorsi, accompagnandolo con un racconto delle azioni più eclatanti compiute per chiedere giustizia ambientale e climatica, fino all’incontro con il ministro Cingolani, per avere un faccia a faccia sui temi caldi di quest’epoca.
I blocchi stradali non si fermano, a giorni torneranno nuove azioni di disobbedienza civile nonviolenta. Le richieste di Ultima Generazione rimangono le stesse:
- Interrompere immediatamente ogni aumento di produzioni dalle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale
- Procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20 GW nell’anno corrente, e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili
ITALIA: COS’È SUCCESSO NEGLI ULTIMI MESI
Dal 3 settembre, per tutta la durata della campagna elettorale, dieci attivisti di Ultima Generazione e tredici persone in solidarietà hanno portato avanti uno sciopero della fame collettivo, con l’obiettivo di chiedere un dialogo diretto con i principali segretari di partito: Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Giuseppe Conte ed Enrico Letta. Il digiuno dell’ultimo dei dieci attivisti, Alessandro, si è concluso dopo 26 giorni, il 6 ottobre.
Il disinteresse e la mancanza di empatia della politica hanno spinto Ultima Generazione a tornare nelle strade con azioni di superiore impatto sulla cittadinanza e sull’economia italiane: i blocchi stradali. Nelle scorse due settimane sono state sei le giornate di azione, per un totale di nove blocchi, avvenuti nelle città di Milano, Padova e, in maggior numero, Roma.
NUOVO GOVERNO MELONI E CRISI CLIMATICA
Con il nuovo Governo appena costituito, la situazione non pare promettente in tema energetico-ambientale. In un momento in cui le temperature superano di 5°/10° le medie stagionali e l’Anbi – l’associazione di gestione etutela delle risorse idriche – lancia l’allarme sull’assenza di significative piogge autunnali che fa sì che i bacini d’Iseo e di Como siano rispettivamente al 5% e 8,5% del riempimento, mentre il Maggiore al 18,7% (era il 70% nel 2021 ed il 90% nel 2020), Giorgia Meloni nel suo discorso di ieri ha fatto una timida apertura alle rinnovabili, blindando di fatto l’industria fossile, in particolare del gas.
Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio, sostiene la necessità di una transizione ecologica ancora più lenta, che permetta la salvaguardia degli interessi dell’industria, quella comoda e fossile che governa ancora l’economia. Matteo Salvini e Daniela Santanchè sembrano non volersi staccare di dosso l’etichetta di negazionisti climatici fermissimi, mentre di Gilberto Pichetto Fratin, nuovo ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, non è ancora stata registrata alcuna dichiarazione circa il cambiamento climatico.
Indubbiamente a favore di una difesa di lavoratrici e lavoratori italiani, la proposta di Ultima Generazione è di insistere però per fare crescere nel nostro paese un’industria che sia anche sostenibile, oltre che redditizia. Si propone di portare le persone occupate nell’industria fossile a impieghi in settori non climalteranti, creando migliaia di nuovi posti di lavoro in produzione, stoccaggio e distribuzione di energia rinnovabile. È necessario investire in una transizione socio-ecologica inclusiva che non lasci indietro nessuno ed è necessario sia rapida e immediata. Allo stesso tempo smettere di alimentare i meccanismi che creano inevitabile dipendenza dai combustibili fossili, portando al disastro umano e ambientale del quale già vediamo gli effetti.
LA RESISTENZA CIVILE IN EUROPA E IN ALTRI PAESI: LA RETE A22
In questo stesso mese in altri Paesi europei, Inghilterra e Germania per primi, hanno avuto luogo diverse azioni di entità simile a quelle italiane: blocchi stradali urbani e dimostrazioni in sedi museali. Ricordiamo tra i più recenti l’imbrattamento da parte delle attiviste di Just Stop Oil del vetro a protezione dei Girasoli di Van Gogh alla National Gallery di Londra e un analogo episodio a opera di Letzte Generation con i covoni di Monet al Museo Barberini di Potsdam, in Germania.
In Italia nel periodo estivo passato ricordiamo il blitz di Ultima Generazione agli Uffizi di Firenze con la Primavera del Botticelli e parimenti l’intervento ai Musei Vaticani, con la scultura del Laocoonte. Tutti i gruppi fino a ora citati, insieme a un’altra decina di realtà, fanno parte di A22, la rete di campagne nazionali di resistenza civile nonviolenta in lotta per la giustizia climatica.
“Quello che facciamo ora decide il destino di questo mondo e del prossimo. Insieme, in comunità [..] abbatteremo coloro che uccidono per mantenere i loro regimi di estrazione. Questo è il vecchio mondo. Non può continuare. Siamo l’Ultima Generazione in grado di agire concretamente per contrastare il collasso imminente” si legge nel manifesto del network A22.
Per conoscere meglio Ultima Generazione è possibile seguire le presentazioni della campagna. La prossima sarà domenica sera alle 21:00 online su Zoom ed la si può seguire iscrivendosi a questo link.
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