Marika, Andrea e il campera4zampe: “Vivere in camper si può, anche con sei animali”
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Quanti di noi hanno chiuso gli occhi, almeno una volta, immaginando di cambiare vita per andare a vivere in una casa su quattro ruote? E quanti lo hanno fortemente desiderato in questi ultimi due anni, per recuperare un rapporto più ravvicinato con la natura? Una sorta di terapia d’urto naturale, una risposta al lungo periodo di restrizioni che ci ha costretti a uno stile di vita limitante e scomodo.
Andrea e Marika, due giovani ragazzi originari del sud, non solo l’hanno immaginato ma, senza pensarci troppo, l’hanno realizzato. L’incontro con Blu – battezzato il campera4zampe – «è stato amore a prima vista», come mi hanno confidato. Eh sì, perché con loro viaggiano anche quattro gatti e due cani. Un profondo amore per gli animali, tale da metterli al primo posto condizionandone scelte e priorità. Di qui, l’idea di acquistare un camper di 7 metri per consentire anche ai sei pelosi, come amano chiamarli, di vivere comodamente, nel rispetto degli spazi e delle esigenze di ognuno.
«Non sono animali, sono delle persone, anzi i nostri figli. Sentono, capiscono e ci rispettano più di qualsiasi altro essere umano. Senza di loro non saremmo mai andati da nessuna parte», chiosano. Viaggiatori appassionati, costretti per mesi a una stanzialità prolungata, chiusi tra le quattro mura di casa più giorni a settimana, decidono di trovare una soluzione alternativa e sostenibile del buon vivere, per nutrire quella loro esigenza quasi ancestrale di libertà e di viaggi.
È il mese di agosto 2021 quando iniziano la loro ricerca online nel tentativo di incrociare le esperienze di chi, come loro, avesse già sperimentato qualcosa di simile. Un modo, seppur virtuale, di incontrarsi e confrontarsi con idee e sogni comuni per sentirsi un po’ comunità. «Non è stato facile far comprendere a familiari e conoscenti stretti la nostra decisione», raccontano.
«Per diverso tempo hanno cercato di persuaderci dal portare avanti il nostro nuovo progetto di vita. Vivere in un camper piuttosto che tra quattro mura è considerata, in un contesto borghese e capitalistico, una vita da sfigati, da zingari, da disadattati, da parassiti». È questo ciò che si sono sentiti dire Andrea e Marika. Perché preferire uno stile di vita scomodo a uno convenzionale, più confortevole e “normale”? È questo il dilemma di chi non ha mai accettato la loro scelta.
Ma in fondo, cos’è la normalità se non un fatto più culturale che individuale? L’omologazione di massa e una mentalità borghese, ormai secolare, sono carichi di retaggi condizionati, che non consentono facilmente un’apertura verso prospettive e significati differenti. Tutto ciò che è diverso non è ben tollerato. Le scelte di vita, al di fuori di quelle convenzionali, sono additate come forme di disadattamento sociale.
«Non sono mancati i commenti di chi ci ha definiti vagabondi o parassiti del reddito di cittadinanza, ma noi lavoriamo, presentiamo la dichiarazione dei redditi e paghiamo le tasse esattamente come tutti gli altri. Abbiamo dovuto affrontare tanti pregiudizi e offese gratuite. Le esperienze positive di chi prima di noi ce l’ha fatta ci hanno incoraggiati a non mollare e a passare all’azione. Ci siamo sostenuti a vicenda e, forti delle nostre convinzioni, non ci siamo lasciati influenzare e ostacolare», spiegano i protagonisti di campera4zampe.
Sono state però alcune situazioni difficili, la goccia che ha fatto traboccare il vaso: «Dopo un mese di ricerche e preparativi, erano già nella nuova casa mobile. Il sogno iniziava a prendere forma». I primi tempi hanno vissuto in modo stanziale tra la Val Pellice e Pinerolo. Dopo qualche mese la voglia di viaggiare, di godere di nuovi paesaggi e panorami, li ha spinti a osare, a spostarsi altrove, supportati dalla convinzione che bisogna accogliere tutto ciò che la vita offre nel bene e nel male. E la vita infatti ha regalato loro un’esperienza unica e stimolante: «Abbiamo imparato a vivere con l’essenziale e a utilizzare prodotti dal forte impatto ambientale».
Ho chiesto loro quali siano i pro e i contro di vivere in un camper: «Sicuramente la possibilità di spostarsi da un luogo a un altro quando si ha voglia di un ambiente diverso o di poter evitare vicini fastidiosi. Ma anche la bellezza di trascorrere il tempo libero nella natura e in posti sempre diversi, avere più tempo da trascorrere con gli amati cuccioli, l’occasione di non pagare le bollette, di risparmiare su acqua ed elettricità. I camperisti possono usufruire di aree pubbliche attrezzate ad uso gratuito o a costi contenuti».
Certo, ci sono anche i contro: «I disagi che si incontrano durante la stagione estiva per le alte temperature. L’ uso di ventilatori o condizionatori comportano costi molto alti per chi vive del solo lavoro. Inoltre gli spazi interni sono piccoli e soprattutto d’estate complice il calore asfissiante, potrebbe rendere insofferenti e creare qualche disagio, soprattutto se si hanno degli animali».
E ai sei pelosi sta piacendo il progetto del campera4zampe? «Sicuramente si sentono liberi di poter vivere in un ambiente a cielo aperto per quasi tutto il tempo. L’estate però rappresenta per loro un grande limite perché soffrono molto il caldo. Questo è il motivo per cui, dopo un anno di questa bellissima esperienza, abbiamo voluto anteporre ancora una volta il loro benessere al nostro come si fa con i figli».
A breve infatti Andrea e Marika si trasferiranno in una casa in affitto per evitare i disagi che i loro amici hanno dovuto subire durante questi ultimi mesi estivi. «Ma Blu, il campera4zampe, non lo abbandoneremo mai», precisano. «Resterà sempre la nostra seconda casa e, chissà, magari un giorno, da pensionati, ritorneremo a una vita del tutto nomade. Anzi, sarà forse lui ad abbandonare noi quando non sarà più in grado di accompagnarci nei nostri viaggi e saremo costretti a rottamarlo».
La storia di Andrea e Marika è la dimostrazione che si può vivere su un camper: «Ora siamo giovani e abbiamo il tempo, le occasioni e la salute per farlo», concludono. “Se non ora, quando?”, aggiungerei io. Nessuna scelta di vita è immune da gioie, dolori, difficoltà e tranquillità, pro e contro. Vi lascio quindi con un interrogativo: meglio una vita di certezze – illusorie – dettate da un vademecum socio culturale massificante e controllante o una vita vissuta seguendo il proprio profondo sentire? Io darei la parola anche ai sei pelosi.
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