#6 ENERGIA – Ecco le risposte etiche e sostenibili alla crisi energetica
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Parlare di energia oggi è urgente e necessario. Non solo perché la politica delle multinazionali energetiche e dei Governi – esacerbata ulteriormente dalla guerra in atto – ci accompagna verso l’inizio dell’inverno in una situazione emergenziale, ma anche perché da troppi anni stiamo rimandando un ripensamento radicale dei nostri modelli di produzione e consumo di energia, oggi divenuti insostenibili.
Lo scenario nostrano, a cui ci stiamo tristemente abituando, è purtroppo abbastanza desolante. Abbiamo un ministero per la transizione ecologica che si rifà a vecchie logiche e, a conti fatti, non sta affatto lavorando per una reale decarbonizzazione. Ma noi siamo l’Italia Che Cambia e non possiamo non parlarvi di ciò che invece sta funzionando e dei progetti che, lontano dalle luci dei riflettori, hanno già gettato le basi per modelli energetici etici e sostenibili.
Nella sesta tappa del nostro tour del decennale abbiamo intervistato Sara Capuzzo, presidente di ènostra, per parlare proprio di energia, di comunità energetiche, di rinnovabili e di tante altre cose. Lo abbiamo fatto sullo sfondo del più grande impianto eolico collettivo d’Italia – che si trova nei pressi di Gubbio, in Umbria.
Da anni ènostra è un partner di Italia Che Cambia, oltre che una delle storie più significative. Si tratta infatti di una cooperativa energetica che sta cercando di cambiare dal basso il modo di produrre e consumare energia, basandosi sui valori della mutualità, della trasparenza, della sostenibilità, della condivisione e della partecipazione. L’energia fornita da ènostra è al 100% sostenibile e rinnovabile, ma anche tracciata, proveniente da impianti selezionati per i loro valore ambientale e sociale.
ALTRE ESPERIENZE INTERESSANTI SUL TEMA DELL’ENERGIA
Sempre in Umbria si trova uno degli storici progetti che riguardano il settore energetico in Italia: il PeR, Parco dell’Energia Rinnovabile. Questo centro è nato più di vent’anni fa dalle ceneri di un vecchio casale diroccato situato sulle colline umbre. L’obiettivo di Alessandro Ronca, il suo fondatore, era dimostrare che si può essere autosufficienti anche in condizioni difficili, grazie a un complesso sistema di recupero e depurazione delle acque piovane unito a una riduzione drastica dei consumi per l’intera struttura. Oggi il PeR è un centro scientifico, divulgativo e ricreativo in prima linea nella ricerca e nella sperimentazione di tecnologie, processi e azioni virtuose che migliorino la vita dell’essere umano e riducano l’impatto delle sue attività sul pianeta.
Un progetto simile si trova dall’altra parte dell’Italia, in Veneto. Qui sorge il Fenice Green Energy Park, nato anch’esso dalla riqualificazione di una zona degradata e abbandonata di Padova a opera di numerosi soggetti della società civile e del mondo associativo, in collaborazione con l’amministrazione locale. Il parco accoglie ogni anno circa 20000 persone fra scolaresche, altrettante tra le famiglie e circa 500 aziende. Qua si tengono corsi di formazione specialistica per aziende e professionisti, laboratori didattici per scuole di tutte le età e attività di educazione ambientale.
Sta arrivando l’inverno – dicevamo in apertura – e sarà un inverno particolarmente rigido, non tanto dal punto di vista meteorologico, quanto da quello dei costi economici e sociali del riscaldamento. In quest’ottica risulta particolarmente interessante il caso di Karniafire, che produce stufe a legna disegnate e costruite con l’idea di sfruttare al massimo l’energia della fiamma, riscaldandosi in poco tempo e trattenendo invece molto a lungo il calore accumulato rilasciandolo a poco a poco nel tempo. Per merito di questa capacità di ottimizzare la produzione di calore grazie al suo mantenimento nel tempo, la quantità di combustibile necessaria è molto minore rispetto ai caloriferi tradizionali, con notevoli vantaggi sia per l’ambiente che per il portafoglio.
Chiudiamo questa panoramica con la storia di un’azienda toscana che si occupa di installazione di pannelli fotovoltaici. Si chiama Morellato Energia e qualche anno fa ha preso una decisione per certi versi storica, ovvero rinunciare a una committenza economicamente molto importante perché legata alla filiera di costruzione di missili. Valerio Morellato, il titolare, non se l’è sentita di contribuire al business della guerra e ha rinunciato a un grosso guadagno, nonostante la crisi del settore dell’energia rinnovabile. Questo episodio è coerente con una politica aziendale che da anni si muove fra tecnologie sostenibili, economia solidale e progetti di sviluppo energetico e sociale. A conferma che l’energia – quella pulita e rinnovabile – non serve solo per far funzionare luci ed elettrodomestici, ma è un importante strumento di cambiamento.
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