7 Ott 2022

Ecco le matite giganti che colorano la val Borbera realizzate da un girovago sognatore

Scritto da: Valentina D'Amora

Compaiono tra i filari dei vigneti, nelle aziende di apicoltura, all'ingresso di un’area attrezzata sul fiume Borbera e in svariati altri luoghi, non solo valboberini ma di tutta Italia. Sono le matite di Aldo, colorate creazioni artigianali realizzate a mano da un giardiniere in pensione appassionato di viaggi. Per scovarle basta aguzzare la vista!

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Alessandria - Girando per la val Borbera capita di imbattersi in strane statue lignee a forma di enormi matite colorate. Se poi si guarda con attenzione dal finestrino del treno, appena fuori dall’abitato di Arquata Scrivia, se ne vedono a frotte nel giardino di una casa tutta gialla. Riportano con la mente a quando da bambini le si allineavano in ordine cromatico prima di riporle nell’astuccio. In fondo le matite sono come oggetti rituali, che non hanno bisogno dell’aiuto di sostanze chimiche né di fogli elettronici per dare forma alla fantasia.

Le matite giganti che si vedono qui e là per la valle e non solo sono opera di Aldo Divano, ex giardiniere, e sono nate un po’ per caso. Lui ha viaggiato molto, mi ha raccontato di aver esplorato il mondo in lungo e in largo: «Ma non con agenzie di viaggio, in autonomia», sottolinea sorridendo e parlandomi del suo giro dell’Africa a piedi.

Aldo divano
Aldo Divano su una delle sue panchine di matite

Ed è proprio durante uno dei suoi viaggi che si accende la scintilla delle matite giganti. Un giorno, in un villaggio del Laos, si ferma a osservare incuriosito dei bambini giocare: «Con un coltello facevano la punta a dei bastoncini di legno, poi li coloravano. Stavano creando delle piccole matite». Affascinato da tutto quel lavorio, una volta rientrato in Piemonte, Aldo decide di lasciarsi guidare da quell’ispirazione per creare a sua volta delle matite con le sue mani. Come quelle laotiane, ma giganti.

Aldo, quindi è nato tutto da un viaggio?

Sì. All’epoca vivevo ad Alessandria e al ritorno dal Laos ho cominciato a creare qualche matita anche io, quasi per gioco, con il legno di castagno. E ha funzionato. In poco tempo si è sparsa la voce, complice anche un articolo su una rivista che ha raccontato la mia attività, e diverse persone hanno iniziato a commissionarmene, inizialmente per collocarle nei vigneti al posto dei pali, soprattutto nelle Langhe. Sono opere di decoro semplici, ma che piacciono molto.

Quando la gente vede le mie matite, sorride

Per te è un passatempo?

Sì, da quando sono andato in pensione, mi sono messo a creare. Anche se per me è un hobby, mi piace molto l’idea di portare un tocco di colore che stimoli anche la fantasia delle persone che guardano le mie opere. Quando la gente vede le mie matite, sorride.

Quanto tempo ci vuole a realizzare una delle tue matite?

Dipende innanzitutto dalla dimensione, anche perché ne realizzo di varie misure, da 30 centimetri sino a 3/4 metri. Trattandosi di lavoro manuale, che faccio io con piccoli attrezzi, è difficile dirlo. Diciamo che per una matita piccola a volte può bastare un’ora.

matite vigneto
Le matite di Aldo in un vigneto del Monferrato
Quante ne hai create finora?

In realtà non me lo ricordo, ormai ne realizzo da sei anni circa, su commissione. E le richieste arrivano da tutta Italia, me le chiedono dal Trentino fino alla Sicilia. Ora, per esempio, ne sto creando una che arriverà a Bologna: sarà una matita di 2 metri e mezzo con una gomma gigante. Oltre alle matite creo anche altri oggetti, come la sdraio gigante, il dondolo, i fiori e anche il sole di matite! In questi anni però abbiamo riscontrato che, specialmente nei vigneti delle Langhe e del Monferrato, sono soggette a furti: le staccano e le portano via. Visto che l’effettivo valore materiale è limitato, se vogliamo vedere il lato positivo, se spariscono vuol dire che piacciono!

Che tipo di materiali usi?

Il mio legno preferito è il castagno perché è duro, si lavora bene e, colorandolo, evidenzia anche alcune caratteristiche della pianta, che rendono ogni matita unica e particolare. Però a me piace molto il recupero: dove ci sono alberi secchi, per esempio, invece di abbatterli, in tanti casi li ho trasformati in matitoni colorati. Anche le panchine, quelle per esempio che i Comuni dismettono perché ritenute vecchie o inutilizzabili, io le recupero, poi piano piano le restauro, le metto a posto e le trasformo in panchine fatte di matite. In generale, se trovo del materiale valido lo porto via e lo risparmio al macero: certo, bisogna aver fantasia, ma si fa.

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