Gaia e il Libercolo: “Nella mia libreria virtuale diffondo cultura partendo dall’ascolto di chi legge”
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Rovigo, Veneto - Il tasso dei lettori nel nostro Paese è tra i più bassi al mondo. Il mercato si concentra sempre più su quelli definiti forti: i divoratori di libri. È evidente una netta disparità, accentuatasi durante la pandemia, tra chi legge da tempo e con costanza e chi non lascia spazio quasi per nulla alla lettura. Secondo i risultati di un’indagine presentata al Salone del libro di Torino dal Centro per il libro e la lettura (CEPELL) e l’Associazione italiana Editori (AIE), lo status di lettore dipende dal livello sociale, economico e culturale oltre che geografico, dell’area di residenza.
Ma siamo sicuri che le ragioni siano da ricercare solo nei comuni indicatori? O c’è dell’altro? Lo abbiamo chiesto a Gaia, giovane trentenne, attualmente iscritta alla magistrale in Psicologia Clinica. Dopo aver chiuso la sua libreria indipendente La Magnolia, nel centro di Rovigo, Gaia ha deciso di portare online la sua visione di libreria e del mestiere del libraio. Poco tempo fa quindi crea il Libercolo, una sorta di negozio virtuale dove i libri non sono solo fogli di carta intrisi di parole da leggere, ma hanno un’anima. Una sorta di oasi culturale dove creatività, passione, ascolto, attenzione e cura ai dettagli fanno la differenza.
«Il Libercolo nasce dalla mia testa ma vive un po’ di vita propria», racconta. «Penso sia naturale quando la persona dietro un’attività pone al centro il cliente, insieme alle proprie idee. Io cerco di ascoltare i detti e i non detti dei miei utenti ma anche di assecondare la direzione che il Libercolo segue autonomamente man mano che si va avanti. Per esempio non avrei mai pensato di trovarmi a passare più ore a dipingere che a consigliare libri, ma dalla richiesta di una ragazza sono nati i bauli-libreria, in legno, dipinti a mano che contengono libri e prodotti letterari. Sono piaciuti così tanto che ora mi capita di realizzarne anche due o tre nel giro di poco tempo».
Gaia infatti non propone solo libri, ma anche oggetti handmade studiati su misura come le bomboniere letterarie, le scatole di cartone personalizzate e i bauli di legno dipinti a mano che sono un best seller tra i regali di battesimo e di natale. Solitamente la selezione dei libri da riporre all’interno segue una scelta tematica. Si individua un argomento e si va alla ricerca di quelle opere che ruotano attorno alla tematica principale. La narrativa è quella che va per la maggiore. Di particolare interesse sono anche alcune attività mirate come la libroterapia dello sviluppo, i week-end letterari, le letture meditate e i corsi di scrittura creativa.
Chi acquista dal Libercolo riceve a casa un pezzo di Gaia che è anche una parte di sé stessi. Formazione psicologica ed empatia rappresentano due punti di forza nel suo lavoro. L’aveva già intuito nella precedente esperienza decennale in libreria, chiedendosi come utilizzarli al meglio anche nel rapporto con la sua nuova utenza. Piuttosto che proporre subito qualcosa, lei parte da un approccio fondato sull’ascolto meticoloso per costruire un prodotto o servizio culturale su misura.
Attraverso una chiamata, una videochiamata e una e-mail in cui il cliente racconta di sé o della persona a cui è destinato il regalo, cerca di farsi un’idea su gusti e personalità concentrandosi in particolare sulla voce, sulle informazioni che riceve e sul modo in cui vengono scritte o comunicate verbalmente. «Ed è proprio lì che vengono fuori le cose più belle perché un baule dipinto con all’interno dei libri non diventa mai qualcosa di casuale. Con l’ascolto attento riesci davvero a restituire qualcosa che non è solo una scatola dipinta con dei libri dentro ma è qualcosa di più», spiega.
Ascoltare l’altro ma anche sé stessi diventa fondamentale per il proprio benessere e la propria salute mentale. È questo il messaggio che Gaia trasmette con forza e che la rende unica nel suo genere. Leggere permette di intraprendere un percorso di evoluzione personale e consapevolezza di sé. Di qui l’idea dei weekend letterari, che uniscono la lettura ad altri tipi di pratiche o discipline meditative che, senza entrare troppo nello spirituale, aiutano ad ascoltarsi di più.
In qualità di libroterapeuta ha creato anche un gruppo di lettura online: «Ci incontriamo una volta al mese. Leggiamo lo stesso libro, una sorta di lettura consapevole. Ascoltiamo quello che proviamo. Cerchiamo di capire che cosa significa se ci fermiamo alla lettura di un capitolo e non riusciamo ad andare avanti, se decidiamo di non proseguire nella lettura dell’intero libro o, al contrario, se non vediamo l’ora di leggerlo tutto. Durante i nostri incontri, discutiamo di ciò che è accaduto a livello emozionale. Poi cerchiamo di fare in modo che ognuno di noi ritorni a casa con una riflessione nuova o con maggiore consapevolezza delle proprie emozioni».
È una sorta di allenamento ad ascoltarsi e capire meglio le proprie emozioni: «Niente accade a caso. Ogni emozione è carica di significato. Ha sempre qualcosa che vuole comunicarci». Il suo progetto ha preso una piega diversa da quella che aveva programmato, ma l’imprevedibilità, come lei stessa dice, «è lasciarsi sorprendere. Se mettiamo le paure e le incertezze da parte e ci affidiamo all’imprevisto, potremmo arrivare alla fine di quella strada e capire che forse non abbiamo sbagliato».
Il punto di forza del Libercolo è che stimola sempre la curiosità. Il sito web è articolato e pieno di cose diverse, ma chi ne fa esperienza diventa curioso di scoprire qualcosa di più. «È il progetto giusto per chi leggendo un post sulle mie pagine o aprendo il mio sito ritrova un pezzetto di sé in qualcosa che ho scritto, in un libro che ho proposto o in un’attività a cui vorrebbe iscriversi». Dopo un anno e poco più dalla sua nascita, questa esperienza culturale vive le stesse difficoltà e incontra gli stessi ostacoli della maggior parte delle attività commerciali neonate.
Non è semplice raggiungere in breve tempo la sostenibilità economica in forma stabile, è un processo di evoluzione continua. I primi anni richiedono pazienza, attenzione, impegno. «Ciò che desidererei per la mia piccola impresa è raggiungere la forma che sto percependo oggi. L’avevo pensata come una libreria in versione digitale, ma ascoltando e osservando quello che il pubblico apprezza e richiede di più, ho iniziato a concepirla come una “bottega per lettori e lettrici”, un luogo digitale in cui ogni amante dei libri possa trovare non solo nuove letture, ma anche e soprattutto servizi personalizzati».
L’utenza del Libercolo è prevalentemente adulta e differente per fascia d’età. «Provengono un po’ da tutta Italia e questo mi piace moltissimo. Sono curiosa di sapere da dove mi scrivono e come mi hanno trovata. Quello che li accomuna credo sia un modo più profondo di sentire la lettura, la curiosità verso il nuovo e il diverso, la passione per le cose fatte a mano. Raramente mi capita di servire clienti che chiedono semplicemente un libro o due. Solitamente mi commissionano lavori artigianali e di personalizzazione dell’ordine, dalla scelta dei libri al disegno sulla scatola ai prodotti fatti a mano».
I suoi sono lettori forti. Quelli che leggono già tanto e che trovano in questo spazio virtuale quel quid che fa la differenza. La nostra intervista si conclude con la risposta all’interrogativo iniziale: la cultura fa cultura per chi già la mastica? «Tutto si dispiega nello stesso circuito», osserva Gaia. «Si gioca in casa. Sembra quasi che chi propone la lettura usi una comunicazione che è più indirizzata a chi fruisce già da tempo di cultura. Per promuoverla non basta solo invitare a leggere. Affinché i libri viaggino è necessario usare un linguaggio nuovo che, ad oggi, è quasi del tutto assente».
Ogni giorno Gaia cerca di parlare di libri in un modo accessibile a tutti: «Non è necessario ricorrere a un’analisi da critico letterario, usando termini tecnici. Questo atteggiamento allontana chi in quel linguaggio non riesce a ritrovarsi. Io faccio promozione letteraria parlando in modo scanzonato anche di opere letterarie importanti. Sono attenta a ciò che piace. Consiglio lo stesso approccio e la stessa attenzione anche ai genitori».
I bambini, che sono i potenziali lettori del futuro, devono essere liberi di leggere ciò che desiderano. Per stimolare la lettura in modo sano bisogna sentirsi liberi di assecondare le proprie preferenze lasciandosi guidare da chi è in grado di riconoscerle e dare i consigli giusti. E Gaia fa proprio questo e aggiunge: «L idea che mi sono fatta è che quanto ci viene proposto dal mondo di oggi è sempre di breve durata, veloce, istantaneo. Non so se siamo meno abili nel mantenere l’attenzione o se invece è l’abitudine a ciò che ci viene proposto. La lettura richiede tempo. Ci sono libri che hanno uno stile di scrittura che necessita di un alto livello di attenzione. Viviamo in un paese dove il numero di lettori è il più basso a livello mondiale. Forse è solo un fatto culturale».
Occorre dunque parlare di libri in modo più leggero evitando un approccio troppo intellettuale e noioso, avvalendosi delle persone giuste. Quelle che sanno usare una comunicazione e toni adeguati per catturare l’attenzione dei giovani e di chi non si è mai avvicinato alla lettura. È probabile che solo così sarà possibile superare quel gap tra lettori che rimbalza dalle evidenze statistiche.
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