25 Ott 2022

Salva il suolo: al via una consultazione dei cittadini europei per fermare la cementificazione

Scritto da: Redazione

Il movimento Conscious Planet, nell'ambito della campagna Salva il suolo, promuove la partecipazione a un'iniziativa lanciata recentemente dall'Unione Europea. Si tratta di una consultazione aperta volta a raccogliere contributi per definire la Strategia 2030 per la salute, il ripristino e la protezione del suolo.

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Qualche mese fa abbiamo dedicato un focus importante al tema del consumo di suolo grazie all’iniziativa di Sadhguru, il fondatore indiano del movimento Conscious Planet, che ha toccato anche l’Italia nel corso del suo tour euro-asiatico durante il quale ha tenuto decine di incontri con cittadini, influencer, rappresentanti delle istituzioni e movimenti ambientalisti per diffondere un messaggio preciso e conciso: save soil, ovvero salva il suolo.

Noi c’eravamo il 2 aprile all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Abbiamo ascoltato le sue parole e toccato con mano l’entusiasmo che riesce a trasmettere, sempre senza perdere di vista il cruciale obbiettivo di rallentare il consumo di suolo, che solo in Italia avanza al ritmo di 19 ettari al giorno ed è in costante crescita dal 2017. Insomma, stiamo ricoprendo di cemento il nostro Paese e il nostro pianeta.

Dopo la bella iniziativa di Sadhguru però, ecco che sembra aprirsi un’altra interessante opportunità per agire concretamente e contrastare il consumo di suolo. È la stessa unione Europea a chiedere ai propri cittadini di contribuire a plasmare il futuro del suolo europeo: la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica online per ottenere un feedback e sviluppare la nuova Strategia 2030 per la salute, il ripristino e la protezione del suolo.

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LA CONSULTAZIONE EUROPEA

La consultazione è un’opportunità cruciale per incidere positivamente sul futuro del suolo europeo, dopo che quest’estate l’intero continente ha subito gravi siccità e incendi. Dall’inizio del 2022 in Europa sono bruciati oltre 60.000 ettari di terreno, più del doppio rispetto al 2021 e circa 4,6 volte la media degli ultimi dieci anni (2012-2021). E il degrado del suolo è un fattore chiave poiché i terreni europei non sono abbastanza sani per mitigare gli effetti devastanti del cambiamento climatico. L’aumento del contenuto organico del soprassuolo è una soluzione concreta, che tuttavia non viene opportunamente considerata. Nel frattempo il 60-70% dei terreni agricoli in Europa versa in condizioni critiche (Commissione europea, 2022).

Il rapporto di agosto 2022 dell’Osservatorio Europeo della Siccità (EDO) ha dichiarato che il 47% dell’Europa è in condizioni di allerta per un evidente deficit di umidità del suolo; il 17% dei terreni del vecchio continente è dichiarato invece allarmante con conseguenti gravi ripercussioni sulla vegetazione. «Il ruolo del suolo, fondamentale per gli equilibri della biosfera da cui dipende il benessere dell’umanità, non viene oggi adeguatamente considerato. Per cambiare passo bisogna costruire un quadro d’azione specifico, in grado di arrestare il degrado del suolo e contrastare la desertificazione», ha commentato Pierluigi Stefanini, Presidente e Portavoce di Asvis.

Daniela Saltarin, geologa, vicepresidente di Plant for the Planet Italia, ha poi fatto notare che «l’emergenza di oggi richiede azioni di intervento a tutela e salvaguardia straordinarie ed urgenti che solo la politica, con gli strumenti che ha a disposizione per legiferare, può garantire». A livello globale il problema non è minore: l’estensione del degrado dei terreni è stimata tra il 20 e il 40% della superficie totale del pianeta, interessando direttamente aree coltivate, zone aride, umide, foreste e praterie con conseguenze per quasi la metà della popolazione mondiale (UNCCD, 2022).

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COME PARTECIPARE

La partecipazione alla consultazione è gratuita e può essere effettuata da chiunque qui. Richiede dieci minuti per i non esperti, con domande aggiuntive facoltative per gli specialisti della materia. Il risultato servirà a comporre un quadro giuridico completo che conferirà al suolo lo stesso livello di tutela che esiste per l’acqua, l’ambiente marino e l’aria. Senza un suolo sano, la vita come la conosciamo oggi è in pericolo: gli alimenti perdono il loro valore nutrizionale, siccità e inondazioni si intensificano, la biodiversità è compromessa e gli agricoltori si indebitano. Inoltre, il suolo assorbe meno carbonio dall’atmosfera, accelerando il processo di riscaldamento globale.

«Da specialista sui temi dell’Agenda 2030 e da scienziata della sostenibilità, posso confermare che il degrado del suolo nel nostro paese è un danno per tutti i servizi ecosistemici, poiché compromette i benefici che esso fornisce ai nostri territori. Questo vuol dire che, anche nel nostro paese, il suolo sta perdendo le sue funzioni, che lo sta facendo sempre più rapidamente e che questo processo impatta dimensioni biofisiche ed economiche dalla portata devastante», ha dichiarato Vienna Eleuteri, Presidente di BLYP Be Like Your Place e membro Tavolo di lavoro Food Policy Living Lab del Comune di Roma.

Sono ottanta le nazioni che appoggiano il movimento Save Soil, con otto di queste che hanno firmato protocolli d’intesa con Salva il Suolo, tra cui Barbados, St. Kitts & Nevis, Antigua & Barbuda, Dominica, St. Lucia, Guyana, Azerbaijan ed Emirati Arabi Uniti. Sostenuto dalle Nazioni Unite e dal Programma alimentare mondiale, Salva il Suolo individua un unico modo per affrontare le preoccupazioni relative alla salute delle colture e ridurre il rischio e l’impatto della siccità: aumentare il contenuto organico del suolo agricolo al 3-6%.

PERCHÈ IL SUOLO DEVE ESSERE SALVATO

Il contenuto organico è una componente fondamentale per il terreno. È costituito da residui vegetali, microrganismi, materia in decomposizione e materia stabile, ovvero humus. Ci sono molti modi per aumentarlo a partire dalla concimazione con scarti vegetali o animali. In ogni caso gli esperti concordano sul fatto che per essere produttivo il livello di contenuto organico nel suolo deve essere almeno del 3-6%.

È ora che l’umanità smetta di pensare al suolo come a una risorsa. Il suolo non è una risorsa, è la fonte della nostra vita

Il degrado del suolo d’altro canto aggrava una serie di problemi globali, tra cui la siccità e i cambiamenti climatici. È stato dimostrato che l’aumento del contenuto organico incrementa la porosità del suolo quindi la sua capacità di immagazzinare H2O. Una risorsa fondamentale considerando che il 90% del fabbisogno idrico della produzione agricola mondiale viene soddisfatto proprio dall’acqua naturalmente contenuta nel soprassuolo.

Secondo le stime delle Nazioni Unite, la rigenerazione del suolo può evidentemente incrementare qualitativamente e quantitativamente la produzione agricola e non di meno ridurre le emissioni di gas serra del 25-35%, abbattendo contemporaneamente il rischio di incendi e incrementando il potenziale per assorbire e ridurre l’anidride carbonica immessa nell’atmosfera.

A causa della perdita di contenuto organico inoltre, l’erosione del suolo ha determinato l’immissione nell’atmosfera di circa 133 gigatoni di carbonio (GtC) dagli albori dell’agricoltura a oggi. Se i terreni del nostro pianeta non vengono rivitalizzati, il riscaldamento globale potrebbe causare il rilascio di ulteriori 840 miliardi di tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera, ovvero una quantità superiore a quella immessa dall’uomo negli ultimi 30 anni.

Un passo eccezionale e pionieristico da parte della Commissione Europea per avviare una legge sulla salute del suolo. L’UE può essere un esempio per il resto del mondo. È ora che l’umanità smetta di pensare al suolo come a una risorsa. Il suolo non è una risorsa, è la fonte della nostra vita”, ha twittato Sadhguru commentando l’iniziativa europea.

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