Al GasparOrto di Padova nasce una plant nursery in mezzo ai palazzi per favorire incontro e relazioni
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Padova, Veneto - Il GasparOrto si rinnova con la co-progettazione, ponendosi nuove sfide e allargando l’orizzonte di quello che è già da tempo il campo di azione dell’assemblea del GasparOrto. La storia di questa piccola isola di verde inaspettato – che nonostante le difficoltà continua a fare capolino tra i palazzoni grigi della città – parla di pazienza e dedizione.
Così come i semi piantati in terra hanno bisogno di tempo per consolidare le proprie radici, allo stesso modo la comunità di riferimento di questo spazio urbano ha fatto sì che ogni momento di pausa venisse utilizzato per andare in profondità interrogandosi collettivamente su quali fossero le prospettive e quali le pratiche da adottare per creare il giusto spazio di crescita della comunità stessa.
Che senso ha un orto urbano in una piazza considerata problematica, poiché luogo fisico di contraddizioni e in cui si riversano dinamiche sociali critiche che vedono protagonisti le persone più fragili ed emarginate? In quest’ottica la cura collettiva, la condivisione e lo sforzo concreto per rendere piazza Gasparotto uno spazio accogliente nel quale decidere di sostare o di stare come a casa di un amico, avendo allo stesso tempo la sensazione di contribuire all’intreccio di un tessuto comunitario molto più ampio, sono fondamentali.
La Plant Nursery è tra le novità dei prossimi progetti del GasparOrto e si inserisce in un più ampio quadro di attività portate vanti dalle diverse realtà della piazza. Il tutto è stato pensato, ideato e realizzato grazie a una serie di incontri di co-progettazione che hanno visti impegnati negli ultimi mesi sia gli abitanti del quartiere, sia l’assemblea degli ortisti, ovvero chi da anni si prende cura del primo orto fuori suolo di Padova. L’impressione che si ha leggendo la descrizione dell’iniziativa è quella di poter affrontare con il giusto spirito il sopraggiungere dell’inverno pronti ad animare,
“Un luogo accogliente e colorato in cui ogni cittadin* possa portare la propria pianta, trovandole così uno spazio di vita nuovo, uno spazio in cui poter andare per continuare a prendersene cura o da condividere con gli ortisti che regolarmente se occuperanno, un luogo dove passeggiare ogni tanto e passare a salutare la propria pianta o dove ricoverarla in attesa di guarigione”, scrivono i promotori.
Ciò che anima questa nuova proposta è la consapevolezza che alcune barriere si possono abbattere se ci si concede di lasciare spazio alla bellezza pensata insieme ad altr*. È infatti dalla sperimentazione di pratiche condivise che nascono i fiori più belli e le piante più forti. Questa certezza si è rafforzata dopo la pandemia di Covid-19, che ha messo a dura prova le attività della piazza, oltre ad aggravare le preesistenti situazioni di marginalità sociale e isolamento di chi nella piazza trova rifugio per la notte.
Rendere piazza Gasparotto un luogo vivo e accogliente per chiunque lo attraversi o decida di prendersene cura è quello che da anni le diverse associazioni, realtà formali e informali, cercano di fare. Portano avanti questa missione tra mille difficoltà, momenti di forte entusiasmo e battute d’arresto.
Il percorso si è di volta in volta nutrito di ciò che ognun* ha scelto di condividere e mettere a disposizione della comunità ed è questo scambio costante a far sì che l’esperienza del GasparOrto abbia un valore aggiunto. L’educazione al rispetto della biodiversità e alla preservazione della stessa, seppur in modo simbolico, sono molto importanti nell’economia socioculturale di una città non certo priva di contraddizioni. Il concetto di cura ordinaria del territorio si interseca alla solidarietà dal basso e all’inclusività come antidoto per vecchi e nuovi razzismi.
Per chi volesse prendere parte a questa avventura e contribuire con nuova linfa al progetto del GasparOrto, diversi sono i modi per dare il proprio contributo. Il bello è che si potrà partecipare anche se fisicamente impossibilitati per mancanza di tempo o per altri motivi: il GasparOrto ha infatti lanciato una campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso in cui sono descritte nel dettaglio le modalità e le possibili azioni di solidarietà.
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