Il Festival delle Cose Belle apre le porte a un nuovo modello di socialità dal basso
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La terza edizione del Festival delle Cose Belle – Ferragosto Resistente del collettivo AWARE – Bellezza Resistente, nonché la prima nella cornice del centro di educazione ambientale Panta Rei di Passignano sul Trasimeno (PG), è stata un’immersione di arte e socialità creativa. Più di seicento persone provenienti da tutta Italia e diversi paesi d’Europa hanno preso parte al calendario fitto di laboratori, concerti, mostre e talk che dal 12 al 15 agosto ha animato le colline umbre.
Anche quest’anno Italia Che Cambia è stata media partner dell’evento, che sostiene e promuove sin dalla prima edizione. L’impegno profuso dal collettivo AWARE va infatti nella direzione di costruire un cambiamento reali, partendo da nuovi modelli di relazione e socialità che si fondano prima di tutto sull’incontro. Valore aggiunto sono le location scelte sinora, lontane dai contesti urbani e mirate a riconciliare il pubblico del festival con i luoghi della Natura.
A questo proposito Guglielmo Rapino – 30 anni, tra i fondatori del collettivo AWARE – Bellezza Resistente e tra i promotori del festival, ammette che «all’inizio eravamo spaventati: dopo le prime due edizioni nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo abbiamo scelto di spostare l’epicentro dell’evento a due passi dal Lago Trasimeno, puntando su una location che incarnasse fino in fondo i valori di ecologia e sostenibilità su cui si basa l’evento. Avevamo paura che questo cambiamento non sarebbe stato accolto con favore dalla nostra tribù delle cose belle».
E invece persone provenienti da mezza Europa hanno animato per quattro giorni il Centro Panta Rei dando vita a una comunità in movimento e tutto questo è avvenuto in maniera totalmente indipendente, senza fondi pubblici e senza grandi sponsor: «L’edizione 2022 del Festival delle Cose Belle – aggiunge Rapino – è stata l’ennesima prova che un’alternativa sociale dal basso è possibile ed è incredibilmente necessaria».
L’evento ha raccolto più di seicento persone nell’arco di quattro giorni e circa cinquanta artisti e artiste provenienti da angoli diversi d’Europa. Il successo di affluenza e organizzazione dimostra la capacità intramontabile di piccole organizzazioni indipendenti di dare vita a un nuovo modello di socialità creativa caratterizzato da una profonda libertà da canali istituzionali e grandi fondi economici. Nel Festival delle Cose Belle si trova una comunità di persone sensibili a tematiche di interesse sociale e culturale che partecipano in prima persona alla costruzione del tipo di comunità che vorremmo vivere quotidianamente.
“Con la mente siamo ancora lì – scrivono i ragazzi e le ragazze di AWARE ricordando i giorni del festival –, immersə nella natura e persə nei balli, negli incontri, negli abbracci, nella scoperta, nella fantasia, nell’arte libera, nella condivisione. Ecco un assaggio di quello che è stato e della bellezza che abbiamo creato. La cosa che più ci è rimasta addosso? Il desiderio che la socialità creativa e coloratissima che si vive al Festival diventi la nostra realtà permanente“.
Ma quest’anno la programmazione è stata ulteriormente ampliata: per continuare nella promozione di un modello dal basso e integrato di proposta culturale, il collettivo culturale abruzzese ha proposto due giorni di arte, musica e cortometraggi nel suggestivo contesto del Giardino di Villa Frigerj a Chieti, nel cuore della Villa Comunale.
L’evento, intitolato Cose Urbane, si è tenuto nelle serate di giovedì 25 e venerdì 26 agosto ed è stato supportato dalla casa di produzioni pescarese One Shot Production e dall’etichetta discografica Old Tower Records, inserendosi nella cornice dell’estate teatina e mira a promuovere l’arte emergente abruzzese in uno spazio storico di valore, così suggellando un connubio necessario tra arte, giovani e città.
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