Genitori, in vacanza educate i vostri bambini a rispettare gli animali marini!
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Savona - Stelle marine, granchi, patelle e meduse: quante volte durante le nostre vacanze al mare ci è capitato di scorgere queste piccole e colorate creature sulla spiaggia o sulla riva, proprio accanto a noi. Per i bambini poi l’attrazione è fatale: basta un secchiello e dell’acqua di mare in cui immergerli per vederli più da vicino. I pesci saranno al sicuro e i nostri bambini potranno passare un bel pomeriggio in loro compagnia!
No scusate, forse il caldo estivo mi ha un po’ confuso le idee. Volevo dire che i nostri bambini trascorreranno sì un bel pomeriggio, ma le povere creature marine, a differenza, non se la passeranno affatto bene. Il problema del maltrattamento degli animali sulle spiagge è diffuso praticamente ovunque e spesso sono proprio i genitori a spingere inconsapevolmente i figli verso questa pratica, senza immaginare quali possano essere le conseguenze di quest’azione.
Per raccontarvele ne abbiamo parlato con Susanna Manuele, membro dell’associazione InforMare di Diano Marina, che dal 2012 porta avanti in Liguria progetti di formazione e sensibilizzazione per avvicinare giovani e adulti ad alcuni tra gli ecosistemi più importanti e allo stesso tempo più sconosciuti: quelli marini. Un esempio è la campagna “Secchiello Stop” che ha lo scopo di educare e insegnare ai bambini, ai loro genitori e ai nonni il rispetto per gli animali marini.
LA CAMPAGNA “SECCHIELLO STOP” SULLE SPIAGGE DELLA LIGURIA
«Fin dalle origini la campagna è stata adottata dall’organizzazione umanitaria Lions Club di Diano Marina, che ha contribuito a stampare le locandine informative e le cartoline che consegniamo ai bambini in spiaggia». La cartolina è rivolta ai più piccini e riporta una scritta: “Aiutaci a salvare gli animali, non metterli nel secchio! Informa i tuoi amici!” e così si spiega la scelta della cartolina, che può essere spedita per posta a chi si vuole, per contribuire alla catena di sensibilizzazione.
«La pratica del recupero degli animali marini nel secchiello è distruttiva per l’ecosistema per diversi motivi. In primis, questi vengono sottoposti a stress a causa del loro prelievo; in secondo luogo finiscono per essere sradicati dal loro habitat e danneggiati fisicamente nelle loro strutture». Pensiamo al granchietto con i suoi peli sensoriali; al riccio a cui vengono strappati i pedicelli ambulacrali che non riescono più ad aderire agli scogli; pensiamo alla stella marina che una volta tolta dal suo habitat si svuota dall’acqua che contiene e quando viene rimessa in mare è ormai piena d’aria e rischia un’embolia mortale.
Nel secchiello poi i bambini finiscono per collocare insieme diversi animali che in questo piccolissimo spazio respirano e consumano l’ossigeno presente, rischiando di morire soffocati. «Ogni organismo che normalmente raccogliamo all’interno del secchiello ha subito un danno fisico oltre che uno stress dovuto all’azione meccanica del prelievo. Poi ci sono tutte le altre conseguenze di questa azione, come lo stazionare in un secchiello pieno d’acqua sotto il sole. La tendenza comune è quella di dire “ma io l’ho rilasciato perché non lo voglio uccidere”. Certo, alla fine l’intento non è mai di ucciderlo, peccato che in estate nel secchiello l’acqua si scalda fino ad arrivare a 40-45°, quindi tutto ciò che facciamo… è una zuppa di pesce».
Tra il prendersi cura delle creature marine e la “zuppa di pesce” c’è di mezzo un mare. Proprio quel mare di cui nelle scuole si parla ancora troppo poco e che ci ha portati a una vera mancanza di educazione. «A scuola oggi il bosco come habitat è arrivato mentre del mare conosciamo le informazioni basilari, ma ci è ignoto tutto ciò che avviene sotto alla sua superficie. Il problema è che nessuno ci ha mai insegnato qualcosa sugli oceani. Quindi la posidonia finiamo per chiamarla alga e ci arrabbiamo se sul bagnasciuga troviamo dei vegetali, mentre siamo tranquilli e sereni in mezzo alle cicche di sigaretta. Questa è un’aberrazione e affrontarla aumentando la consapevolezza è il minimo sindacale».
Susanna Manuele ci riporta poi altri dati: «Quando gli animali vengono rilasciati in mare si calcola che il 90% entro le 24 ore sarà morto o diventerà facile preda di qualche organismo di passaggio». C’è poi un altro aspetto importante da considerare: la quasi totalità delle specie si riproduce nel periodo estivo, compresi molti degli invertebrati che vengono catturati nei pressi delle spiagge. «A luglio c’è un giorno in cui le stelle marine, tutte insieme, emettono i gameti femminili: se noi preleviamo una stella marina che stava per emettere i gameti non ne ammazziamo una, ne ammazziamo mille».
LE ALTERNATIVE AL SECCHIELLO CI SONO!
La Campagna Secchiello Stop vuole insegnare tutto questo e spiegare il funzionamento degli ecosistemi marini e i loro equilibri in maniera scientifica e facilmente comprensibile a tutti e tutte. Ad esempio, mostra che le alternative al secchiello ci sono e non sono per nulla distruttive. «È legittimo che i bambini siano curiosi, hanno il diritto e il dovere di imparare e di conoscere il mare, perché purtroppo ne sanno troppo poco».
Per imparare a comprenderlo l’alternativa dell’associazione InforMare è l’osservazione diretta: «Nelle scuole insegniamo che persino nella stagione fredda, passeggiando su una spiaggia o su una scogliera, possiamo soffermarci a osservare sulla superficie gli organismi marini e così accompagniamo gli studenti a conoscerli senza peraltro toccarli. L’osservazione può ovviamente avvenire anche d’estate: basta indossare la maschera subacquea e, senza nemmeno immergersi, si può abbassare il viso sulla superficie dell’acqua e osservare le specie che si aggirano intorno alla riva o sugli scogli». Quella dell’osservazione è una fase importantissima perché ci permette di visitare un ecosistema naturale – anzi più ecosistemi – rispettandone gli equilibri.
ALLENARE LA SENSIBILITÀ AMBIENTALE IN GIOVANI E ADULTI
Sulle spiagge della Liguria i frutti del lavoro di Susanna Manuele e del team di InforMare si vedono: «A Cervo dei ragazzi hanno utilizzato dei portavasi, li hanno riempiti di sassolini e ci hanno scritto sopra “portacicche”. Ne hanno costellato tutta la spiaggia libera come buona pratica per il periodo in cui i litorali saranno invasi dai turisti. Come tutti gli anni a Cervo abbiamo avviato un lavoro di monitoraggio ambientale marino e costiero e pensiamo, anzi speriamo, che le nostre attività abbiano stimolato i ragazzi in questo gesto di cura».
L’associazione InforMare con questa campagna va a toccare un nervo scoperto: quello dell’ignoranza, intesa come una “non conoscenza”. «Quando ero piccola nessuno è venuto a scuola a raccontare la valenza del posidonieto o degli equilibri del mare. Io sono stata fortunata: i miei genitori mi hanno insegnato il rispetto totale della natura e nel mare ci sono cresciuta da quando avevo 0 anni. Ora voglio far innamorare le persone del mare, proprio come lo sono io».
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