Map for Future, la mappatura open source che promuove inclusione sociale e cambiamento
Seguici su:
Quando apriamo dal cellulare l’applicazione di Maps riusciamo a digitare la destinazione di un viaggio, trovare un indirizzo, usare la street view per ingrandire a nostro piacimento città e paesi in tutto il mondo. Tutto questo è possibile perché Google ha immagazzinato negli anni una mole infinita di dati in costante aggiornamento. Immaginate ora di trovarvi di fronte a un’immagine satellitare grezza, con tante forme e colori ma priva di qualunque tipo di dettaglio: nessun nome, nessuna possibilità di distinguere gli edifici. Il lavoro dei cartografi digitali che vi presentiamo è proprio quello di dettagliare le mappe, disegnandole digitalmente.
Oggi vi parliamo di Map for Future, un’idea dell’associazione UnaQuantum che ha lo scopo di mappare le zone meno fortunate del mondo, che non godono ancora di un’informazione geografica dettagliata. Il progetto ha mosso i primi passi all’interno della cooperazione internazionale, aiutando attraverso la realizzazione di mappe digitali le popolazioni dei paesi in via di sviluppo e le ONG, locali o internazionali, nella loro azione sul campo.
Nella foto qui sopra vedete la mappa di Wajale, un’importante città del Somaliland, regione della Somalia che ha avviato da tempo un processo di indipendenza. Potete notare come siano state individuate le strade e le case, che prima apparivano come semplici quadratini di colore marrone. Questa operazione di dettaglio è fondamentale perché crea degli “open-data” a disposizione di tutti, anche delle amministrazioni locali. Un aiuto prezioso per gli enti di governo del territorio perché una cattiva rappresentazione geografica è spesso sinonimo di lento sviluppo economico.
Se ci pensiamo bene, quel che non esiste su mappa non esiste nemmeno nella realtà. Una delle intuizioni di questo progetto è stata l’aver portato la cartografia all’interno del mondo del volontariato. Fondamentale in questo senso l’aver promosso e organizzato dei maphaton, dei laboratori di mappatura.
Partecipare a un maphathon – ovvero uno di questi eventi – è semplicissimo: non serve scaricare programmi né sono richieste particolari competenze, basta collegarsi a una chiamata Zoom con i Map for Future e lavorare insieme a loro su Open Street Map, una piattaforma open source con una filosofia simile a quella di Wikipedia che permette di creare liberamente mappe attraverso una raccolta di dati geografici da parte di tutti (la stessa piattaforma – tra l’altro – utilizzata per la mappa di Italia che Cambia). Per chi volesse seguire uno dei prossimi maphathon potete rimanere aggiornati sulle loro pagine Facebook e Instagram.
Questa nuova formula di volontariato digitale ha intercettato tanti curiosi nuovi mappatori, fino a raggiungere importanti aziende che hanno attivato percorsi di volontariato per i propri dipendenti portandoli virtualmente a mappare svariate porzioni di mondo e… d’Italia. Sì, perché negli ultimi due anni le attività di Map for Future si sono diversificate e dopo aver mappato il sud del mondo lo sguardo degli attivisti è ricaduto anche sull’Italia, mossi soprattutto dalla curiosità di conoscere progetti di un’Italia che Cambia.
«Da marzo 2020 abbiamo iniziato a fare delle dirette Facebook per contattare chi stava portando avanti progetti locali e ci siamo appassionati all’approfondimento di persone, luoghi, situazioni che potevamo guardare dal nostro lato della cartografia, raccontando attraverso mappe le storie di attori locali, di chi si prende cura di spazi e vi si dedica per animarli», ci racconta Valerio, co-fondatore del progetto.
Map for Future è così diventato un canale per fare divulgazione a livello culturale, per promuovere itinerari turistici e naturali, mappare servizi utili, progetti virtuosi oppure fare sensibilizzazione su tutela ambientale. Questo perché visualizzare un progetto su mappa significa dare un’impressione più profonda del lavoro di chi si spende sui territori di tutta Italia.
Adesso il gruppo dei Map for Future sta mettendo a punto nuove tecniche di mappatura, come ad esempio le foto a 360°, che permettono una visuale ampissima. Vi basterà visitare le loro pagine per vedere quanti sono i progetti raccontati e mappati in questi mesi!
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento