Piccoli ruscelli e grandi sfide: proteggiamo i pesci nel Po, minacciati dal cambiamento climatico
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Con il termine “minnow” si definiscono alcune specie di piccoli pesci d’acqua dolce la cui esistenza è in grande pericolo a causa di una lunga serie minacce: dal cambiamento climatico alla “competizione” con specie esotiche, dalle alterazioni degli habitat alle trasformazioni morfologiche dei corsi d’acqua.
La sfida legata alla loro conservazione ha portato alla nascita del progetto LIFE Minnow, che l’Unione Europea ha di recente approvato e finanziato. L’iniziativa è stata inserita nella sezione Nature and Biodiversity del Programma LIFE, strumento finanziario dell’Unione Europea per l’Ambiente e il Clima. Insomma: lo scopo del progetto è tutelare la biodiversità delle comunità ittiche autoctone e garantire la conservazione degli habitat attraverso ripristino e rinaturalizzazione delle sponde.
IL FIUME PO E LE SPECIE DA PRESERVARE
L’area interessata riguarda la porzione nord-occidentale del bacino del Fiume Po e si sviluppa lungo 21 corpi idrici, su un’estensione complessiva di 440 chilometri, che interessa anche 20 Siti della Rete Natura 2000, nonché il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità.
La lampreda, la lasca, la savetta, il cobite, il vairone e lo scazzone: sono queste sei le specie ittiche che il progetto LIFE Minnow intende tutelare. Il loro stato di conservazione infatti, sia a livello europeo sia a livello nazionale, è valutato come sfavorevole e si prevedono interventi urgenti e necessari per impedire il declino di queste specie durante i cinque anni di durata del progetto.
D’altronde, il Catasto delle Opere di Difesa (SICOD), riconosciuto dalla Regione Piemonte, identifica nell’area di progetto 120 azioni necessarie sugli alvei: nel complesso gli interventi riguardano argini, soglie, briglie e ponti, ovvero costruzioni che rappresentano un ostacolo che mettono a repentaglio la possibilità dei pesci di spostarsi e completare il loro ciclo vitale.
Un altro elemento di criticità è poi l’assenza di una linea guida univoca a livello nazionale, o almeno di bacino, di gestione delle specie e degli habitat. Per questo il programma LIFE Minnow intende intervenire affinché la tutela e la conservazione degli habitat possano essere mantenuti.
I PROGETTI IN PROGRAMMA
A livello di macrosistema si ripristinerà la connettività longitudinale e la qualità dell’habitat dei 21 corpi idrici individuati e delle aree adiacenti, rendendo 16 barriere permeabili al passaggio dei pesci lungo 122 chilometri di corpi idrici minori. Ma non è finita qua: saranno migliorati gli habitat in 13 punti strategici e ciò avverrà attraverso interventi puntuali di ripristino arginale con la rinaturalizzazione delle sponde e il recupero della vegetazione ripariale in tre corpi idrici principali e sei secondari, oltre che con la riqualificazione di sei sorgenti.
L’INTRODUZIONE DELLE SPECIE ESTINTE
Lungo circa 170 chilometri di corsi d’acqua e in 9 Siti Natura 2000, saranno introdotti circa 71.000 piccoli pesci avannotti, sia dove sono presenti le 32 popolazioni residue sia dove le specie risultano estinte. Sono infatti previste 47 “nuove” popolazioni che verranno introdotte.
Il progetto intende gestire anche il problema delle specie alloctone, quelle specie non autoctone e considerate “aliene”, ovvero invasive. Questa problematica globale è considerata, per importanza, la seconda minaccia alla biodiversità dopo l’alterazione degli habitat. Per questo saranno messe sotto controllo e ridotte le specie alloctone, attraverso la realizzazione di diversi interventi effettuati duranti gli anni di progetto. Le azioni riguarderanno specie come il pesce siluro, il cobite di stagno orientale, il carassio, il gambero della Louisiana o il barbo europeo
In quest’ambito è prevista un’azione innovativa: la realizzazione di una nuova filiera per lo smaltimento della biomassa alloctona attraverso un accordo con un’azienda di mangimi. Altro passaggio fondamentale è l’attesa replicabilità del progetto in altri contesti: il Parco naturale regionale del Queyras (Francia) e il Parco nazionale e regionale della Sierra Nevada (Spagna) hanno già aderito e parteciperanno allo scambio di competenze.
IL COINVOLGIMENTO DELLA COMUNITÀ LOCALE
Il progetto è coordinato dall’Università di Torino – che è anche ente capofila – e vede come partner la Città Metropolitana di Torino, la Provincia di Alessandria, la Provincia di Cuneo, la Provincia di Vercelli, l’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, l’Istituto Delta Ecologia Applicata. La Regione Piemonte partecipa inoltre in qualità di co-finanziatore del progetto.
LIFE Minnow negli anni a venire coinvolgerà per un lungo periodo la comunità locale: parliamo di pescatori, volontari, studenti e cittadini, nonché attori che faranno da tramite per una migliore comprensione del valore, anche economico, delle risorse naturali presenti nei nostri fiumi.
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