16 Set 2022

#8 EMERGENZA CLIMATICA – Riflessioni sul nubifragio nelle Marche (SPECIALE)

Scritto da: Francesco Bevilacqua

Agricoltura biologica, ma anche permacultura, economia solidale, cooperativisimo, educazione ambientale, consumo consapevole e tante altre buone pratiche. Facciamo insieme una panoramica su questi mondi attraverso alcune fra le storie più significative di questi dieci anni di Italia Che Cambia.

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Il 16 settembre avremmo dovuto fare tappa nelle Marche, per parlare di agricoltura biologica – quella vera – assieme a Bruno Sebastianelli, fondatore de La Terra e il Cielo. Ma nella notte precedente, un tremendo nubifragio ha colpito le Marche, dove ha sede l’azienda, provocando gravi danni, morti e feriti. Per questo motivo l’intervista è saltata, ma ne abbiamo approfittato per parlare di cambiamento climatico, eventi climatici estremi e attivismo ambientale.

La crisi climatica incombente sta rendendo fenomeno come quello avvenuto nelle marche sempre più frequenti, per questo è importante affiancare alle misure di mitigazione quelle di adattamento. Nel caso specifico della tragedia marchigiana, inoltre, come redazione di Italia che Cambia ci siamo impegnati a mantenere accesi i riflettori sulla situazione, per evitare la classica dinamica mediatica che accompagna le tragedie: da principio moltissima attenzione, vicinanza, solidarietà, che scema presto col passare dei giorni, con le persone colpite che rischiano di trovarsi da sole ad affrontare le avversità.

ALCUNE STORIE INTERESSANTI SULL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

Abbiamo recuperato l’intervista a Bruno Sebastianelli qualche settimana dopo, la trovate qua. Intanto però potete dare uno sguardo ad alcune delle storie più interessanti a tema agricolo che abbiamo raccolto e raccontato in questi dieci anni.

Lo capirete leggendo le righe che seguono e scoprendo i progetti che ho pensato di presentarvi: i loro protagonisti e le loro protagoniste non si sono fermate alla semplice eliminazione di prodotti chimici dai loro campi – che è comunque tanta roba –, ma hanno combinato la naturalità dei prodotti con l’economia solidale, l’imprenditoria femminile, la cooperazione, la permacultura e tante altre buone pratiche, offrendo modelli produttivi etici e sostenibili a tutto tondo.

Partiamo con una realtà a cui siamo particolarmente affezionati – e loro a noi, essendo anche fra coloro che hanno sostenuto questo viaggio celebrativo. È la cooperativa La Terra e il Cielo e il suo simbolo – l’uomo vitruviano con i piedi piantati a terra e la testa in cielo – rispecchia proprio la filosofia che anima i fondatori ed i lavoratori di questa azienda.

Centrale è l’importanza dell’equilibrio fra essere umano e natura, non soltanto per la salvaguardia dell’ambiente, ma anche perché noi umani riacquistiamo la dignità della nostra essenza, possibile solo nel pieno rispetto del Mondo, sia esso un campo da coltivare, una pianta da crescere, un animale da allevare o l’essere umano che incontriamo durante il nostro cammino. Con La Terra e il Cielo parleremo proprio stasera di un nuovo approccio più sostenibile alla coltivazione, capace di creare un rapporto più equilibrato con la natura e con sé stessi. Appuntamento alle 19 sui nostri canali social.

Spostandoci verso sud incontriamo la vulcanica Cristiana Smurra, che insieme alla mamma e alla sorella ha rilanciato l’azienda agricola biologica di famiglia. Lo ha fatto in Calabria, una terra per molti versi difficile, gravata da resistenze al cambiamento e ostilità nei confronti del nuovo. E Cristiana, Marina e Iolanda rappresentano tutto ciò che di innovativo ci può essere nel settore agricolo: sono donne, fanno agricoltura biologica e si rifanno ai principi dell’economia solidale, cercando di creare reti e collaborazione al posto di rivalità e concorrenza.

Rimbalziamo dall’altro capo dello stivale fino al Piemonte, dove dal lontano 1975 è attiva la cooperativa Valli Unite. Tre piccoli contadini hanno deciso di mettersi insieme, aggregando poi altre realtà del territorio. La chiave di volta, che ha permesso alla cooperativa di crescere in modo non troppo energivoro, è stata proprio la scelta di inserire Valli Unite all’interno di un’economia agricola e non all’interno di un’economia che copiava un modello più speculativo. L’agricoltura biologica diventa così anche uno strumento di riscatto sociale in grado di garantire un futuro migliore.

Recentemente abbiamo deciso di parlare anche di Natura Sì, la nota catena di piccoli supermercati del biologico. Probabilmente molti di voi la conoscono o addirittura fanno abitualmente acquisti presso i suoi punti vendita, ma probabilmente sono ancora pochi coloro che hanno approfondito la storia e la filosofia di questa realtà. Nasce tutto da una nuova concezione dell’economia, che non metta al centro solo il profitto e che sia attenta alla giusta remunerazione per chi il cibo lo produce. Per raggiungere questi obiettivi, Natura Sì ha creato anche una fondazione, una cooperativa e una scuola steineriana e ha recentemente erogato un prestito obbligazionario da dieci milioni di euro a sostegno degli agricoltori bio della propria rete.

Ultimo – ma non per importanza – di questa carrellata dedicata all’agricoltura biologica è Fabio Pinzi, uno dei massimi esperti di permacultura in Italia. In effetti ricondurre la sua attività al solo ambito agricolo è riduttivo, poiché la permacultura è un metodo di progettazione che attraversa moltissimi ambiti del vivere di singoli e comunità. Essa pone l’accento sul ridisegno del paesaggio umano per potenziare l’indipendenza della gente, integrando ingegno locale e individuale con questo cambiamento rivoluzionario. La parola permacultura è un neologismo che fonde le parole e i concetti di cultura e agricoltura permanente, in quanto una società non può sopravvivere a lungo senza la base di una agricoltura sostenibile e una gestione etica della terra.

Clicca qui per leggere l’articolo e guardare la video-intervista a Bruno Sebastianelli di La Terra e il Cielo.

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