Raccolti: nuove narrazioni tra cultura e agricoltura nella città del riso
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Vercelli - Campi di riso suggestivi e mutevoli che si perdono a vista d’occhio. Nelle campagne del vercellese, quando arriva il periodo del raccolto lo senti. Lo percepisci in quel fermento tipico del periodo di fine estate e nell’intenso lavoro nei campi, immersi in un territorio agricolo di eccellenza.
La città di Vercelli, situata proprio a metà tra Torino e Milano, da sempre convive con la vita di campagna. È un rapporto intenso e viscerale, che ci mostra come il mondo dell’agricoltura e quello della cultura non siano poi così distanti tra loro. Di questo sono convinti Massimo, Matteo, Rosario, Lara, Vincenzo ed Eugenia, anima e corpo di Bottega Miller: associazione, ma anche spazio di incontro tra diverse professionalità, coworking e bottega dove apprendere un nuovo lavoro imparando dallo scambio con gli altri. Oltre a tutto ciò è anche un progetto che dal 2019 ha dato vita a Raccolti, il Festival delle Nuove Narrazioni che per il quarto anno porta l’arte e la cultura tra le vie della città.
Parliamo con Matteo Bellizzi, documentarista, filmmaker e regista, nonché membro di Bottega Miller. Come ci racconta, «ci piaceva la metafora di raccogliere il lavoro che abbiamo è fatto durante l’anno, anche in termini creativi: all’interno di Bottega Miller noi facciamo un mestiere legato alla comunicazione e ci piaceva l’idea di vedere, attraverso un festival, l’agricoltura e la cultura come due mondi che non fossero separati».
Così per tre giorni Vercelli si trasformerà in un palcoscenico che ospiterà spettacoli, momenti di lettura, laboratori e tanto altro ancora, mettendo a sistema le sue istituzioni culturali più vivaci e le sue risorse colturali d’eccellenza. Un festival che ci mostra il rapporto identitario con il territorio e con chi lo abita.
RACCOLTI, IL FESTIVAL DELLE NUOVE NARRAZIONI
Quando Bottega Miller ha avviato la sua prima edizione del Festival nel 2019 si chiamava semplicemente “Raccolti”: «Era un ciclo di piccole conferenze, di dialoghi con scrittori e autori che ci piacevano». Nonostante l’arrivo del Covid e le tempeste che il progetto ha passato, Bottega Miller ha resistito e ne è uscita più forte di prima. Dal 2020 l’evento si è trasformato nel “Festival delle Nuove Narrazioni” che oggi conosciamo.
«Ogni anno abbiamo cercato di definire un tema che rappresentasse il faro da seguire, a partire dal quale trovare ospiti e temi connessi. Ci piace molto il concetto di “nuova narrazione”, ovvero quelle ibridazioni, quelle nuove forme dal podcast, alla graphic novel, allo storytelling, al teatro che oggi sono al centro del nostro modo di fruire della cultura. Ci piacciono le nuove forme e vogliamo portarle a tutte le persone».
Raccolti – Festival delle Nuove Narrazioni avrà il suo cuore nel Chiostro di San Pietro Martire, un luogo raccolto e intimo che da 23 al 25 settembre si trasformerà in un vero e proprio salotto della città, in cui l’evento porterà la sua quarta edizione. Il Chiostro si trova all’interno della zona Antico Ospedale che il Comune dopo tanti anni ha riconsegnato alla città. Qui c’è la biblioteca dei ragazzi, l’Università e pulsa di futuro. Il posto perfetto insomma per un evento che ci parla di forme ibride e sperimentali di fare cultura.
QUANDO CULTURA FA RIMA CON AGRICOLTURA
«Il tema di quest’anno è seduzioni: ogni ospite è stato invitato per raccontarci qualcosa che lo seduce, ovvero cosa lo guida, cosa lo attrae. Attraverso un percorso narrativo faremo un viaggio verso tutto ciò che ci affascina e ci chiama a sé». Possiamo dire che la seduzione sia alla base di ogni trasformazione: per esempio, in un contesto come quello vercellese, ha stimolato tanti agricoltori a scegliere tecniche colturali resilienti, meno energivore e più in sintonia con l’ambiente.
E proprio in questo contesto ritorna il tema dell’agricoltura: «In questi anni abbiamo visto coltivatori di riso che venivano a sentire le nostre conferenze sul graphic design; allo stesso modo conosco decine di agricoltori che sono uomini di cultura, che scrivono, fanno foto meravigliose e hanno una consapevolezza del proprio mestiere che li porta a fare scelte sostenibili e sane. Ad esempio, quando una persona passa al biologico non lo fa perché le conviene ma perché ha una coscienza umanistico-culturale che le fa dire: “Questo è un bene per me e per gli altri”».
GLI OSPITI DEL FESTIVAL
Quest’anno il festival inaugura anche la sezione “primizie”, che sarà dedicata alle famiglie, per creare uno spazio dedicato al racconto di storie o ai laboratori creativi. «La nostra speranza è che il genitore porti il figlio e si innamori delle proposte del nostro festival».
Durante i tre giorni di festival non mancherà la presenza di personaggi conosciuti nel mondo culturale: Paolo Verri proporrà una riflessione sulle città, grandi seduttrici e luoghi dove si elabora il futuro del pianeta; Jonathan Bazzi parlerà delle sue personali seduzioni, tra amore, letteratura, metropoli e pratica dello yoga; il naturalista Francesco Tomasinelli si concentrerà sull’evoluzione e sui suoi incredibili meccanismi; il cantautore Massimo Bubola darà nuova forma a brani di grande successo.
Saranno ospiti anche la pianista di fama internazionale Gloria Campaner, che si esibirà e condurrà un workshop per imparare a esprimere la creatività e a mettere a fuoco le proprie emozioni; non mancheranno gli scrittori Giorgio Boatti e Daniele Mencarelli che parleranno di follia e disagio psichico; ci sarà il teologo Vito Mancuso, l’autore Filippo Maria Battaglia; il matematico Piergiorgio Odifreddi e lo scrittore Alessandro Barbaglia che saliranno sul palco per un dialogo a due sugli scacchi.
E ancora, saranno presenti Guido Catalano con un reading in solitaria; la pubblicitaria Annamaria Testa con il suo intervento sulle vie della comunicazione e il trasformista Arturo Brachetti. Gli ospiti non sono finiti qui e suggeriamo di consultare il programma per conoscere tutti gli appuntamenti, gratuiti, e prenotarsi.
BOTTEGA MILLER, PROMOTRICE DI CULTURA IN CITTÀ
In questi anni Bottega Miller ha dato vita a un momento importante per la cittadinanza. Così quel fermento che si riversa nei campi in periodo di raccolto diventa lo stesso fermento che si riversa in città durante i giorni di festival. D’altronde, l’anima di Bottega Miller risiede proprio nella volontà di restituire qualcosa alla sua città. Massimo, Matteo, Rosario, Lara, Vincenzo ed Eugenia sono un gruppo di professionisti che crede fortemente sull’incontro e sullo scambio, sulla creazione di un progetto dove idee, mestieri e talenti diversi si mettono quotidianamente a confronto.
«Siamo quasi tutti vercellesi. In passato abbiamo fatto esperienze fuori dai nostri confini per poi ritornare e rimettere le radici qua. Così ci siamo detti “proviamo a mettere un punto fermo e creare bottega Miller, una sorta di coworking dove, oltre al nostro lavoro quotidiano, poter essere anche promotori culturali per la città. Per noi questo è certamente un raccolto, ma anche una semina. Ogni anno al termine del Festival ci diciamo “che stanchezza, va bene così! Però l’anno dopo poi ripartiamo sempre e con nuove energie. In questa ciclicità c’è qualcosa di naturale, che per noi si rispecchia nel fare cultura».
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