Geloi Wetland, il paradiso della biodiversità in Sicilia
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Caltanissetta - «Per noi è davvero un sogno, un miracolo, quello che sta accadendo nella piana di Gela». Esordisce così Davide Pepe, volontario della Lipu, membro dell’associazione CEA, centro di educazione ambientale, e tra i promotori – insieme a Manuel Zafarana, Carlo Pitrella, Maya Massari, Deborah Falzogher, Francesco Cirrone e Maurizio Di Pietro – della rinascita di Geloi Wetland.
Siamo nella parte meridionale della Sicilia, un punto strategico per le rotte di molti uccelli migratori che qui trovano un luogo di sosta per fermarsi, per nutrirsi e ripartire, ma anche per svernare e nidificare. Un territorio ricchissimo di biodiversità che negli anni è stato vandalizzato e distrutto dall’agricoltura, dal pascolo intensivo, dagli incendi, dal bracconaggio e dall’inquinamento della vicina raffineria.
Grazie alla fondazione tedesca Stiftung pro Artenvielfalt – che tutela anche uno dei pantani più importanti della regione a Pachino, Pantani Cuba e Longarini –, a diversi donatori e al lavoro di questi ragazzi questa oasi è ritornata a vivere. Dal 2017 ad oggi sono stati acquistati e recuperati 150 ettari e un processo di riforestazione e di salvaguardia del territorio è stato avviato. Cura degli alberi, linee tagliafuoco, rifugi e cassette nido, piantumazione sono solo alcune delle attività dell’evoluzione in atto.
«Questo è uno dei punti più a rischio desertificazione in Europa. Abbiamo iniziato a sistemare i canali degli acquitrini e quest’anno per la prima volta anche in piena estate abbiamo avuto acqua nella piana di Gela. Sono stati piantati più di 4000 alberi di macchia mediterranea scomparsa, resistenti alla siccità e agli incendi e utili all’agricoltura. Grazie a un nuovo equilibrio molti uccelli cominciano a ripopolare la zona e aiutano gli agricoltori a liberarsi di lumache e topi che creano danni ai campi coltivati», continua Davide.
Biodiversità, acqua, natura selvatica, coltivazioni variegate, food forest ispirata ai principi della permacultura, piante spontanee e aromatiche, riduzione del pascolo – in passato ogni giorno più di mille pecore attraversavano Geloi – e del bracconaggio sono tra i tanti obiettivi prefissati dai ragazzi.
«La scorsa estate, grazie a una maggiore presenza di acqua, alcuni uccelli hanno trovato le condizioni per poter nidificare. Il cavaliere d’Italia e i germani reali, ad esempio, sono tornati dopo diversi anni. Questo luogo ospita diverse specie a rischio estinzione, dal topo quercino alla pernice di mare, dalla ghiandaia marina alla cicogna bianca. Adesso abbiamo una delle colonie più grandi in Italia anche se, purtroppo, ogni anno ne muoiono tante a causa dell’elettrocuzione».
Tra incendi e bracconaggio non è semplice: «I primi anni abbiamo avuto parecchi problemi, non avevamo completato la recinzione e, complice anche la legge italiana, i cacciatori uccidevano spesso le specie protette sotto i nostri occhi. Non potevamo fare nulla senza la presenza delle forze dell’ordine, pur essendo proprietari del terreno». Il lavoro dei ragazzi, in un primo momento schernito, oggi comincia a trovare favore anche tra gli agricoltori locali che non danno più fuoco all’erba tagliata, usano meno pesticidi e non concedono più l’accesso nelle loro aree ai bracconieri.
Il lavoro di osservazione e tutela dell’area è costante, in estate soprattutto, con turni fissi di sorveglianza antincendio e anti bracconaggio dall’alba al tramonto. «Questa passata è stata un’estate da record. Solo un piccolo incendio negli ultimi giorni della stagione ha distrutto diverse piante che avevamo messo a dimora. Grazie alle fototrappole sparse nella piana siamo riusciti a identificare il responsabile e stiamo procedendo con la denuncia. L’incendio non si è esteso grazie anche alle linee tagliafuoco che in questi anni abbiamo realizzato».
I risultati ottenuti fino ad ora sono sotto gli occhi di tutti. Nell’area di Geloi Wetland la temperatura misura 2°C in meno rispetto alle terre limitrofe lavorate con i trattori. Una presenza maggiore di vegetazione e acqua, il pascolo e il bracconaggio limitato hanno permesso di stabilire un nuovo equilibrio che ha consentito anche ad alcune piante selvatiche, come le orchidee selvatiche, di venir fuori.
Peccato che i cittadini dei paesi vicini – Gela e Niscemi – non abbiano ancora colto la forza e l’incisività del progetto Geloi. Per fortuna studiosi e volontari da ogni parte del mondo non perdono occasione per avvicinarsi e vivere direttamente un’esperienza all’interno dell’area.
La speranza è che i nuovi progetti di educazioni ambientale a Geloi Wetland, che coinvolgono anche le scuole del territorio, possano risvegliare negli animi delle giovani generazioni un’attenzione e una maggiore consapevolezza nella cura del proprio territorio. Si spera che anche l’apertura della via Francigena Fabaria – nel tratto che da Agrigento arriva a Gela per poi proseguire verso Niscemi, attraversando proprio Geloi Wetland, e unirsi in direzione dell’Etna verso la via Francigena delle montagne – possa essere un’ulteriore opportunità di conoscenza e apprezzamento di questo luogo.
Geloi Wetland collabora con l’associazione dei Cammini Francigeni Siciliani e fa parte del comitato di accoglienza, organizza escursioni a tappe, in futuro anche in bici, alla scoperta della Piana di Gela e dei siti archeologici abbandonati, e progetti di volontariato con il corpo europeo di solidarietà e con la Lipu.
«L’obiettivo di quest’anno è piantumare 6000 piante di macchia mediterranea, continuare con la food forest e con tutte le altre attività. Dal 14 al 16 ottobre siamo impegnati con il campeggio di riforestazione, diversificheremo ulteriormente la biodiversità di questa oasi introducendo anche le piante aromatiche. Dopo tre anni di stop per la pandemia abbiamo anche riproposto il Cicogna day, una giornata di eventi all’interno dell’oasi per divulgare e far conoscere l’importanza di questi animali», conclude Davide Pepi.
Eventi culturali, turismo ecosostenibile, educazione ambientale, ma anche cereali, legumi, ulivi, miele, grani antichi e animali. Wetland Geloi è questa, una varietà di biodiversità ambientale e umana in continua espansione, il sogno di un gruppo di ragazzi che vogliono cambiare il proprio territorio che si avvera.
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