Festival della Dignità Umana: la sfida per creare una società più “umana”
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Novara - Dignità. Qual è il collegamento tra cultura e dignità? E tra dignità e consapevolezza? Il concetto di dignità ci parla di valore, di principi morali della persona. Ad oggi però, nonostante molti progressi siano stati raggiunti, le nostre vite sono ancora troppo lontane dalla piena affermazione dei principi fondamentali, come quelli sanciti dalle Carte dei diritti. Pensiamo a guerre, riduzione in schiavitù, uccisioni, torture e lavoro illegale. Ce ne parlano la televisione, la radio, i giornali. Altre volte invece molti avvenimenti, che dovrebbero essere riportati sulle prime pagine, rimangono nel silenzio. Allora, davanti ai diritti che ancora oggi ci sono negati, come possiamo contribuire a creare un futuro più “umano”?
In Piemonte da otto anni si tiene il Festival della Dignità Umana, un’occasione per affrontare le tematiche di attualità attraverso gli interventi di uomini e donne di cultura, oltre che le testimonianze di esperti, di operatori sociali e le proposte teatrali e musicali di artisti. Il Festival, dalla sua prima edizione, affronta tematiche di grande richiamo sociale: il lavoro, la scuola, la dignità, la povertà, il mutuo aiuto. Come spiegano gli organizzatori, «il nostro Festival vuole essere un momento di sensibilizzazione delle coscienze e di riflessione sull’utopia di una società fondata sul valore condiviso e imprescindibile della dignità umana».
L’EDUCAZIONE CHE CREA DIGNITÀ
«Nemica della pace non è solo la violenza, ma prima ancora lo è l’indifferenza, accompagnata da diffusa povertà culturale e a omologazione del pensiero». Ogni anno il festival affronta un tema diverso e quest’anno sarà incentrato sull’educazione: offre gli strumenti per dare reale valore alla dignità umana, proprio come illustrato nel programma. Si parlerà di come educare nella scuola di oggi, di educazione alla salute, di educazione sentimentale, della letteratura come educazione alla comunicazione.
«L’edizione di quest’anno del Festival si propone di discutere in che modo il sistema educativo nel suo complesso continua a svolgere queste funzioni, esaminandone punti di forza e punti di debolezza, anche fuori dalle istituzioni scolastiche e universitarie, tra sanità, multietnicità, internet e social; infine anche il mondo della cultura tra riflessione e intrattenimento con l’idea che la dignità umana debba essere sempre al centro della società».
Protagonista del Festival è l’Associazione Dignità e Lavoro “Cecco Fornara” che da anni opera al fianco dei più deboli e bisognosi della società: il suo lavoro quotidiano è sostenere le persone svantaggiate, in particolare quelle con disabilità, accompagnandole verso un miglioramento della propria vita e supportandole nell’inserimento del lavoro. La sua convinzione è che soltanto attraverso una diffusa cultura dei bisogni di ognuno sia possibile compiere passi significativi e concreti verso una società più giusta e più umana.
IL COINVOLGIMENTO DEI GIOVANI
L’educazione diventa quindi un concreto strumento per un cambiamento di mentalità e per aprire la strada allo sviluppo di nuove forme di impegno civile. E loro, le giovani generazioni? Devono essere al centro di questo cambiamento, armati di nuovo protagonismo per costruire un mondo nuovo.
«Considerate le condizioni problematiche della società in cui viviamo e le situazioni in cui i valori della dignità umana sono negati, si è pensato di offrire ai giovani, attraverso il Progetto Scuole, incontri con esperti su argomenti legati alla dignità e alla comunicazione, tema portante del Festival. Durante l’evento infatti gli allievi potranno vivere un’intensa esperienza formativa, studiando e approfondendo gli argomenti che i relatori affronteranno durante gli incontri, confrontandosi con gli ospiti e occupandosi dell’accoglienza dei partecipanti e della diffusione del materiale promozionale».
Momento speciale del Festival è poi l’attribuzione di una borsa di lavoro destinata a un giovane del territorio che si trova in condizioni svantaggiate e con difficoltà socio-economiche: l’esperienza avverrà presso un’azienda o una cooperativa sociale locale e durerà sei mesi. «Riteniamo che l’iniziativa sia di alto valore sociale in quanto il lavoro motiva l’essere umano e genera, oltre al sostegno economico, dignità e speranza, valori indispensabili per il futuro delle persone».
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