A Castelfranco il Comune vuole mettere all’asta un terreno rigenerato in permacultura
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Treviso, Veneto - «L’associazione Permacultura la Castellana a Castelfranco Veneto, di cui faccio parte risiede in una grande area agricola, dove un tempo sorgeva l’ex istituto di agraria. La scuola è stata spostata e i campi sono stati dati in mano a delle cooperative di agricoltori e allevatori. Gli edifici inutilizzati, che erano molti, sono stati consegnati alla protezione civile, alle associazioni di scherma, degli arbitri, degli alpini e degli apicoltori».
A parlare è Sofia, presidente de la Castellana, che ci spiega quello che succedendo nella bassa padana, dove da diversi anni lei e molti altri si battono per un’agricoltura sostenibile e non industriale: «Piano piano gli apicoltori hanno esteso i loro territori piantando alberi e dando vita a un piccolo bosco. Questa parte del terreno, che confina con l’area parcheggio di una fabbrica d’imballaggi sorta qualche anno fa, è ora a rischio in quanto il Comune ha deciso di metterla all’asta tra qualche mese».
Le giunte leghiste dei sindaci Dussin e Marcon hanno ereditato un Comune popolato da varie aree verdi e fiorenti terreni. Negli ultimi dodici anni questo patrimonio è stato lentamente venduto, con un crescendo di alienazioni. Aziende e industrie hanno preso il sopravvento, portando alla cementificazione e alla conseguente impermeabilizzazione del suolo. Il Comune di Castelfranco Veneto è il primo in provincia di Treviso per la quantità di suolo consumato e dodicesimo nel Veneto.
Il 29 settembre scorso, il sindaco Marcon e la giunta comunale hanno dichiarato alienabili due aree pubbliche che verranno messe all’asta tra la fine di quest’anno e l’inizio di quello nuovo. Il primo lotto è un parcheggio da 5.500 metri quadri in Via della Cooperazione, il secondo è un’area verde di 25.000 metri quadri in via Lovara, dove ora si trova il boschetto di cui ci ha parlato Sofia, attualmente a uso degli apicoltori.
Questa zona immersa nella natura è un vero e proprio “cuscinetto verde” che si trova tra la ferrovia, la sede della protezione civile, il gruppo alpini, gli orti civici e la Imballi Spa. Quest’ultima è una ditta di cartotecnica che sembrerebbe aver espresso interesse per un eventuale ampliamento proprio in quest’area.
Gli apicoltori, una volta venduti i loro terreni, verranno trasferiti nella sede alternativa dell’ex Arpav, adiacente all’istituto Sartor. Tuttavia, il sindaco Marcon ha voluto rassicurare l’associazione Permacultura affermando che «gli orti civici non verranno toccati».
La giunta comunale inoltre ha messo in luce che il ricavo della vendita di queste aree servirà per sostenere i costi di gestione di servizi comunali e per di più l’ampliamento dell’azienda Imballi Spa porterà nuovi posti di lavoro. Bisogna però sottolineare che estendere l’area industriale – oggi separata dal centro urbano già privo di aree verdi – utilizzando questo residuo di area agricola, andrebbe a creare un continuum senza interruzione di cemento.
«Prima della costruzione della scuola agraria – riprende Sofia – i territori appartenevano a dei privati, il sindaco dell’epoca ha espropriato questi terreni per fini di interesse pubblico, ovvero per la costruzione dell’istituto. Tuttavia, tornando al presente, ora ci vogliono sottrarre terreni per poter espandere e ampliare la nuova fabbrica di imballaggi, dunque per costruire nuovi magazzini».
«Nella concessione dei terreni che anni fa era stata fatta alla nostra associazione, il Comune ci aveva avvisati che avrebbe potuto in un futuro richiedere le terre, ma solo per fini di interesse pubblico. Dunque, analizzando la situazione in cui ci troviamo ora, mi domando dove stia l’interesse pubblico nel favorire un privato, un quesito che mi sembra abbastanza lecito».
Questi terreni sono stati classificati edificabili e di questo passo verrà venduto tutto. Sofia e i vari componenti dell’associazione Permacultura la Castellana si stanno muovendo per informare più persone possibili e raccontare quello che si sta verificando e per cercare di smuovere la coscienza del sindaco al fine di farlo desistere da questo progetto di vendita. L’associazione Permacultura ha inoltre espresso il desiderio di avere più spazio per poter presentare un progetto europeo con relativo finanziamento, collegando questa area verde rigenerata a via Forche e renderla un grande polmone verde fruibile dalla cittadinanza.
La Castellana è nata a dicembre del 2015 con l’obiettivo di creare una comunità aperta di persone e con l’intento di progettare un ecosistema sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale, tramite il modus operandi proprio della permacultura, che non si limita a preservare l’ambiente, ma ha anche l’ambizione di migliorarlo.
Come previsto dal progetto pilota dell’associazione Permacultura, è stata avviata la suddivisione dell’area in zone, ognuna delle quali ha una precisa identificazione ed è profondamente legata alle altre. La volontà dei soci è stata quella di sperimentare nuovi processi produttivi per essere il più efficaci e coerenti a una reale sostenibilità.
L’importanza di queste aree verdi e delle piante e degli alberi che le popolano è enorme: la produzione della fotosintesi clorofilliana, l’assorbimento della CO2, l’ossigenazione dell’aria, la protezione del suolo da fenomeni di erosione, salinizzazione e di evaporazione, la produzione di biomassa vegetale, sono solo alcune delle principali funzioni che svolgono nell’ecosistema.
«Considerando anche la crisi che si sta affacciando, abbiamo bisogno di terre da poter coltivare e non da cementificare. Vogliamo dunque difendere quello che riteniamo essere un patrimonio di Castelfranco. Ci siamo riuniti e abbiamo deciso di continuare in misura crescente l’opera di sensibilizzazione del pubblico attraverso media, social, banchetti, coinvolgendo, come in passato, tutti i gruppi ambientalisti che conosciamo».
«Attraverso la raccolta firme, le lettere al sindaco e gli appelli accorati alla giunta comunale da parte di personaggi noti, puntiamo sulla certezza che parlando con il cuore direttamente alle persone possiamo creare consapevolezza, oltre a informarle, visto che siamo sicuri che i più non sanno nemmeno che cosa stia realmente succedendo».
«Vogliamo mettere in luce l’importanza del nostro lavoro – sottolineano i componenti dell’associazione Permacultura – perché abbiamo ripreso un terreno esausto da un trentennio di mono coltivazione e abbiamo creato un ecosistema completo che non solo arricchisce il territorio di Castelfranco Veneto, ma diventa anche funzionale a un sistema di lavoro che sia in sinergia con l’ambiente stesso».
L’associazione Permacultura infine lancia un appello rivolto a tutti: «Per questo motivo, e per difendere un patrimonio pubblico dalle grandi potenzialità in vista di un futuro sempre meno rassicurante, vi chiediamo di esserci, come cittadini, al di là delle divisioni partitiche, nella difesa del bene comune».
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