T-Riparo, l’officina di comunità che insegna a riparare gli oggetti rotti invece di buttarli
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Modena, Emilia-Romagna - In Giappone, quando un oggetto in ceramica si rompe, lo si ripara con l’oro, perché un vaso rotto può divenire ancora più bello di quanto già non lo fosse in origine. La tecnica di riparazione kintsugi mi ha sempre colpita tantissimo perché si fonde anche con una filosofia di vita a cui la nostra società non è particolarmente abituata e che ha un pensiero assolutamente ecologista al suo interno: ciò che si rompe si può aggiustare.
Molto spesso invece in Occidente si tende a fare esattamente l’opposto e ciò che si rompe è destinato a non esistere più. Si butta quasi istantaneamente senza pensare alla possibilità di poterlo riparare per continuare a utilizzarlo perché l’idea è quella di acquistare qualcosa di più nuovo e magari anche esteticamente più bello.
La consapevolezza del riuso, l’attenzione allo spreco e la conoscenza dei principi dell’economia circolare però stanno cambiando pazientemente questa visione consumistica perché, anche grazie alla nascita di spazi di condivisione dove poter riparare gli oggetti e mettere a frutto le proprie competenze, le persone buttano meno e hanno nuovi stimoli, nuovo luoghi per socializzare e svariate possibilità di acquisire delle competenze specialistiche in campo artigianale.
È un po’ quello che succede nell’officina di comunità T-Riparo, uno spazio dove le persone possono portare la propria oggettistica rotta e ricevere istruzioni e assistenza per imparare a restaurarla dandole nuovamente una possibilità. L’officina nasce in provincia di Modena, all’interno del centro comunale del riuso Tric e Trac e del progetto Facciamo Circolare L’ Economia, finanziato dalla Regione Emilia Romagna, promosso e sostenuto da una cordata di associazioni ed è aperta, un giorno alla settimana, precisamente il sabato mattina.
«Quante volte abbiamo portato un oggetto a riparare e ci siamo sentiti rispondere “non ne vale la pena”?», dice Riccardo Tavernari, il coordinatore. «Qui a Modena abbiamo pensato di creare un luogo dove poter dare nuova vita e utilità agli oggetti, oltre che dare valore alle connessioni umane».
Le attività proposte si svolgono solitamente in un paio di passaggi: “T-Spiego” e “T-Riparo”. “T-Spiego” è il primo step e comprende un pacchetto di corsi di formazione, restauro, elettrotecnica, ciclomeccanica, falegnameria e sartoria sia teorici che pratici, rivolti alla comunità e finalizzati all’acquisizione e al potenziamento di tutte quelle capacità che hanno a che fare con il riuso e con l’economia circolare. I corsi sono condotti da professionisti del settore, sono gratuiti e a numero chiuso, per iscriversi occorre prenotarsi via e-mail all’indirizzo progettoecocircolare@gmail.com, specificando i propri dati, un recapito e quali corsi si desidera frequentare.
“T-Riparo” è il secondo step ed è lo spazio di riparazione condivisa dove chi vorrà, una volta a settimana, potrà portare a riparare i propri oggetti trovando l’assistenza adeguata o l’affiancamento necessario per imparare a farlo in totale autonomia. Il modello di riferimento dell’officina è quello dei Repair-Cafè, delle iniziative sociali diffuse in tutto il mondo dove le persone si aiutano a vicenda nella riparazione di oggetti di uso quotidiano, al fine di ridurre la produzione di rifiuti e imparare insieme.
«Ci piacerebbe avere la possibilità di effettuare qualche inserimento lavorativo nel progetto e offrire anche altri corsi di formazione tecnica», conclude Riccardo. «Imparare come sono fatte le cose ti mette in condizione di ripararle, ma soprattutto ti permette di valutare qualità e robustezza al momento dell’acquisto, per smetterla di comprare oggetti che costano poco ma che durano anche poco e diventano rifiuto troppo presto. Se poi vuoi oggetti che costano poco, allora acquistali usati!».
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