Book2Book: una biblioteca “diversa” per far crescere le relazioni di prossimità
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Torino - «La biblioteca di prossimità è il nostro personale tentativo di rendere la cultura più accessibile a tutte le persone». Sono queste le parole di Luca Oliva, Presidente dell’associazione Mogoa, con la quale sta dando vita a un progetto innovativo, inclusivo e collettivo: la nuova biblioteca di prossimità Book2Book, appena nata a Torino. Finanziata da Fondazione Compagnia di San Paolo, è un’iniziativa che nasce dal basso, da un gruppo di giovani torinesi under 35. Il progetto è pensato per essere all’insegna del concetto di “prossimità”, parola che per il team di Mogoa ha un grande valore: non si parla solo di vicinanza fisica, ma anche emotiva, di appoggio e di attivazione.
Come nei rapporti di prossimità, Book2Book non si basa su contratti o patti, ma su scambi relazionali e di aiuto reciproco: è un luogo a tutti gli effetti fisico e virtuale in cui prendere in prestito o prestare i propri libri. Ma non solo. Diversamente da una biblioteca canonica le persone le puoi incontrare, conoscere e poi incontrarle nuovamente alla restituzione. I legami di prossimità hanno molta più possibilità di fiorire così.
Chi sei e che ruolo hai nel progetto?
Sono Luca, il Presidente dell’associazione Mogoa, un’APS che come progetto pilota sta sviluppando Book2Book, la prima biblioteca di prossimità d’Italia. Io, nello specifico, mi occupo della gestione dei diversi team, delle relazioni con gli enti partner e dell’organizzazione del progetto.
Come nasce Book2Book?
Book2Book (B2B) nasce da un’idea che ho avuto una sera di un anno e mezzo fa, mentre ero con un gruppo di amici che poi sono entrati nel team. Nel giro di qualche mese abbiamo messo in piedi un piccolo gruppo di persone che da quel momento in poi si è espanso sempre di più.
Cos’è Book2Book?
B2B è una piattaforma digitale che permette di prestare e prendere in prestito libri sulla città di Torino. Se la guardiamo in profondità, che è il nostro modo preferito di guardare le cose, è un progetto di prossimità e scambio che mette al centro le persone, i libri e i luoghi di aggregazione sociale e culturale della città. Nella sua prima implementazione B2B è accessibile da web e da smartphone ed è orientata alla facilità d’utilizzo e alla connessione con gli utenti presenti nella stessa area geografica. In questo modo, con la piattaforma B2B, nasce la prima biblioteca di prossimità d’Italia e non solo.
Come funziona questo tipo di biblioteca?
La biblioteca di prossimità esiste condividendo i libri personali, sia di individui che di realtà associative e aggregative del territorio. B2B genera così un database di libri della città che viene messo a disposizione della comunità stessa. Come luoghi degli scambi ci si può appoggiare ai BookPoint, punti di aggregazione già presenti sul territorio con cui B2B collabora. Loro mettono a disposizione una libreria per gli scambi e i loro spazi per gli scambi, favorendo la conoscenza e rendendo sicuri gli incontri tra le persone.
Come funziona la condivisione e lo scambio dei libri?
Il funzionamento degli scambi è molto semplice. Si cerca nell’applicazione il libro che interessa oppure ci si lascia ispirare dall’homepage: una volta trovata l’edizione giusta, si prenota cliccando sul pulsante “Prenotalo”. Da lì si è indirizzati nella chat con il/la proprietario/a con cui ci si accorda su luogo, orario e data. Al momento dello scambio bisogna scannerizzare un QR code che appare nella chat e lo stesso durante la restituzione, come garanzia dell’incontro che è avvenuto. Poi si hanno 30 giorni che possono essere prolungati con il consenso da entrambe le parti.
Dai canali social sembra essere un progetto virtuale. Che valore ha una biblioteca online e perché questa scelta?
B2B è anche un progetto virtuale, ma non solo. La comunicazione social è una parte fondamentale dell’evoluzione di Book2Book, perché rappresenta la nostra finestra sul mondo. La maniera più immediata per far conoscere il progetto e attivare la community. Il team di comunicazione lavora costantemente per rendere il profilo non solo divulgativo dell’app, ma anche di intrattenimento e di leggerezza sempre con uno sguardo sui valori del progetto.
Quali sono le sue peculiarità?
La parte virtuale della biblioteca B2B concilia il desiderio di prossimità con l’innovazione tecnologica che volenti o nolenti ci ha travolti negli ultimi vent’anni. La biblioteca virtuale è il nostro modo di adattarci agli strumenti del tempo cercando di trarne vantaggio per la comunità. È un modo comodo per cercare e prenotare dei libri da casa propria, ma anche poi per incontrare le persone che te li prestano e possibilmente conoscerle e parlare con loro. Il tutto gratuitamente. La biblioteca online è un mezzo attraverso il quale noi portiamo avanti i valori di Mogoa.
Quali sono i luoghi fisici di Book2Book e che caratteristiche hanno?
Esistono tante cellule sparse sul territorio in maniera capillare, i BookPoint. I BookPoint sono luoghi aggregativi della città, spazi socio-culturali di varia natura che hanno deciso di entrare a far parte della rete di B2B. Sono dei luoghi accoglienti e stimolanti in cui rimanere; mettono a disposizione della community i propri spazi per ospitare lo scambio di libri tra persone. Alcuni hanno al loro interno anche un BookCorner. I libri dei BookPoint sono prenotabili sull’applicazione. Al momento abbiamo dieci BookPoint sparsi per gran parte dei quartieri di Torino, fra cui San Salvario, Lingotto, Cenisia, San Donato, Barriera di Milano, Mirafiori e il Centro.
Quando nasce Book2Book?
Nasce durante la pandemia, frutto di un’idea che si è sviluppata grazie alla volontà di una dozzina di persone che hanno costituito un’associazione e si sono impegnate giorno dopo giorno per vederla realizzata. È un progetto senza scopo di lucro: ogni persona coinvolta investe il proprio tempo per vedere l’idea prendere forma. Per questo lo facciamo con passione: la fortuna di trovare una squadra che ama quanto me questo progetto rende tutto più semplice e appassionante. Ci rende uniti e unite.
A chi si rivolge?
Book2Book vuole arrivare alle persone. Potenzialmente a tutti coloro interessati alla cultura, ai libri e ai progetti innovativi. Alle persone curiose, che vogliono provare un’esperienza nuova. Book2Book funziona perché potenzialmente è davvero per tutt*. Vorremmo arrivare in maniera capillare su Torino, espanderci ancora con nuovi BookPoint e una rete sempre più solida. E poi allargarci sempre di più.
Che riscontro credete avrà questa iniziativa sul territorio e sulle persone coinvolte?
Speriamo che l’impatto sia positivo, non tanto in termini di numeri quanto in fatto di comprensione del progetto. Vorremmo che le persone che usano la piattaforma capiscano gli intenti che ci sono dietro e speriamo di riuscire a comunicare l’attitudine con cui approcciarsi a B2B. Detto questo, speriamo di attivare e riattivare persone diverse sul territorio. Di far vivere e scoprire nuovi luoghi di aggregazione in giro per la città ricostruendo il rapporto con il territorio che in questi anni di emergenza per molti e molte si è perso.
Cosa mette a disposizione Book2Book alla comunità e alle istituzioni?
Certamente uno strumento che potrà essere ulteriormente sviluppato, in grado di avvicinare le persone alla lettura, di stuzzicare i più giovani, di raggiungere le periferie e di valorizzare un capitale letterario dormiente. Personalmente, oltre a veicolare e diffondere il libro e la cultura, attraverso Book2Book, vorrei pensare la nostra città e le nostre istituzioni in modo diverso: più flessibili, più ricche, più eterogene, più contaminate, più dialoganti e polifunzionali.
Che valore ha un finanziamento come quello della Fondazione Compagnia di San Paolo?
Un valore enorme per noi e non solo dal punto di vista economico. Un’istituzione come Fondazione Compagnia di San Paolo che crede e sostiene un progetto nuovo come il nostro ci infonde fiducia in ciò che stiamo costruendo, oltre a renderlo possibile. Con l’erogazione di Fondazione Compagnia di San Paolo stiamo sviluppando l’applicazione, quindi stanno rendendo possibile a tutti gli effetti la realizzazione del progetto.
Il loro supporto ha dato anche credibilità a Book2Book, sia all’interno del gruppo aumentando la percezione del potenziale dell’idea che con enti e istituzioni esterne, per dimostrare che stiamo costruendo realmente e concretamente qualcosa. Non da ultimo, direi che il confronto costante con loro, con le competenze che la missione “Favorire partecipazione attiva” esprime, ci fornisce spunti e riflessioni fondamentali per lo sviluppo di Book2Book.
Quando avverrà il lancio ufficiale dell’applicazione e quali sono le speranze per il futuro?
Verso la primavera 2023, dopo due anni esatti di lavoro. Le speranze per quel momento sono di riuscire a coinvolgere la comunità e far utilizzare il più possibile questa novità. Sul lungo periodo invece ci piacerebbe attivare B2B in altre città, con un modello simile di appoggio alle realtà aggregative del territorio ma con reti create su misura per ogni paese coinvolto. Ci piacerebbe attivarci su Cuneo, Milano, Genova, ma anche realtà più piccole come Trento e scoprire come nei diversi luoghi aderisce diversamente.
Quali sono le impressioni a caldo dei primi soggetti coinvolti nel progetto?
Quest’estate siamo passati alla fase di sperimentazione dell’applicazione con 100 utenti che potevano testarla in anteprima. A loro abbiamo chiesto non solo di utilizzarla, ma anche di aiutarci con feedback, possibili bug e difficoltà riscontrate con la fruizione. Oltre alla grande disponibilità e all’entusiasmo da parte delle persone partecipanti, abbiamo scoperto tante sfumature del progetto a cui non avevamo pensato e si è già creata una bella community. In autunno la sperimentazione finirà, implementeremo l’app e in primavera lanceremo la sua versione ALPHA, non vediamo l’ora.
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