Guardastelle, il teatro nel bosco che porta in scena inclusione e diversità
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Catania - Teatro come mezzo di sviluppo del pensiero creativo, dell’intelligenza emotiva e della memoria. E soprattutto, teatro come strumento di condivisione, scambio, connessione con la natura e incontro tra diversità. È questa l’idea alla base dell’attività dell’associazione culturale Guardastelle, fondata ad Acireale, ormai più di dieci anni fa da Paolo Filippini.
Un’idea che Paolo – 45 anni, docente di grafica pubblicitaria al Liceo artistico – porta con sé sin da quando da bambino si appassionò al teatro e alla sua capacità di consolidare le capacità espressive e di migliorare la consapevolezza corporea. «Volevo dare ai ragazzi – racconta – la possibilità di sperimentare quello che io conoscevo da anni e così, dopo alcuni laboratori a scuola, abbiamo aperto la nostra associazione per gli incontri pomeridiani. Negli anni da Acicatena ci siamo spostati ad Acireale, dove il laboratorio si è arricchito di corsi rimanendo sempre un’esperienza a porte aperte».
Porte aperte – anzi spalancate – sul mondo, che hanno fatto sì che sempre più persone si avvicinassero al laboratorio. «Sin da subito sono entrati nel gruppo anche ragazzi portatori di handicap e in modo naturale questo ci ha traghettati verso un vero e proprio Teatro delle Diversità – e non teatro dei diversi –, un luogo dove riscattare e dare voce alle alterità mute, con una continua scoperta, accettazione ed espansione di una bellezza delle differenze».
Paolo e il suo gruppo infatti si sono specializzati in modo da lavorare sempre meglio con le varie diversità, facendone emergere tutta la ricchezza e le potenzialità. «Quello che facciamo viene spesso etichettato come teatro di inclusione, ma io spero che questa etichetta presto possa sparire visto che considero il laboratorio una fotografia della vita quotidiana e noi, quotidianamente, viviamo di incontro tra diversità». Esperienza viva e arricchente che è diventata il mantra del gruppo tanto che sul sito si legge: “È la diversità che rende l’uomo un’opera d’arte… irripetibile”.
«Nel nostro laboratorio teatrale – aggiunge Paolo Filippini – grandi e bambini, normodotati o con handicap, lavorano insieme senza alcuna forzatura e difficoltà. Il Teatro ha un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini e dei ragazzi coinvolgendo tutti ponendosi come buon supporto pedagogico allo sviluppo della persona attraverso l’utilizzo di tutti i linguaggi artistici che permettono di giungere a una migliore consapevolezza di sé».
Ma c’è di più, per offrire sempre maggiori stimoli ed esperienze arricchenti, da qualche anno il Teatro dei Guardastelle è anche Teatro nel Bosco. «La sperimentazione – racconta il fondatore – è nata circa sei anni fa all’interno di percorsi di crescita e di svago inseriti nelle attività estive per ragazzi. Ogni anno, in estate, proponiamo dei fine settimana insieme per fare attività nel bosco e per trovare la connessione tra arte e natura».
I protagonisti sono loro: i ragazzi, i giovani che si mettono in gioco, che scelgono di trascorrere alcuni giorni insieme, immersi nella natura e in un’esperienza di vita comunitaria: «Il Teatro nel Bosco ha lo scopo di far vivere ai ragazzi un momento di vera crescita personale, di vita comunitaria e di arricchimento culturale e umano. Si tratta di uno spazio “magico” posizionato tra gli alberi dove abbiamo un prato per palcoscenico e gli alberi per scenografia».
E tra lezioni, laboratori, sperimentazioni e spettacolo, l’associazione continua a crescere e oggi Guardastelle è un luogo in continua evoluzione che collabora con tanti istituti scolastici di ogni ordine e grado nelle province del territorio siciliano per la creazione, promozione e diffusione di spettacoli teatrali e di animazione.
«Confesso – conclude – che sono davvero orgoglioso di quello che siamo riusciti a fare in questi anni e non c’è soddisfazione più grande per me che sentire spesso i ragazzi che portano fuori dal laboratorio e nella loro vita quotidiana le esperienze che fanno con noi. Sapere che per i ragazzi ogni diversità è qualcosa di naturale da accogliere senza pregiudizi mi dà lo stimolo per fare sempre di più. Mi inorgoglisco quando so che un mio allievo ha fatto posto in classe vicino a sé per il nuovo compagno con disabilità appena arrivato o sapere che alcuni hanno proposto tesine di terza media sull’argomento. Non c’è soddisfazione più grande».
Soddisfazioni che si affiancano a un grande sogno: organizzare un Festival Teatrale delle Diversità che coinvolga il maggior numero di realtà affini già presenti in Italia. Un manifestazione che possa rappresentare un momento unico di dialogo e confronto fra tanti e che consenta lo sviluppo di una rete stabile di promozione ed educazione artistica in grado di rafforzare e qualificare ulteriormente tutte le realtà operanti nel settore.
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