25 Ott 2022

Spaccio Bio, a Enna la bottega in cui fare scorta di cibo e consapevolezza

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

A Enna circa dieci anni fa alcune famiglie si sono riunite nella ricerca di cibo sano creando il gruppo d’acquisto dei Monti Erei. Al GAS si è poi affiancata la bottega Spaccio bio, un luogo dove Stefano e Anna vendono cibo genuino e promuovono una cultura e una coscienza che rispettano i valori ambientali e umani.

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Enna - In quella parte di Sicilia più arroccata e interna dove non ti aspetteresti – solo per pregiudizi e luoghi comuni – un’attenzione a certi temi, si viene sistematicamente smentiti dall’incontro con persone che, in tempi non sospetti, si sono interessate alla ricerca di un cibo sano, genuino e lontano da logiche di profitto appannaggio dei lavoratori

Proprio a Enna, una decina di anni fa, un gruppo di famiglie si è messo alla ricerca di produttori e aziende agricole locali che potessero dare loro garanzie sulla qualità del prodotto che acquistavano, non solo un cibo privo di contaminazioni chimiche, ma anche di dinamiche di sfruttamento dei lavoratori. È nato così il Gruppo d’Acquisto dei Monti Erei, un gruppo informale con lo scopo di soddisfare il bisogno diffuso di accedere ad alimenti genuini. 

spaccio bio

«Durante i primi anni si trattava di una ricerca interna che riguardava solo le famiglie interessate. Poi a poco a poco abbiamo cominciato a trasformarlo in lavoro, carpire la domanda dei clienti, visitare le aziende, reperire il materiale, dividerlo. A quel punto ci siamo aperti a una platea più vasta. Non solo le famiglie originarie, ma anche nuovi soggetti esterni», racconta Stefano Di Vita, uno dei fondatori del gruppo d’acquisto. 

Per Stefano si è trasformato in un vero e proprio lavoro a tempo pieno. L’idea di una spesa genuina ed etica ha cominciato a prendere piede anche nel tessuto economico locale e così lui ha deciso di aprire la bottega Spaccio Bio affiancandola al Gruppo d’Acquisto. Ai prodotti di frutta e verdura che inizialmente componevano l’offerta del gruppo ne sono stati affiancati molti altri con l’intento di sostituire gradualmente tutti quelli che sino a prima erano appannaggio della Grande Distribuzione Organizzata.

L’uso di prodotti chimici e di fertilizzanti non è più accettato come un tempo. Siamo tutti costretti a rivedere ciò che scegliamo

Negli ultimi cinque anni Stefano, insieme ad Anna, ha avviato una serie di progetti collaterali alla sua bottega legati alla sostenibilità ambientale e umana con l’obiettivo di innescare nei consumatori di qualsiasi età una maggiore consapevolezza dei meccanismi di produzione e di sfruttamento della terra e dei lavoratori. Iniziative culturali, eventi, concerti, presentazioni di libri, laboratori per bambini e tavole tematiche specifiche che potessero diffondere e promuovere sistemi economici basati su logiche differenti a quelle predatorie della produzione convenzionale. 

«Noi lavoriamo molto spesso con aziende a gestione familiare in cui le logiche di sfruttamento per fortuna mancano; per altre aziende facciamo attenzione anche alla remunerazione dei lavoratori esterni, dove e come vivono. Siamo perlopiù concentrati sulle province centrali della Sicilia, privilegiamo chi lavora a km0, solo per quei prodotti che non si producono da queste parti scegliamo la proposta di Altromercato e qualche prodotto bio della grande distribuzione. L’obiettivo è anche scardinare la dinamica di mercato in cui i prezzi sono spesso dovuti solo ad accordi commerciali e non al lavoro di cui gli stessi prodotti necessitano», continua Stefano.

Da poco meno di un anno Spaccio Bio si è trasferito nel centro di Enna e il passaparola sta funzionando. L’attenzione è sempre maggiore e la richiesta del pubblico sempre più importante. Si assiste a un cambio di rotta sempre più visibile. Le attività parallele proposte hanno l’obiettivo di educare alla consapevolezza perché solo se si conosce si può scegliere con coscienza da che parte stare, chi sostenere e cosa mangiare. 

spaccio bio 2

«Dieci anni fa, quando siamo partiti, la percezione media sul cibo sano ed etico era più bassa. Oggi cominciamo a notare evoluzioni importanti. Due aziende si sono convertite in biologico e il mercato premia chi fa delle scelte di un certo tipo. Noi lo notiamo anche in negozio. C’è sempre una maggiore richiesta di prodotti bio e i produttori sono in un certo senso costretti a valutare questa strada. Chi è rimasto ancorato a certi valori preferendo una produzione convenzionale comincia a risentirne».

C’è anche una maggiore attenzione ai temi che riguardano la salute. «L’uso di prodotti chimici e di fertilizzanti non è più accettato come un tempo. Siamo tutti costretti a rivedere le nostre vite e ciò che facciamo e scegliamo. Manca ancora un po’ di consapevolezza su ciò che riguarda l’aspetto più etico del lavoro alimentare, qualcuno è più sensibile, qualcuno meno. È a fasi alterne, ma anche in questo caso è solo questione di tempo. Per noi resta comunque un aspetto fondamentale», conclude Stefano. 

La storia di Stefano e Anna è la dimostrazione tangibile di quanto sia importante scuotere gli animi senza aver paura di mettere in discussione abitudini e consumi di sempre. A salvare il mondo sarà proprio la consapevolezza che come singoli e come comunità possiamo sviluppare. L’unica vera arma contro ogni logica errata che permette di mettere al centro di tutto valori che mirano al benessere di tutti.

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