Parallelo Lab, il laboratorio artigianale che accoglie, crea e condivide
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Varese, Lombardia - Erica ci accoglie in uno spazio inaspettato nel cuore di Castellanza, cittadina in provincia di Varese che è già hinterland di Milano. Tante vetrine che fanno angolo in una via del centro, al piano terra di un palazzo residenziale. «Ti aspetteresti di trovarci una filiale di una banca qui vero?», ci chiede con ironia. «E in effetti è proprio quello che c’era qui, prima che l’intero immobile venisse confiscato alla criminalità organizzata e il Comune lo concedesse alla nostra cooperativa».
Parallelo Lab ha compiuto da poco cinque anni: nasce infatti ufficialmente il primo ottobre 2017 come primo progetto di Officina Casona, associazione attiva dall’aprile 2016 nell’organizzare eventi di aggregazione e inclusione sociale nelle province di Milano e Varese, rivolti in particolare alla fascia giovanile e incentrati sul tema del riuso e riciclo di materiali di scarto, riduzione dello spreco alimentare e sostenibilità ambientale.
Appena si varca la soglia di via Montello 18, si percepisce subito di essere capitati in un luogo che non si incontra in ogni angolo di via. Entriamo e siamo catapultati nella realtà laboratoriale che è l’anima pulsante di Parallelo: Linda a destra sta rilegando a mano un quaderno, alle sue spalle Raimondo colora delle tazze in ceramica appena uscite dal forno, sul fondo della stanza Mohamed è indaffarato a cucire. «Ci è arrivato un grosso ordine da Emergency: ridiamo vita ai vecchi striscioni che non usano più», ci spiega Erica. Continuando il giro incontriamo Boubacar in ciclofficina e dall’ultima porta a sinistra ci arrivano i rumori del laboratorio di falegnameria.
«I nuovi clienti o anche solo i curiosi che passano di qui per la prima volta spesso rimangono stupiti di trovarsi dentro il nostro luogo di lavoro, però a noi piace così. Siamo qui per questo, per riportare al centro della produzione artigianale la persona, l’elemento umano, e permettere che le persone si incontrino, favorire lo scambio».
Il negozio è al piano interrato e per raggiungerlo bisogna attraversare i laboratori. È facile così scambiare due chiacchiere e un sorriso, capire meglio del progetto. A Parallelo Lab si eseguono anche piccole riparazioni di abiti, bici, libri, e corsi per imparare a farsi queste cose da sé, che rendono lo spazio vivo e frequentato, così che il negozio-laboratorio diventa anche il luogo dove sperimentare nuove forme di socialità.
Alle pareti sono appesi i ritratti di chi è passato di lì. In cinque anni di attività sono davvero molti i volti ed Erica ne ricorda i nomi e le storie. Inizialmente Parallelo Lab era principalmente un centro di formazione che sfruttava le proprie competenze artigianali per offrire tirocini di 3 o 6 mesi a coloro che avevano necessità di un supporto all’inserimento lavorativo, in particolare richiedenti asilo e rifugiati.
Il progetto è partito collaborando attivamente con il sistema di accoglienza presente sul territorio, costituito da CAS e SPRAR. Come riassume perfettamente il loro motto, questa iniziativa nasce dalla volontà di “accogliere, creare e condividere” per realizzare “prodotti da scappati di casa, da ogni parallelo”.
Con la promulgazione dei Decreti Sicurezza – anche noti come Decreti Salvini – nel 2019, il sistema di accoglienza in Italia subisce un brutto colpo e i fondi dedicati all’integrazione una forte battuta d’arresto. Anche Parallelo Lab si trova di fronte a un bivio: è necessario trasformarsi in qualcosa di nuovo, di diverso. Ed è allora che gli animatori del progetto decidono di cogliere la sfida come un’opportunità diventando impresa sociale.
Una scommessa vinta: ad oggi sono dieci le persone assunte che lavorano stabilmente nella realizzazione di prodotti belli, funzionali, pezzi unici di grande qualità – per dare un occhio al loro shop online cliccate qui. Grazie alla grande eterogeneità delle competenze, che non comprendono solo abilità artigianali, ma spaziano dall’architettura, al design, alla comunicazione e consulenza, l’impresa cresce di lavoro in lavoro e sono molte le realtà private e non con cui si stanno avviando nuove collaborazioni.
«Quello che caratterizza i nostri prodotti è l’attenzione alla qualità: selezioniamo con cura i materiali prediligendo quelli sostenibili, riciclati o autoprodotti. L’aspetto sociale che contraddistingue il nostro approccio non deve avere la meglio: quello che si acquista è un prodotto artigianale di qualità. Diversamente sarebbe svilire e svalutare l’umano che c’è dietro, chi lo ha realizzato». Anche per questo ogni pezzo racconta delle mani e del cuore che lo hanno creato, perché a Parallelo ci mettono davvero la faccia!
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