14 Ott 2022

Alessandro: “Ho scelto la strada e di dedicare la mia vita a viaggiare”

Scritto da: Valentina D'Amora

Per Alessandro la bici è una casa, un riparo e un rifugio, oltre che un'instancabile compagna di viaggio. A Bologna però gli è stata rubata e ora sta cercando di ripartire. Lo abbiamo sentito per farci raccontare la sua storia, pregna di cambiamento, resilienza e di un nuovo approccio alla quotidianità.

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Genova - Alessandro Placereani è un ragazzo di 28 anni, nato a cresciuto a Genova. Per lui la bicicletta è molto più di un mezzo per spostarsi: è tutta la sua vita e una fedele compagna di viaggio. Sono entrata in contatto con lui qualche tempo fa, attraverso una persona del gruppo #genovaciclabile. All’epoca ci eravamo sentiti un po’ di sfuggita e, tra una cosa e l’altra, mai incontrati. Poi Alessandro è partito, ha lasciato la sua città di origine e ha iniziato a esplorare lo stivale, con l’idea di spostarsi verso Sud. “Viaggiare è la mia filosofia di vita: cambiamento, mutare, migliorare!”, si legge sul suo profilo Instagram.

Da Milano ha attraversato il nord per scendere in Emilia-Romagna, dove ha costeggiato l’Adriatico toccando Rimini e Riccione. Spinto dalla voglia di visitare Bologna, ad agosto ha deciso di raggiungere il capoluogo emiliano. Nella capitale del tortellino però un intoppo ha interrotto il viaggio: una sera, vinto dalla stanchezza, ha pagato caro l’aver abbassato la guardia. Dopo aver mangiato un boccone si è assopito qualche minuto ed è stato derubato di tutto, dalla bicicletta con tutta l’attrezzatura al cellulare, inclusa la tenda – che fortunatamente ha ritrovato – e i pannelli solari portatili che usava per ricaricare telefono, powerbank e altri dispositivi.

Ora ha attivato una raccolta fondi per cercare di ripartire alla volta della Puglia e, anche se Bologna è ed è stata accogliente, la sua bussola punta al sud e spera di arrivarci al più presto. Mi ha raccontato la sua storia.

alessandro placereani
Alessandro Placereani
Alessandro, raccontaci: cosa è successo?

Mi trovavo in centro a Bologna, con l’idea di restarci poco, giusto il tempo di visitarla, e ho fatto l’errore di addormentarmi dopo cena. Ho chiuso gli occhi una mezz’oretta, non di più. Quando mi sono svegliato non ho più trovato telefono, bici, cassa bluetooth, l’equipaggiamento per il viaggio, le borracce, la tenda… mi avevano rubato tutto. Quella sera mi hanno privato di tante cose che mi servivano veramente. Ora dovrò ricomprarle, per questo ho lanciato una raccolta fondi. Il mio obiettivo è restare qui ancora un mesetto e poi riprendere il mio viaggio.

Che tipo di viaggio hai pianificato?

Non ho una meta già stabilita, è un viaggio senza un itinerario prefissato. Le tappe me le creo io pian pianino, senza stare a contare i giorni e soprattutto senza far tutto di fretta. Me la prendo come viene! Il mio intento è cercare di viaggiare senza soldi, procurandomi ciò che mi serve spendendo il meno possibile. In sostanza, cerco di tirare avanti con poco, puntando all’essenziale. E fare in altre città quello che ho fatto a Genova da poco più di due anni: fare a meno di un tetto sopra la testa.

E com’è arrivata questa decisione?

Non ho scelto di vivere in strada, diciamo che è la vita che mi ha portato a questo. Anche se mi ci sono ritrovato però mi è piaciuto subito, perché è una condizione che mi fa sentire libero. Oggi la classica quotidianità, quella di prima, mi starebbe stretta. Ora ho un’altra percezione della vita, me la vivo meglio. E sto bene.

Quindi non torneresti indietro: questo è uno stile di vita per te?

Sì, l’ho presa proprio come una filosofia, un diverso modo di vivere. La strada ormai l’ho integrata nella mia vita di tutti i giorni.

alessandro bosco
E come vivi?

Faccio tutto quello che posso da solo, basandomi esclusivamente sulle mie forze. Ma ci tengo a dirlo ogni volta che posso: io non sono un ragazzo finito “in mezzo alla strada”, sono un viaggiatore. Qui a Bologna sono visto come una persona normalissima, come tante altre. Le persone che incontro capiscono la differenza tra me e loro e l’accettano. A Genova era più difficile.

Come ti vedevano?

Come un senzatetto, anche se non lo sono. Se qualcuno mi si avvicina mi aspetto una mano, sì, ma non in quel modo, non con quello sguardo. Mi piacerebbe magari un sostegno, un consiglio, qualcosa di più vero, di più concreto. Senza compassione però. Io sono in strada, ma ho tutta l’attrezzatura per vivere fuori, inclusi i fornelletti per poter cucinare, ma capisco che la gente questo non possa immaginarselo. In un certo senso, quello dove vivo io è un mondo parallelo, ma diverso.

A Bologna ti senti più “accettato”?

Sì, qua a Bologna c’è tantissima gente che vive per strada. E poi è una città di portici dove un riparo di notte in qualche modo si trova. Sono partito da Genova perché sono un viaggiatore, o almeno io mi vedo così, non voglio essere catalogato come un ragazzo di strada. Sono capace di arrangiarmi, per questo voglio distinguere le cose, anzi metto proprio una netta linea di demarcazione tra me e chi vive in strada.

Non ho scelto di vivere in strada, però mi è piaciuto subito perché è una condizione che mi fa sentire libero

Cosa ti ha spinto a partire?

Genova è e resterà sempre la mia città, ma penso sia bellissimo vedere posti nuovi. Non è da tutti viaggiare, bisogna avere la testa per farlo. Per tenersi in equilibrio e per avere la voglia di non cedere e di continuare ad andare avanti. Tanti miei coetanei non hanno il desiderio di esplorare, di scoprire il mondo. Non fanno niente, non hanno voglia di muoversi e di schiodarsi dal divano. Io adesso ho la possibilità di andare dove voglio, L’unica cosa che mi manca di Genova sono gli amici… e la focaccia!

Ora per questo intoppo sei fermo a Bologna da quasi due mesi: ti stai ambientando?

Qui è facilissimo socializzare, si conoscono persone così che, come è successo a me, ti regalano un telefono. Quello da cui stiamo parlando ora, dopo il furto, dei ragazzi appena conosciuti me l’hanno regalato. Il bello del viaggio per me è proprio trovare amici in ogni città: ovunque io vada conosco persone che ti aiutano e con cui parlare e condividere le proprie idee.

Qual è il tuo obiettivo adesso?

Innanzitutto trovare una nuova bicicletta, perché quella che ho attualmente ha un solo rapporto e sarebbe una bella sfida girarci tutta l’Italia… [sorride, ndr] E poi ricomprare tutta l’attrezzatura e l’equipaggiamento per riprendere a muovermi: le borse e le borracce, ne avevo diverse e me le hanno rubate tutte. L’acqua è essenziale in viaggio.

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