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Messina - Torna dal 1° settembre al 1° ottobre Naxoslegge, XII edizione del Festival delle narrazioni, della lettura e del libro. Diretto da Fulvia Toscano e col sostegno dell’Assessorato Regionale Beni Culturali e dell’Identità Siciliana guidato da Alberto Samonà, si terrà a Naxos, in Sicilia, e in altre città della costa orientale – Messina, Catania, Siracusa, Taormina, Augusta, Letojanni e Roccalumera – nel corso del mese di settembre.
Nato nel 2011 da un’idea dell’attuale direttrice, Naxoslegge 2022 è un festival dal ricco programma articolato in più sezioni, incentrato tanto sulla lettura quanto sulla presentazione di libri, su incontri collaterali di riflessione e dibattito, e ancora, su esecuzioni artistiche variamente connesse alla letteratura, come cinema, musica, tradizione gastronomica. Un’offerta culturale ampia e di spessore.
Cosa ha ispirato il tema di quest’anno, ovvero quello dei Corpi?
Viviamo in un tempo in cui paradossalmente c’è una sorta di enfatizzazione dei Corpi anche alla ricerca di una presunta perfezione, ma nello stesso tempo assistiamo a un fenomeno di smaterializzazione dei rapporti, di cui il corpo in qualche modo fa parte. Questo paradosso stupisce, perché di fatto io credo non ci sia stata un’epoca in cui il corpo sia stato più lontano da noi. C’è quindi un problema di un amore apparente per il corpo.
Abbiamo tutti capito anche attraverso il corso della pandemia come essa abbia creato un allontanamento ulteriore tra i corpi, non solo dall’io proprio, ma anche del corpo di ognuno con quello dell’altro. Fondamentalmente è questo il movente ideale, assolutamente inerente anche alle esperienze degli ultimi anni, e abbiamo voluto declinarlo nel programma con sezioni ben definite.
In che modo verrà declinato questo tema all’interno di Naxoslegge?
Per esempio, Corpi di scena sono le sezioni dedicate al teatro in collaborazione con il DAMS di Messina, di cui cito l’omaggio a Peter Brooke, a Carmelo Bene per voce di Armando Petrini, e la presenza prestigiosa del regista Theodoros Terzòpoulos, atteso a Naxos per raccontare il suo magistero e ricevere un premio. In Corpi del reato, sezione molto importante dalla forte valenza – a mio avviso – politica ma con la P maiuscola, abbiamo scelto quattro personaggi della recente storia d’Italia che spiegano molte cose del passaggio dalla prima alla seconda Repubblica.
Sono tutti corpi su fatti che a nostro avviso gravano sulla storia italiana: la morte di Enrico Mattei e il tema della sovranità energetica dell’Italia, Giangiacomo Feltrinelli con cui si aprono stagioni incredibili di lotte armate, gli anni di piombo che non li si riesce ancora a interpretare pienamente e con oggettività, poi Raul Gardini che significa Tangentopoli e infine Federico Caffè, un grande economista che, come Ettore Majorana, da un giorno all’altro scompare.
Quattro corpi reali e simbolici della nostra storia particolare, ispirata proprio dal fatto che giovani come i miei alunni del liceo non conoscono nessuno di questi personaggi e quindi ignorano la storia italiana degli ultimi quarant’anni. Come possono essere cittadini questi ragazzi senza conoscere la storia?
Abbiamo poi il Corpo del poeta dedicata a Pasolini e a Ezra Pound. Ricorrono quest’anno sia i cento anni della nascita di Pasolini, sia i cinquant’anni della morte di Pound. Ancora, c’è la sezione sulle donne coordinata da Marinella Fiume, Le donne non perdono il filo, un viaggio dalla lezione unica di Trotula, prima donna medico della storia, fino alle medichesse ebree di Sicilia, come Verdimura. La stessa sezione prevede l’assegnazione del Premio “La tela di Penelope” alla coreografa e danzatrice Betty Lo Sciuto.
Avremo il Corpo del potere a cui dedichiamo due giorni congressuali in collaborazione col Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università di Messina insieme all’ERSU di Messina che declinerà l’aspetto del corpo del potere e il potere del corpo con ospiti prestigiosi e l’importante incontro-conversazione con Alain De Benoist e Marco Tarchi, che si terrà a Catania il 30 settembre. Ancora, una giornata filosofica a cui teniamo molto e, per la sezione del Festival dal titolo “Sguardi a Oriente” coordinata da Tamako Chemi, un incontro dedicato a Yukio Mishima.
Anche la scuola partecipa con quattro incontri che si terranno la mattina con atleti paralimpici. Paola Tricomi racconterà il suo film in cantiere, insieme ad Andrea Orlando. Avremo il tema delle donne e del potere nell’antichità col professore Braccesi e poi una sezione dedicata al Corpo a Corpo della traduzione, Sergio Claudio Perroni come traduttore, e Alessandro Ceni che è il traduttore poeta dell’Ulisse di Joyce. Non da ultima, c’è la sezione di Augusta, I cantieri della memoria, ideata da Maria da Pansera, in collaborazione con Archeoclub di Augusta, dedicata alla Memoria del mare. Tre gli incontri, il primo sull’archeologia subacquea.
A proposito di archeologia, che spazio ha questa disciplina nel novero degli eventi?
Il Premio Comunicare l’antico fa dell’archeologia il centro propulsore, e la sezione è condotta in sinergia col Parco Archeologico Naxos-Taormina diretto da Gabriella Tigano. Quest’anno avremo l’onore di due delle voci più importanti dell’archeologia internazionale: il professore Nicolas Stampolidis, direttore del Museo dell’Acropoli di Atene e il professore Paolo Matthiae il grande scopritore di Ebla.
Premieremo Tiziana D’Angelo, direttrice del Parco archeologico di Paestum, Stefano Vassallo il cui nome è legato agli scavi importantissimi di Himera, il giornalista Alessandro Giuli che ha ideato e conduce una straordinaria trasmissione dedicata alle feste del mondo antico. Premiamo anche il Certamen Ciceronianum di Arpino, il più antico di Europa, e infine una grande attrice regista, Cinzia Maccagnano il cui nome è legato ai teatri di pietra. I giovani dell’Archeclub Giovani faranno il 5 un flash mob poetico e corsaro dedicato a Pasolini, ripreso dall’alto da un drone che li seguirà nelle piazze della nostra città.
Il manifesto del festival recita una sorta di dichiarazione d’intenti: “[…] per leggere con noi la realtà, per vigilare e resistere, per essere liberi protagonisti del nostro tempo”. Cos’è cambiate secondo lei nella realtà culturale della Sicilia? Come vigilare e resistere oggi e a cosa?
Credo che la cultura sia uno strumento di cambiamento e debba essere la bussola con cui orientarsi nella complessità del presente. Non è una questione di quantità di eventi che si fanno a rendere la qualità della proposta. La cultura con la “C” maiuscola è una cultura ricca di suggestioni e si deve uscire dall’idea che sia qualcosa di facile, perché non è vero, la facilitazione non è un valore aggiunto, anche perché traditrice.
Siccome la vita è complessa, anche la cultura è complessa; il resto è intrattenimento e francamente a me non interessa. Naxoslegge è un Festival che mira ai contenuti e soprattutto alla qualità dei relatori. Quanto alla Sicilia, diciamo che il nostro Festival cerca di accompagnare la complessità di una Sicilia più unitaria, che ovviamente cambia come cambia il mondo circostante. Il cambiamento non è necessariamente positivo, è reale. Si può essere critici per il cambiamento.
Il verbo crino in greco significa giudico! Ecco, il primo lascito che potremmo dare è la capacità di giudizio e noi dobbiamo avere la capacità di gestire il cambiamento senza rottamare, disprezzare o buttare via la grande esperienza di chi ci ha preceduto. Anche se ormai il nostro Festival è conosciuto e frequentato, non ci poniamo il problema di riempire gli alberghi. Vogliamo resistere al paradigma che troviamo immondo, cioè quello di economizzare e rendere un prodotto della finanza anche la cultura.
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