Elisa Mazzocato: Un’Altra Scuola è possibile, ma deve essere una priorità per tutta la società
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Molto spesso tra le scelte politiche dei Governi – soprattutto in alcuni paesi – la scuola e la formazione, nonostante i buoni propositi e le tante promesse, sono tra i settori che ricevono meno finanziamenti e meno considerazione. Sembra interessare a pochi investire su un futuro a medio/lungo termine che riguarda non solo i giovani, gli insegnanti e tutti coloro che hanno a che fare con il mondo della scuola, ma anche chi apparentemente non ha alcun legame con questo ambito.
Elisa Mazzocato ha 23 anni è una studentessa in Lingue e Letteratura Straniera a Trento e adesso in Germania per un progetto di doppia laurea insieme alla sua amica coinquilina Valentina Failla, studentessa in giurisprudenza. Insieme hanno iniziato a confrontarsi, quasi per caso, e a cercare di capire come poter parlare di scuola con chi pensa di non doversene occupare. Dal loro punto di vista la scuola intesa come educazione e sistema educativo è l’istituzione più importante perché il buono e cattivo funzionamento influenzano tutto il resto. La scuola non riguarda solo i bambini, i genitori e gli insegnanti, ma tutti i membri di una società.
«Io sto ancora studiando, ho in programma di continuare con un dottorato di ricerca nell’ambito della letteratura tedesca e poi proseguire con un percorso accademico che potrebbe comprendere anche l’insegnamento, non strettamente a scuola. Valentina studia giurisprudenza, è lontana dal mondo della scuola e della formazione. Entrambe abbiamo sempre creduto nell’importanza di informare più possibile e creare una coscienza critica anche in chi non lavora prettamente a contatto con la scuola, non pensa di averci a che fare fino a che non avrà dei figli», racconta Elisa.
UN’ALTRA SCUOLA
Per tale motivo insieme – anche se adesso Valentina ha lasciato il progetto – hanno creato l’associazione Un’altra scuola, con l’obiettivo chiaro di ripensare la scuola, schierandosi per una visione che dia un senso e una direzione all’istruzione in Italia, che rifletta una nuova idea di educazione per le nuove generazioni e la società. Tramite articoli, rubriche di post, video, interviste, podcast e partecipando ad eventi organizzati dalle associazioni studentesche, Un’Altra Scuola svolge attività di sensibilizzazione sull’importanza della scuola quale fondamento indispensabile per costruire la società del futuro.
L’associazione vuole essere uno spazio d’informazione online, per stimolare fra i giovani un dibattito critico e indipendente sul tema della scuola e dell’educazione. Non a caso Elisa è una delle giovani changemaker di Gen C che, da anni, su iniziativa di Ashoka Italia e Agenzia Nazionale per i Giovani, identifica storie di giovani e di innovazione.
In un primo momento, a partire da novembre 2019, le chiacchierate di Elisa e Valentina si sono trasformate in una rubrica mensile di articoli sul giornale studentesco di Trento. In seguito, nonostante la pandemia, nella primavera del 2020 hanno cominciato a coinvolgere anche altre ragazze ed è nata Un’Altra Scuola, dapprima solo come pagina Instagram e poi, nel 2021, anche come associazione: «Durante il nostro primo anno di attività abbiamo cercato di avviare collaborazioni anche con altre riviste, realtà e associazioni universitarie proprio per raggiungere studenti e persone della nostra fascia d’età così che possano interessarsi a contribuire a un cambiamento nella e della scuola italiana».
«Come sistema scolastico noi guardiamo molto e spesso a quello finlandese, che è stato in grado di essere rivoluzionato nell’arco di trent’anni circa», spiega Elisa. «Un sistema innovativo, confermato anche dai risultati di vari test internazionali, dove si lavora molto per sviluppare senso critico, autonomia negli studenti e formazione continua degli insegnanti. Nella scuola italiana non è tutto sbagliato, ma potrebbe essere utile conoscere le tante realtà alternative e gli esperimenti presenti altrove. Purtroppo non è un tema di interesse pubblico che finisce nelle prime pagine dei giornali».
PREGI E DIFETTI DELLA SCUOLA ITALIANA
La scuola italiana non ha un unico metodo, ha un sistema molto complesso fatto di migliaia di persone che si trovano ogni anno di fronte a numerosi cambiamenti, anche per via di una riforma della formazione degli insegnanti e reclutamento confusionaria. «L’ultima trovata dei crediti è totalmente fallimentare, noi abbiamo un buon sistema di formazione primaria, ma quella di formazione secondaria per insegnanti non è contemplata», continua Elisa.
Ad esempio, in Italia esiste un buon sistema di inclusione all’interno delle scuole di ragazzi con difficoltà di varia natura. Anche i testi finlandesi elogiano questo aspetto della scuola italiana. Dall’altro lato però, il reclutamento degli insegnanti di sostegno è molto in crisi, manca un sistema di formazione che cerchi di coinvolgere gli studenti più capaci a svolgere questo delicato compito. Di solito si ritrovano a farlo chi occupa gli ultimi posti delle graduatorie delle altre materie.
LA RETE ASHOKA
«Far parte di Ashoka mi ha dato la consapevolezza di essere riconosciuta come progetto. Siamo nate in piccolo, siamo una delle tante realtà che parla di questo tema. Forse quello che ci contraddistingue è che siamo un’associazione fatta da giovani non per forza provenienti dalla scuola, ma che vogliono parlare di scuola per altri giovani, per persone che non si interessano. È una cosa nuova rispetto alle altre pagine con cui siamo in contatto. Spero che riusciremo a riempire questo buco informativo per le persone della nostra fascia d’età».
L’associazione è in fase di ristrutturazione, al momento sono in 15 i collaboratori sparsi per diverse città. Vengono svolte riunioni online alternate a incontri sporadici in presenza per dare vita a post, video, vari contenuti, articoli. «Chiunque voglia collaborare con noi per confrontarsi su questi temi è il benvenuto, anche solo per creare momenti di ritrovo e scambio di idee. Siamo sempre alla ricerca di nuove voci e nuove forze per contribuire con coraggio alla creazione di un’altra scuola», conclude Elisa.
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