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Genova - Vi ricordate di Atmajyoti? Lei è un’operatrice olistica genovese che negli anni è stata protagonista di diversi cambi vita (ce li ha raccontati in questa intervista). Ora, dopo un anno intenso di prove, emozioni, lavoro e traguardi raggiunti – inclusa la recente pubblicazione del suo primo romanzo con un messaggio chiaro sul tantra, Essenza tantrika – è partita per un viaggio in camper insieme al suo compagno. L’ho sentita per farmi raccontare come si sta evolvendo questo periodo così denso della sua vita.
Atma, sei partita da pochi giorni: che tipo di viaggio hai appena intrapreso?
Abbiamo appena dato il via a un giro di quasi un mese in Portogallo. Questo è un primo viaggio sperimentale che mette insieme l’idea di vacanza, nomadismo digitale e olistico. Una prima parte infatti sarà puramente vacanza; dopodiché faremo tappe specifiche per incontrare alcuni amici e colleghi internazionali e vagliare insieme la possibilità di partecipare a un progetto che, se andrà in porto, ci farà tornare in Portogallo più spesso.
Nel frattempo sia io che il mio compagno seguiremo dei corsi online. La sfida sarà avere sempre una buona connessione wifi! In aggiunta a tutto questo, metto su gambe l’idea di portare tutto l’essenziale per praticare yoga e massaggio ovunque io vada: classi di yoga e sessioni olistiche saranno così disponibili in ogni dove!
Perché avete scelto di partire in camper?
In passato ho fatto qualche piccolo viaggio in camper e mi è sempre piaciuta l’idea di una vita mobile, indipendente per quanto possibile, e allo stesso tempo sentirmi a casa. In più, con il camper si ha più libertà di non programmarsi troppo l’itinerario. Nel 2010 ho fatto il giro del mondo con solo uno zaino con poco più di 15 chili, quindi un viaggiare molto sobrio; con il camper ti puoi permettere qualche “lusso” in più, mantenendo comunque un budget economico.
Ad agosto è uscito il tuo libro Essenza tantrika: che cammino – stavolta dentro te stessa – hai percorso per scriverlo?
Essenza Tantrika nasce da varie esigenze, tra cui quella di portare un messaggio chiaro sul mondo tantrico, con una visione del tantra nella sua essenza, non storpiata da significati più legati al sesso e all’erotismo. Quando parliamo di percorsi, possiamo distinguere tra quelli consapevoli e quelli meno consapevoli. Di certo nelle ultime due decadi il mio è stato un cammino più consapevole, che mi ha portato a “leggere” e capire ciò che in maniera naturale procedeva su un sentiero ben marcato: un percorso di tutta una vita, una vita tantrica e spirituale.
Telaio, ordito: è questo che significa letteralmente “tantra” in sanscrito. Un termine che, proprio attraverso la metafora della tessitura, evoca un intreccio di tradizioni, di insegnamenti, di lezioni di vita. Proprio in questa prospettiva hai scritto il tuo libro: di cosa parla?
Di strade che si incrociano, tra ricordi e incontri. La storia di Nina e Damiano ci permette di rivedere anche la nostra vita e di interpretarla secondo un approccio più spirituale, riprendendo contatto con il nostro vero scopo. Il racconto si muove avanti e indietro nel tempo, così come funziona la nostra mente. Spesso, pur essendo nel momento presente, saltiamo indietro nella memoria con un flashback, come un costante jukebox emozionale!
Allo stesso modo Nina e Damiano si incontrano e vivono la loro storia ritornando nel passato e attingendo lezioni di vita da ogni esperienza vissuta. E così è stato anche per me: scrivere questo libro mi ha aiutato a mettere ordine nei cassetti della mia memoria. Infatti il racconto trae spunto dalle mie esperienze personali, ovviamente romanzate. Ogni esperienza qui diventa tantrica: è questa la chiave del libro.
Quale messaggio racchiude Essenza tantrika?
Alcune persone che l’hanno già letto mi hanno chiesto come sia arrivata ad alcune delle esperienze descritte: il punto è che ognuno può interpretare il proprio lato tantrico e spirituale, trovando una propria modalità di crescita o facendosi aiutare da un percorso olistico. Ed è proprio questo il messaggio che spero che possa giungere ai tanti che leggeranno questo romanzo.
Ultimamente concludi i tuoi post scrivendo “liberi di viaggiare”, che può essere un hashtag, un modo vivere, uno state of mind. Per te e il tuo compagno che cos’è?
Liberi di viaggiare è proprio il nostro motto! Chi mi conosce sa che stare ferma quasi tre anni, senza viaggiare, per me è stato come essere in prigione. Tra pandemia, lockdown, green pass e tutto il resto, ci siamo ritrovati con forti limitazioni sul muoverci. Parallelamente volevamo sentirci liberi di avere un legame non firmato, ma un progetto di vita. Questo ci ha portato a creare DecAtma On Route (Deca è il soprannome del mio compagno): abbiamo deciso di non sposarci, ma di costruire insieme una vita semplice e libera.
Abbiamo celebrato questo nostro intento con una festa in spiaggia a luglio, con gli amici che ci hanno fatto da testimoni. E ora iniziamo con questo esperimento che potrebbe poi portarci a fare periodi lontani da casa per più tempo e andando sempre più lontano. Intanto sto già pensando al libro del mio giro del mondo: lo scriverò in camper, mentre gireremo per l’Europa… liberi di viaggiare!
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