Orditi Digitali: la tessitura ecosostenibile
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Salerno - Stefania Vassallo, classe 64, è da sempre stata attratta e incuriosita dal mondo dell’artigianato e della tessitura. Il suo obiettivo è quello di costruire senso e dare concretezza a parole quali “sostenibilità” ed “economia circolare” e, per poterlo fare, ha dato vita a Orditi Digitali. È questo il nome del suo laboratorio artigianale di tessitura applicata a Scario, nel cuore del Cilento, un luogo dove tradizione, innovazione e natura si intrecciano per dare forma a opere sempre nuove e con una propria anima.
Cosa ti ha portato Stefania nel mondo della tessitura e perché ne sei così attratta?
Nell’inverno del 2014 ho mosso i primi passi nel mondo della tessitura in un bellissimo laboratorio nel Vallo di Diano, sostenuta dalle appassionate spiegazioni di Margherita Pica. Sono stati tre mesi magici, accompagnati dalla musica classica di sottofondo alla voce/percussione dei telai in azione. In quel periodo mi sono lasciata rapire dalle infinite possibilità espressive dei fili di ogni genere. Da allora ho continuato a scoprire ed esplorare: la tintura naturale, l’eco-printing, il mondo dei WEARABLE e IoT, la sostenibilità dei materiali, riuso e riciclo, la fabbricazione digitale.
Il perché della mia scelta di essere artigiana oggi, nel tornare al lavoro manuale dopo parecchi anni trascorsi a nuotare nell’immateriale ed impalpabile del mondo informatico, ha molto a che fare con la necessità di ristabilire, dentro di me, connessioni cervello-cuore-mani. Ma anche, all’esterno, attingere e nutrirmi di competenze, saperi, umanità. Sperando di potere e sapere restituire.
Stefania, sei molto legata alla natura e a quello che può offrire. In che modo questo amore si relaziona con il mondo della tessitura? Come tessitura e natura possono intrecciarsi?
“Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata”, diceva Albert Einstein. Una delle cose più belle del mio lavoro è lasciarmi portare dal mio stato d’animo, dai colori della stagione, sempre diversi perché non prodotti industrialmente, dalle sensazioni tattili dei diversi filati naturali (cotone, lino, canapa, lana, seta), armonizzare le combinazioni, creare con il telaio disegni e pattern originali o ispirati alla tradizione.
Per le mie produzioni ho scelto di iniziare a lavorare con un inkle loom, un telaio progettato per tessere fasce di tessuto lunghe e molto resistenti. Si possono creare disegni complessi con i tipi di filato che si preferiscono e tessere cinture, cinghie, nastri, girocolli, e altro ancora. Ha dimensioni compatte, è facile da trasportare. Ci posso lavorare al laboratorio, a casa o in vacanza, al parco o al mare, d’inverno o d’estate, e così a seconda di dove sono e di cosa osservo e ascolto, scelgo colori e fili, così nascono creazioni che dialogano con il mondo che mi circonda.
Un luogo, una storia, una musica, un quadro, una foto, un particolare filato, un colore preferito, un motivo decorativo, il desiderio di dare una nuova vita a un vecchio abito, sono tutti elementi che permettono di stimolare la progettazione di un nuovo manufatto tessile e la produzione di un oggetto unico con un suo carattere distintivo e di dare vita a un nuovo progetto di tessitura applicata.
Quando, dove e come nasce Orditi Digitali? In che cosa consiste il progetto?
Nella scelta del luogo, le radici si sono fatte sentire. Sono nata a San Giovanni a Piro, alle pendici del Monte Bulgheria e, anche se per ragioni di famiglia ci siamo trasferiti presto a Salerno, non ho mai trascorso un anno intero senza passare almeno una settimana a Scario, frazione di San Giovanni a Piro. Si tratta di un piccolo borgo di pescatori trasformato negli ultimi anni nella piccola Capri del Cilento, il luogo in cui quando torno respiro l’aria leggera di casa. La tessitura richiama la lentezza, il tempo rallenta e l’uso della tecnologia e del web consente contestualmente di sentirsi ed essere nel mondo contemporaneo.
Il 2019 è stato un anno importante per Orditi Digitali: l’anno in cui ha messo su “casa”. Per oltre 40 anni è stato il garage di famiglia e, per dirla meglio, la tana di mio padre. Uno spazio per il fai-da-te familiare, tanto vissuto e lentamente trasformato in deposito a causa dell’avanzamento dell’età. C’è voluto un bel po’ di lavoro per svuotarlo, è stato come attraversare questi 40 anni, cercando, man mano che veniva fuori qualcosa, di immaginarne un nuovo uso, una ricollocazione.
A uno a uno sono stati selezionati con cura i piccoli dettagli funzionali a rendere lo spazio uno spazio “magico”: trasformato in un’oasi in cui rintanarsi per pensare, progettare e creare. Un’oasi in cui accogliere amici e curiosi vogliosi di toccare con mano una proposta, inusuale sul territorio, di interpretazione della tradizione tessile coniugata con un po’ di tecnologia. Un’oasi per chiacchierare, lavorando con le mani, di natura, di colori, di fili, di intrecci antichi e moderni, di riuso e sostenibilità.
Il progetto mira a fornire una sintesi armonica del lavoro artigianale di tessitura, di ricerca e progettazione, di divulgazione di un’arte che è storia, tradizione e salute, e di produzione di manufatti che raccontino la bellezza del territorio con uno sguardo alla contemporaneità. Una contemporaneità sostenuta dall’uso di tecnologia che innova nei dettagli e da una scelta di materiali e processi produttivi responsabile e sostenibile.
Il mix di questi elementi, basati sulla ricchezza della storia e della bellezza dei territori contribuisce ad alimentare la produzione di un patrimonio immateriale, difficilmente replicabile e a dare un carattere di originalità ai prodotti Orditi Digitali. Da soli non si va da nessuna parte La mia ambizione è tessere orditi su cui intrecciare trame che amplificano le energie individuali e le opportunità per il territorio.
Orditi Digitali è un progetto soltanto tuo o ti avvali di altri collaboratori?
Il mio lavoro di oggi non avrebbe ragione e possibilità senza connessioni e collaborazioni. Le ragazze dell’associazione “I Colori del Mediterraneo” mi hanno fatto conoscere e innamorare del filato colorato a mano, con residui di lavorazione oppure con piante tintoree conosciute da secoli e presenti nel Cilento.
Per la finalizzazione di sandali e pantofole, ho bisogno della competenza e della pazienza di altri artigiani, che conoscono a fondo i materiali, le tecniche, e i segreti per realizzare una buona calzatura. Ritengo non sia corretto parlare di fornitori: è necessaria l’empatia, la comprensione reciproca e la capacità di interpretare le diverse sensibilità, per ottenere prodotti coerenti; caratteristiche che, a oggi ho trovato negli artigiani di Via Mercanti (Salerno).
Orditi Digitali fa uso di materiali e processi produttivi sostenibili? In che modo?
Parole chiavi del progetto d’impresa sono: ecosostenibilità, economia circolare, divulgazione, formazione, territorio come giacimento di sapere e di esperienze. Questi sono solo alcuni degli ideali che Orditi Digitali cerca di seguire.
L’idea che ha guidato lo sviluppo embrionale del progetto d’impresa è stata l’individuazione del prodotto di nicchia e la sua realizzazione a scopo sperimentale (test case). Nello specifico la riproposta in chiave innovativa del “classico sandalo positano” che fosse in grado di supportare e sostenere lo storytelling di un territorio, quello campano, con una forte tradizione nell’ambito del contesto calzaturiero, attraverso la produzione di tomaie tessute a mano con filati tinti con le piante del territorio.
Orditi Digitali dunque progetta e realizza manufatti tessili finalizzati alla realizzazione di tomaie per sandali, pantofole, cinture e altri oggetti di design (arredamento o funzionali) attraverso l’uso di scarti di lavorazione di industrie tessili del territorio, stole di cotone e cashmere rigenerato. L’uso della stampante 3D con filamenti di canapa, legno, pomodoro, melograno è uno degli elementi di innovazione per la produzione di fibbie e altre finiture.
Orditi Digitali si ispira ai principi del “Life Cycle Design” per tutte le fasi di realizzazione dei prodotti. Questo criterio comporta una produzione attenta a minimizzare lo spreco di risorse, ottimizzando la vita dei prodotti ed estendendo quella dei materiali.
In questa direzione, per concludere, sono in corso test case su materiali di scarto di lavorazioni di industrie tessili, e la realizzazioni di manufatti che diano nuova vita a indumenti non più utilizzati e riproposti in altre forme con innesti di tessitura, per disegnare e sottolineare la linea di continuità dal vecchio al nuovo.
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