30 Set 2022

Salute e sostenibilità, al Parlamento Europeo si gettano le basi per un modello a misura di persona e di ambiente

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

Un nuovo approccio alla salute che integri medicina tradizionale e moderna, che dia più importanza alla prevenzione, che consideri la sostenibilità umana e ambientale un aspetto non secondario. È questo il modello al centro dell'incontro "Promuovere salute e sostenibilità", svoltosi al Parlamento Europeo grazie a Greens/Efa e alle Parlamentari Rosa D’Amato e Manuela Ripa e organizzato dalle rete Salus, a cui ha partecipato come ospite e moderatrice anche la nostra Elisa Cutuli, che ci racconta cos'è emerso durante i due giorni di lavori.

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La conferenza internazionale Promuovere salute e sostenibilità: la via d’uscita naturale dallo stato di emergenza permanente che si è svolta il 28 e il 29 settembre al Parlamento Europeo a Bruxelles – grazie a Greens/Efa e alle Parlamentari Rosa D’Amato e Manuela Ripa – è la dimostrazione concreta che, anche in luoghi istituzionali come questi, è possibile raccontare, parlare e creare un ponte verso un nuovo mondo. Negli ultimi decenni l’aspettativa di vita in Europa è cresciuta rapidamente e la qualità? Non molto. 

Biodiversità, agricoltura industriale, monocolture, stili di vita, alimentazione errata influiscono fortemente sull’incidenza di malattie cronico degenerative, contribuendo purtroppo a ridurre la qualità della vita in coincidenza con l’avanzare dell’età. L’ha ricordato Vandana Shiva con un’analisi lucida e precisa su ciò che noi esseri umani stiamo dimenticando: «L’uomo si ammala non solo per le sostanze chimiche utilizzate – ha detto l’attivista indiana –, ma anche per il cibo vuoto che produciamo».

salute e sostenibilita 2

Il dottor Alberto Donzelli ha parlato di un aumento della mortalità per tutte le cause per eccesso di carne lavorata in Europa e, in percentuale maggiore, anche in America, dove la carne lavorata ha una qualità più scadente. Sullo stesso tema in Spagna il professor Mìguel Angel Martinez Gonzalez da venticinque anni è impegnato in una ricerca – che ha coinvolto più di 22.000 partecipanti – sull’efficacia positiva, sui costi e sul ridotto impatto ambientale della vera dieta mediterranea.

Salus, nata per iniziativa dell’Associazione Lumen e di cui Italia che Cambia è partner, grazie all’instancabile lavoro di Milena Simeoni ha riunito relatori internazionali che promuovono, ognuno in modo diverso, un nuovo modo di fare salute che coincide con quanto diceva Ippocrate nel IV secolo a.C.. Igea, panacea e ferro erano le fasi che il medico greco aveva individuato all’epoca, tarando l’intervento sul proprio stile di vita, attraverso la prevenzione e l’alimentazione allo scopo di intervenire immediatamente in caso di disturbi e poi eventualmente aggiungere rimedi medicinali che avevano un basso impatto ambientale.

I dati, i propositi, gli approcci presentati dai vari relatori sono in linea con l’idea di salute che Italia che Cambia ha proposto nella Visione2040: un progetto di salute globale, individuale e di comunità intesa come attivazione delle proprie naturali risorse rigenerative e adattive che l’intero sistema “essere umano” mette in campo. Quello che la medicina convenzionale definisce “prevenzione” e fatica a promuovere concretamente, diventa il naturale percorso di conoscenza di sé e di crescita in consapevolezza. «Ecco perché anche la meditazione – ci ricorda il dottor Pirovano – può essere uno strumento fondamentale per quel cambiamento che vogliamo vedere nel mondo».

È tempo di costruire un’alleanza europea che promuova una sana longevità attraverso efficaci strategie di educazione e promozione della salute e sostenibilità ambientale

La salute è anche vivere in un ambiente sano. Corpo, mente e spirito, spesso dissociati dalla medicina occidentale, vanno riunificati e integrati con l’ambiente esterno perché siamo parte di una rete coerente che include ogni singolo componente dell’ecosistema.

La pandemia da Covid ha puntato la luce su un vuoto di sistema e ha portato alle sue estreme conseguenze un approccio emergenziale che nel corso dei decenni è diventato via via sistemico e distaccato dalla promozione della salute, provocando ulteriori disagi nella popolazione. Le restrizioni imposte hanno causato danni psicologici ancora non quantificabili, soprattutto tra le giovani generazioni. L’approccio del dividi et impera ha creato tifoserie da stadio, allontanandoci dal vero significato della parola “salute”. Si è perso il senso del “sentire” e del “sentirci” che è innato in noi ma decisamente poco considerato dalla scienza e dalla medicina ufficiale.

Da qui l’importanza di una nuova visione che abbracci approcci distanti, ma allo stesso tempo utili per una migliore salute. In Svizzera, ad esempio, come racconta il dottor Davide Cascino, un nuovo articolo – aggiunto alla Costituzione per volere dei cittadini – chiede di contemplare la medicina tradizionale per la cura della persona. In Europa esiste da anni la piattaforma Eurocam, che raccoglie pazienti, medici, veterinari e professionisti che promuovono, appunto, il contributo della medicina tradizionale, complementare e integrativa insieme a quella convenzionale. Gli esempi non mancano per fortuna.

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Il parlamentare italiano dottor Alberto Zolezzi ha provato a inserire nella normativa del nostro paese il riconoscimento delle comunità intenzionali sostenibili, «persone che si riuniscono intorno a uno scopo, a un progetto e a un insieme comune di valori che contribuiscono al bene del territorio. L’ambiente e l’ecologia ritornano sempre come ingredienti fondamentali per il cambio di paradigma», ha spiegato.

È tempo di costruire un’alleanza europea che promuova una sana longevità attraverso efficaci strategie di educazione e promozione della salute e sostenibilità ambientale. Figure politiche come Rosa D’Amato rincuorano soprattutto in tempi in cui la politica sembra aver perso completamente il senso più profondo e si ritrova sempre più scollata rispetto alle esigenze reale e concrete degli individui. Appuntamenti come questi danno speranza, oltre a essere occasioni importanti di confronto, soprattutto all’interno del Parlamento Europeo, che può contribuire a facilitare e velocizzare questo cambio di paradigma necessario.

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