10 Ott 2022

Disability Pride Bologna: ecco come è nato un nuovo e fondamentale momento di inclusione

Scritto da: Elena Rasia

Sabato 1° e domenica 2 ottobre si è tenuto nel capoluogo emiliano il Disability Pride Bologna. La nostra Elena Rasia, una delle promotrici e organizzatrici dell'evento – di cui Italia Che Cambia è stata media partner –, ci racconta il percorso che ha portato a questa due giorni e soprattutto i frutti che la mobilitazione ha dato.

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Bologna, Emilia-Romagna - Il primo Disability Pride Bologna è giunto al termine. L’organizzazione è stata una full immersion di euforia, risate, energia, proposte e condivisione, ma anche di rischi, dubbi, domande e paure che, alla fine, sono sfociate in un enorme sorriso colmo di un “ce l’abbiamo fatta” gigantesco! Ma com’è iniziata quest’avventura vi chiederete voi?

È iniziata esattamente un anno fa quando fummo contattate telefonicamente da Carmelo Comisi, presidente dell’associazione Disability Pride Onlus, per partecipare al Disability Pride Italia che, da diversi anni, si teneva nella Capitale. Mi ricordo che Carmelo ci chiamò una sera in pieno inverno e ci disse: «Vi vorrei come relatrici al prossimo Disability Pride Italia perché il vostro progetto incarna proprio lo spirito del network».

disability pride bologna1

In quel preciso istante entrammo a far parte a tutti gli effetti di una rete di persone con o senza disabilità amplificatrici di voci e rivendicatrici di diritti per tutta quella fetta di popolazione che purtroppo, ancora oggi, è considerata come una minoranza rispetto ai più.

Eravamo emozionatissime durante il nostro primo speech in pubblico a Città Dell’altra Economia e prima di salire sul palco le domande che ci ponemmo furono tantissime: «Riusciremo a trasmettere nel profondo alle persone ciò che stiamo facendo? Riusciremo ad accendere una fiamma in chi ha voglia di vivere la propria indipendenza ma non sa come fare?». La risposta ce la diede il pubblico stesso e fu super positiva!

Da quel momento iniziammo a conoscere molte persone a cui assomigliavano tantissimo, che non ci guardavano come aliene ma che ci vedevano e percepivano come portatrici sane di una novità che poteva concimare la quotidianità di molti. Credevano insieme a noi in ciò che facevamo e nella necessaria e fondamentale costruzione di un “durante noi” che non necessariamente si affanna alla ricerca spasmodica di un futuro in cui chi dovrebbe essere consapevole non viene messo al centro. No, noi crediamo in un presente che nutra e riempia il volere di ogni persona mettendone al centro l’autodeterminazione.

disability pride bologna2

Questa rete ci ha fatto sentire al sicuro, dal primo nostro Disability Pride a Roma come relatrici fino ad arrivare ad oggi. Abbiamo partecipato a tantissimi e diversissimi eventi e momenti di condivisione attiva dove ci siamo sentite in famiglia. Uno di questi momenti è stato sicuramente il Disability Pride di Milano, a inizio luglio, dove abbiamo proposto spontaneamente, attraverso un post sui nostri canali social, l’idea di portare il Disability Pride nella città dei portici che abbracciano, nella città dove abbiamo scelto di vivere la nostra indipendenza: Bologna.

Il benestare ufficiale dal Comune lo abbiamo avuto l’ultimo giorno di agosto e da quel momento, per un intero mese, non abbiamo pensato ad altro. Cerca gli sponsor, invita i relatori, coinvolgi le realtà territoriali, confrontati con il presidente dell’associazione di riferimento e gli altri arrivisti che volevano supportarci, svolgi tutta la burocrazia… Che fatica!

Abbiamo avuto un mese veramente intenso durante il quale le ore a notte che abbiamo dormito si possono letteralmente contare sulle dita di una mano. Però che soddisfazione, ce l’abbiamo fatta! Il Disability Pride ha vissuto veramente nella via principale della nostra città, via dell’Indipendenza. Un caso forse? Noi pensiamo proprio di no!

Noi crediamo in un presente che nutra e riempia il volere di ogni persona mettendone al centro l’autodeterminazione

La prima giornata in Salaborsa, dedicata ai talk, ha portato il virtuale nel reale. La maggior parte degli ospiti che abbiamo invitato sono attivisti per le persone con disabilità che si approcciano con una comunicazione social e sociale, una modalità che il pubblico comprende, fatta di proposte e non solo di proteste, di verità sbattute in faccia senza alcun tipo di filtro ma anche di rassicurazioni, perché per capire meglio un qualcosa che non si conosce c’è bisogno anche di essere rassicurati.

La seconda giornata invece è stata meno formale e più divertente. Uno striscione umano di ideali, pensieri, storie, sorrisi, determinazione e ribellione ha attraversato la città a tempo di musica per concludersi in un cerchio collettivo dove l’impegno di tutti veniva accolto senza giudizio. È stato un Disability Pride in cui la gente ha sorriso e sono convinta che anche i sorrisi e la serenità siano fondamentali per un mondo fatto a misura di qualsiasi essere umano e dei suoi bisogni. Ed è solo l’inizio…

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