Da rifiuti a colorate cucce per cani: l’idea di Chiara, che recupera vecchi pneumatici abbandonati
Seguici su:
Milano, Lombardia - Avreste mai pensato che vecchi pneumatici destinati allo smaltimento potessero diventare cucce colorate e accoglienti per i nostri amici animali? A Chiara Casaleggio, originaria di Legnano e impiegata in un’azienda di depurazione delle acque per cui cura il commerciale con clienti italiani e stranieri, l’idea è venuta ormai due anni fa, in pieno lockdown.
«Se sono qui a raccontare questa storia è innanzitutto merito di Gretel», esordisce Chiara quando la raggiungo al telefono. Circa quattro anni fa la sua Gretel, una dolce cagnolina che all’epoca aveva pochissimi mesi, entra a far parte della famiglia, insieme a Lucky, il suo gatto, salvato anni prima da un cassonetto dell’immondizia: «Quando l’ho incontrata al canile – prosegue Chiara – è stato amore a prima vista». E da quel momento le due sono diventate grandi compagne di vita e passeggiate.
«Proprio durante le nostre camminate per boschi e campagne mi sono resa conto purtroppo di quanti rifiuti venissero abbandonati anche qui, nella provincia di Milano», racconta Chiara. «Trovavo tantissimi pneumatici sul ciglio delle strade o ben nascosti lungo corsi d’acqua e nei boschi. A un certo punto ho iniziato a raccoglierli e pensare a cosa ne potessi fare». Dopo vari tentativi ed esperimenti, nascono Le cucce di Clare, questo il nome del progetto a cui Chiara dedica il suo tempo libero da due anni a questa parte, dividendosi tra il lavoro e le passeggiate con la sua Gretel.
Classificati nel Catalogo Europeo dei Rifiuti come non pericolosi, gli pneumatici rappresentano di fatto una grave minaccia ambientale a causa dell’elevato rischio di combustione e del tempo che richiede la loro decomposizione in natura, stimato in circa cento anni. Per quanto riguarda i PFU (pneumatici fuori uso) la normativa italiana prevede che gli unici soggetti autorizzati allo smaltimento siano i produttori stessi di gomme, tenuti a mantenere un equilibrio tra nuovi pneumatici prodotti e quelli da smaltire.
Sin dall’inizio, non potendo raccogliere personalmente gli pneumatici abbandonati, Chiara si è fatta da tramite, ricevendo moltissime segnalazioni dalle migliaia di utenti che seguono le sue pagine social. «È stato bellissimo vedere come le persone avessero preso a cuore il progetto. Mi sono state inviate foto di pneumatici abbandonati un po’ da tutta Italia – mi spiega Chiara – e io a mia volta giro le segnalazioni alle ditte preposte allo smaltimento e finché c’è abbastanza spazio li tengo nel laboratorio che ho creato a casa mia, in attesa di trasformarli in nuove cucce».
Recuperare dei rifiuti e farne delle piccole opere d’arte, utili e a misura di animale è sicuramente un impegno nobile, ma richiede tantissimo tempo, dalle tre alle quattro settimane di lavoro per ogni pezzo. «Gli pneumatici sono molto difficili da maneggiare e trasformare – precisa Chiara – soprattutto a causa della loro stessa struttura, fatta internamente di maglie metalliche, e per la superficie irregolare».
Queste cucce sono interamente realizzate a mano. Dopo una serie di pretrattamenti, Chiara passa alla decorazione della gomma con prodotti di alta qualità, quali accessori, vernici atossiche e certificate EN 71:3, sicure per gli animali e per l’uomo. Chiara si serve di varie tecniche che vanno dalla spugnatura alla verniciatura. Il tutto completato da maniglioni in stoffa per spostare le cucce con facilità e un cuscino come giaciglio realizzato con tessuti di arredamento e cotone organico, particolarmente resistenti all’usura.
«Penso con affetto alle prime cucce che ho realizzato per Gretel e Lucky – sorride Chiara – molto meno belle di quelle di oggi. Eppure sono proprio quei primi esperimenti che mi hanno fatto prendere dimestichezza con gli strumenti da lavoro e i materiali più idonei allo scopo. Loro se vogliamo sono stati i miei primi clienti e i primi ad apprezzare la forma rotonda e avvolgente dello pneumatico».
La cucce che realizza, oltre a essere ecosostenibili, atossiche e sicure, sono dei veri e propri complementi di arredo, studiate in ogni minimo dettaglio: «Prima di mettermi a lavoro – racconta Chiara – mi piace conoscere il cane o il gatto a cui sarà destinata la cuccia: dietro ognuno di loro c’è una storia che cerco di raccontare mentre trasformo lo pneumatico. È questa la parte migliore del mio lavoro».
Ad oggi Chiara ha realizzato quasi centocinquanta cucce. Il suo lavoro è stato molto apprezzato anche all’estero, tanto da ricevere un riconoscimento di merito da parte del Gran Ducato di Lussemburgo, in occasione di un concorso d’arte. Alcune di queste cucce, Chiara le ha regalate a canili e gattili, perché dietro al suo progetto c’è un grandissimo amore per gli animali e un forte desiderio di divulgazione: «Ciò che terrei moltissimo a fare – conclude Chiara – è portare questo progetto di riciclo creativo nelle scuole, per sensibilizzare gli uomini e le donne di domani sui temi della tutela ambientale e del rispetto dei nostri amici animali». Anche perché non si è mai troppo piccoli per fare la differenza.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento