I rifiuti e i PFU nei boschi siciliani si “combattono” con informazione e consapevolezza
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Catania - Sicilia e rifiuti un binomio che va avanti da troppo tempo e che non sembra avere alcuna via d’uscita. La politica detiene sicuramente le maggiori responsabilità, ma anche la mancanza di sensibilizzazione nella società civile contribuisce al disastro in atto. Per fortuna sono ormai numerosi gli eventi e le manifestazioni che cercano di smuovere le coscienze di tutti.
Tra queste la campagna di Legambiente Puliamo il Mondo che quest’anno è giunta alla trentesima edizione e in Sicilia – dall’Etna in particolare – fra il 22 e il 24 agosto scorsi è partita un’anteprima degli appuntamenti previsti dal programma per il 2022 per il prossimo fine settimana del 30 settembre, 1 e 2 ottobre.
Nel Bosco Barone di Nicolosi di Milo i volontari hanno raccolto oltre 300 PFU – acronimo che sta per pneumatici fuori uso – dispersi e hanno svolto operazioni di pulizia dell’intera area verde. I PFU sono rifiuti classificati come permanenti, cioè non si deteriorano, restano in mare o in natura per centinaia di anni. In realtà sarebbero riciclabili al 100% e si possono trasformare in una risorsa perché il polverino che si ricava da essi può trovare diversi riusi.
Gli pneumatici raccolti sono stati riciclati da Eco Tyre, che coordina il progetto “Da Gomma a Gomma”, grazie al quale oggi è possibile utilizzare la gomma ottenuta direttamente da PFU per la produzione di nuovi pneumatici o di altri prodotti in gomma. Un esempio pratico di un’economia circolare che non crea alcun rifiuto.
La collaborazione con Puliamo il Mondo rientra nel progetto più ampio “PFU Zero”, che nasce con lo scopo di informare i cittadini sull’esistenza e sul buon funzionamento della filiera e sensibilizzare sulle corrette modalità di gestione dei PFU. Solo nel 2021 EcoTyre, sempre nell’abito di questo progetto, ha realizzato 49 interventi straordinari avviando a recupero quasi 200.000 kg di PFU.
«L’iniziativa di pulizia effettuata al bosco di Milo – spiega Claudia Casa, Direttrice di Legambiente Sicilia – ha suscitato scalpore tra l’opinione pubblica e grande attenzione sul piano mediatico. Auspichiamo che tutto ciò si traduca in un’effettiva presa di coscienza da parte di tutti, in primo luogo degli organi preposti al controllo sul territorio, ma anche dei cittadini, per lavorare tanto sul piano della prevenzione che della repressione di ogni azione che produce degrado. E di certo vedere come in concreto il Consorzio EcoTyre si adopera per recuperare e trasformare i PFU in nuova materia prima seconda non può che aumentare questa consapevolezza».
I volontari impegnati hanno raccolto purtroppo anche grandi quantità di rifiuti solidi urbani, oltre agli pneumatici dismessi, abbandonati all’interno di una parte dell’area boschiva adiacente la strada che collega Zafferana a Milo. Si spera che questo sia solo l’inizio di una serie di attività future di pulizia, sensibilizzazione e informazione e che si possa mettere in atto collaborazioni con le diverse realtà del territorio per promuovere una fruizione consapevole dei luoghi da cui dipendono essenzialmente la conservazione e il rispetto degli stessi.
In Sicilia il tema rifiuti è alquanto spinoso. Un’emergenza continua che va avanti da anni e che non accenna ad arrestarsi. Sono tantissime le immagini di questa estate di città assalite da turisti di tutto il mondo circondati da tanta bellezza, ma anche da tanta immondizia. È incomprensibile come si possa arrivare a situazioni del genere.
«Diventa comprensibile se si considera la mala gestione politica in atto da anni, che ha garantito e tutelato il privilegio di tre padroni delle tre grandi discariche private, senza investire su impianti pubblici di compostaggio», osserva Claudio Fava, che da presidente della commissione Antimafia regionale ha condotto un’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Secondo il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, Cosa nostra «si infiltra nella gestione e il conferimento dei rifiuti».
Si preannunciava un’estate da record e così è stata per il numero di presenze sull’isola, ma anche per la spazzatura disseminata ovunque a causa della mancata programmazione straordinaria in tema di raccolta rifiuti da parte delle amministrazioni. Un buco nero che, insieme alla scarsa sensibilizzazione del cittadino medio, ha disgustato molti visitatori.
Puliamo il Mondo è una delle tante opportunità per sensibilizzare e avvicinare più persone al problema esistente. Non ci sono motivi per giustificare l’abbandono di PFU o di qualsiasi altro rifiuto nell’ambiente, dal momento che esiste un sistema di raccolta differenziato. Non ci sono motivi per giustificare le aree verdi trasformate in discariche a cielo aperto o celebri borghi invasi da rifiuti di ogni tipo.
La bellezza di certi luoghi lascia senza fiato e ricorda che un tempo chi governava aveva a cuore la propria città e cercava di renderla sempre più perfetta e splendente, anche agli occhi dei forestieri. Oggi è l’esatto opposto: chi amministra, su cosa si sta impegnando davvero? Per fortuna il senso civico e l’attenzione su certi temi, soprattutto grazie alle giovani generazioni, comincia a crescere e sempre di più si vedono in prima fila cittadini di ogni età pronti a spendere il proprio tempo e la propria energia per il bene comune, che passa anche dal rispetto e dalla pulizia dei luoghi in cui si vive.
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