14 Ott 2022

Cammino Adagio, un viaggio a piedi nella storia geologica e umana del paesaggio

Scritto da: Benedetta Torsello

Elisa e Walter hanno deciso di percorrere a piedi l’Italia alla scoperta di territori, persone e storie. Lo fanno seguendo il ritmo dei propri passi e soffermandosi sui racconti di chi incrociano lungo la strada. Il loro progetto, Cammino Adagio, è un invito alla lentezza e all’ascolto: l’unico modo possibile per riavvicinarsi agli altri e alla natura

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Aveva ragione Paolo Rumiz quando scriveva che «forse la percezione del mondo non dipende dai luoghi, ma dall’andatura», perché è questa a darci la chiave di lettura del paesaggio attraversato, una chiave sempre diversa e rimodulata dal nostro stesso ritmo. E mentre si rallenta il passo, ciò che vediamo non è l’istantanea sfuocata scattata da un treno in corsa, ma il respiro dei luoghi, i suoi silenzi e le storie dei suoi abitanti.

Quando Elisa e Walter lo scorso ottobre hanno deciso di mettersi in cammino, volevano concedersi il tempo necessario per soffermarsi sui paesi e i paesaggi attraversati, senza correre fino al traguardo della tappa successiva. Non a caso si chiama Cammino Adagio il progetto che li ha uniti nella vita e lungo la strada, un passo dopo l’altro. «Cammino Adagio nasce in realtà da un’idea di Walter – precisa Elisa – ma sin dalla prima volta che me ne ha parlato il progetto mi è piaciuto moltissimo e abbiamo deciso di lavorarci insieme e provare a farlo crescere».

cammino adagio 1

Amanti dei cammini e dell’andatura a passo lento, i due giovani si conoscono a Roma e pochi mesi dopo partono per la Sicilia, per un viaggio di sei mesi alla scoperta dell’isola. Vengono da mondi diversi, eppure pieni di assonanze. Elisa, attrice di teatro e botanica, ha iniziato ad amare i viaggi a piedi sin dalla prima volta che è andata a Santiago de Compostela. Per lei mettersi in cammino vuol dire innanzitutto ascoltare. Per Walter invece – geologo, scrittore e regista – il paesaggio è una stratificazione di storie umane e geologiche da leggere e raccontare.

UN NUOVO MODO DI PENSARE AL TURISMO LENTO

Cammino Adagio è un invito alla lentezza, ma non solo dell’andatura. È soprattutto l’intenzione che deve muovere il viaggiatore verso una scoperta paziente del paesaggio. «Cammino Adagio ci ha permesso di scoprire più a fondo i territori», chiarisce Elisa. «Volevamo trascorrere più tempo nelle località raggiunte e non rimetterci di corsa in cammino». Dietro la definizione di turismo lento infatti si cela spesso una contraddizione in termini: la fretta di giungere a destinazione o completare le tappe previste snatura il cammino stesso. «Nel nostro viaggio abbiamo preferito percorrere meno chilometri e restare più a lungo nei luoghi: questo vuol dire andare adagio». 

cammino adagio 2

Se mettersi in cammino pone tutti di fronte al dilemma di dover scegliere tra il viaggio e la vita – specialmente quando fuor di metafora la vita più che a un viaggio somiglia a un mucchio di incombenze – c’è chi riesce in qualche modo a portare il proprio lavoro in viaggio. «Dal mio lavoro di attrice – racconta Elisa – ho imparato quanto sia importante la capacità di ascoltare gli altri. Senza ascolto e apertura non si può entrare in nessun personaggio. Durante i mesi di viaggio in Sicilia alla fine dello scorso anno mi sono resa conto di quanto tutti avvertissimo il bisogno di essere ascoltati». 

D’altronde solo rallentando il passo si possono davvero ascoltare gli altri e cogliere le connessioni tra società e territorio. Tra i tanti incontri rimasti impressi nei ricordi di Walter ed Elisa, mi raccontano di quando vicino ad Agrigento hanno conosciuto Aldo, «l’uomo che sussurra alle piante», come lo chiamano dalle sue parti. «Quando siamo andati a trovarlo ci siamo ritrovati in una specie di santuario: un tempio botanico con un numero incredibile di specie vegetali», racconta Walter. «Quest’uomo ha un rapporto quasi animistico con la terra, di grande rispetto e cura».

LEGGERE IL PAESAGGIO E LA SUA STORIA GEOLOGICA

E poi procedere a passo lento ci lascia il tempo di osservare dove poggiano i nostri piedi e quello che ci sta attorno. «Il cammino è una specie di lente di ingrandimento che ti permette di capire i territori attraversati», prosegue Walter. «Nel paesaggio intravedo tante storie: da quelle geologiche, antiche milioni di anni, passando per quelle storiche fino a quelle umane, che sono quelle di chi incontriamo durante il viaggio».

Il cammino è una specie di lente di ingrandimento che ti permette di capire i territori attraversati

La “curiosità intellettuale” da cui parte il viaggio di Cammino Adagio è senza dubbio la relazione tra geologia, territorio e abitanti: «Dopo quasi dieci anni di ricerca all’estero, ho avvertito il desiderio di conoscere il territorio italiano e raccontare la geologia in modo diverso: camminando, studiando il paesaggio e parlando con le persone che si incrociano per strada», prosegue Walter.

L’esperienza da ricercatore sul campo gli ha permesso negli anni di alimentare questa passione per il territorio, seppur avvertendo un profondo divario tra quel modo di fare ricerca e il territorio stesso: «Durante il mio post dottorato a Londra avevo condotto delle ricerche in Calabria e poi pubblicato un articolo in inglese su una rivista molto prestigiosa, perché è così che si fa carriera nel mondo accademico. Fu in quell’occasione che mi resi conto di come gli abitanti di quei luoghi di cui scrivevo nella mia ricerca, non avrebbero mai saputo nulla della geodiversità del loro territorio, perché quella pubblicazione probabilmente non li avrebbe mai raggiunti».

Cammino Adagio nasce quindi per costruire una “geologia popolare”, che racconti a tutti la storia dei luoghi. Quello attraverso la Sicilia, dalle coste all’entroterra, è stato anche un viaggio nel passato, indietro di milioni di anni: «Da geologo guardo il territorio e al contempo la società che vi si è sviluppata nel corso del tempo come risultato di quella particolare evoluzione geologica», chiarisce Walter.

cammino adagio cover

In Sicilia Walter ed Elisa hanno ripercorso le tracce di una storia antichissima: l’evaporazione del Mar Mediterraneo e la formazione di un vasto giacimento di sale, come conseguenza di questo fenomeno avvenuto milioni di anni fa. «La Sicilia si trova esattamente nel punto di incontro-scontro tra la placca africana e quella euroasiatica e ha una geodiversità unica nel suo genere – prosegue Walter – ed è per questo che abbiamo deciso di far partire il nostro viaggio proprio in quest’isola».  

ADAGIO FINO ALLA META

Grazie a una campagna di crowdfunding, Walter ed Elisa vorrebbero proseguire il loro Cammino Adagio risalendo dalla Puglia alla Toscana lungo la dorsale appenninica e poi percorrere tutta la catena delle Alpi. «Quando pensiamo al futuro – conclude Walter – da un lato vorremmo sviluppare progetti di turismo ecosostenibile, dall’altro quello che ci sta molto a cuore è diffondere l’amore e il rispetto per il territorio. In particolare ci piacerebbe portare la nostra esperienza nelle scuole, mettendo insieme i nostri racconti di viaggio, la divulgazione scientifica e l’espressione artistica».

Per Walter ed Elisa il cammino riprenderà molto probabilmente ad aprile prossimo, da Santa Maria di Leuca fino a Isernia, passando per la Basilicata e la Campania. Intanto però sperano che il progetto possa pian piano andare oltre i loro stessi passi: più lontano, ma sempre adagio.

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