Cosa succedeva nel 2012? Dieci cose che sono cambiate (in meglio) negli ultimi dieci anni
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Ah, com’era bella l’Italia – e il mondo – dieci anni fa! Ma è davvero così? Cosa succedeva nel 2012? E cosa è cambiato in questi ultimi dieci anni? Nel 2012 il presidente del Consiglio in Italia era Mario Monti, che con il suo Governo applicava politiche di austerità economica e tagli alla spesa pubblica. A gennaio Standard & Poor’s declassava il rating di Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Austria per via della crisi economico-finanziaria arrivata dagli Usa. La nave Costa Concordia naufragava al largo dell’Isola del Giglio. La Primavera araba in Siria si trasformava in una vera e propria guerra civile, che lasciava sul campo più di 40.000 vittime, mentre in Russia Putin veniva rieletto primo ministro.
Il mondo è cambiato moltissimo da allora. In meglio? In peggio? Difficile a dirsi e molto dipende dal punto di vista da cui osserviamo la realtà. Viviamo un’epoca anomala in cui ci troviamo sia molto vicini – se non oltre – il punto critico del collasso ambientale, sia nel mezzo di enormi trasformazioni sociali, economiche e culturali in senso ecologico. Se guardiamo in una direzione vediamo i cambiamenti climatici, il collo della biodiversità, il consumo delle risorse del pianeta; cosa vediamo invece se guardiamo dall’altra parte? Ecco qualche scorcio.
1. ENERGIE RINNOVABILI E COMUNITÀ ENERGETICHE
Nel 2012 gli investimenti nelle rinnovabili erano in flessione del 12% rispetto all’anno precedente e in tutto il mondo erano installati circa 1470 GW di potenza elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Nel 2022 l’energia prodotta da fonti rinnovabili è invece destinata a battere un altro record, nonostante le difficoltà dovute all’aumento dei costi e alle strozzature della catena di approvvigionamento e alla fine del 2021 la capacità globale di generazione da rinnovabili ha toccato 3.064 GW, più del doppio rispetto a dieci anni fa.
L’Unione Europea ha anche introdotto nel suo quadro normativo la figura del prosumer energetico, che permette alle persone di autoprodurre e scambiare energia autonomamente, e delle comunità energetiche, che incentivano la produzione collettiva e locale di energia da fonti rinnovabili.
2. CONSAPEVOLEZZA CLIMATICA
Gli ultimi anni hanno visto anche la nascita dei primi movimenti di massa per la giustizia climatica. Nell’agosto del 2018 Greta Thunberg iniziava a protestare sedendosi al di fuori del Riksdag, il parlamento svedese, con un cartello che recitava “Skolstrejk för klimatet”, ovvero “Sciopero scolastico per il clima”.
Potenza di un’idea il cui momento è arrivato: in poche settimane la sua protesta diventava un movimento globale di milioni di ragazze e ragazzi che scioperano per il clima, Fridays For Future, oggi presente in 125 paesi. Nei mesi e anni successivi sono nati altri movimenti, fra cui Extinction Rebellion, che chiedono giustizia climatica ed ecologica e un maggior coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine sulle scelte che riguardano il futuro del genere umano.
3. MOBILITÀ SOSTENIBILE
Nel 2018 l’industria dell’auto elettrica ha visto un vero e proprio boom, facendo breccia nell’immaginario collettivo grazie soprattutto al successo di Tesla e alla figura di Elon Musk, imprenditore statunitense che ha più volte dichiarato che i brevetti di Tesla sono accessibili liberamente da tutti, per favorire la transizione dalle auto inquinanti a benzina e diesel alle elettriche. L’Unione Europea ha deciso di mettere un divieto alla vendita di auto a combustione interna a partire dal 2035, una misura difficilmente immaginabile fino a qualche anno fa.
4. ECONOMIA CIRCOLARE
Nel 2012 il termine economia circolare era conosciuto ancora da pochi. In Italia un’imprenditrice visionaria, Daniela Ducato, sperimentava modi per trasformare scarti delle filiere sarde in materie prime per prodotti ecologici. Era quasi sconosciuta in patria. Oggi l’economia circolare è sulla bocca di tutti.
L’UE ha messo al bando a partire quasi tutti gli oggetti usa e getta in plastica e alcune città pioniere, come Berkeley e Amsterdam, stanno cercando di eliminare completamente il concetto di usa e getta. Il pacchetto europeo sull’economia circolare spinge sempre più aziende a progettare oggetti che siano più durevoli, facili da riparare, e che a fine vita non diventino dei rifiuti. In Italia è partita la campagna per implementare soluzioni di riuso e deposito cauzionale.
5. DECRESCITA
Anche la fede nella crescita economica infinita, che dieci anni fa sembrava incrollabile, oggi inizia a vacillare persino ai piani alti delle istituzioni. Nel 2019 lo European Environmental Bureau ha pubblicato uno studio chiamato Decoupling debunked (Disaccoppiamento smascherato), che mette a nudo il mito del disaccoppiamento, ovvero la teoria che sia possibile far crescere l’economia riducendo le emissioni climalteranti, su cui si basano le idee di crescita verde e sviluppo sostenibile.
Poco dopo la European Energy Agency (EEA) ha pubblicato una ricerca chiamata Crescita senza crescita economica, attraverso il quale inizia a esplorare come potrebbe funzionare una società in cui si manda in pensione il concetto di crescita economica, individuando possibili alternative come decrescita, post-crescita, crescita verde ed economia della ciambella.
6. NUOVI MODELLI DEMOCRATICI
Come fare a prendere tutte le decisioni importanti per compiere una vera transizione ecologica? La democrazia tradizionale – detta “rappresentativa elettiva” – si è mostrata profondamente inefficace nello svolgere questo compito, vittima delle pressioni delle lobby, dei mercati, della competizione sterile fra partiti e degli umori volatili dell’elettorato. Per fortuna negli ultimi anni si sono sviluppati modelli democratici più evoluti, collaborativi e adatti a prendere decisioni su questioni che riguardano tutti.
Alcuni di questi sono sistemi alternativi a quello attuale, come la Sociocrazia 3.0 o governance dinamica, altri svolgono una funzione correttiva e migliorativa, come la democrazia deliberativa. Si tratta di sistemi molto utili per traghettare le nostre società verso lidi più sostenibili. Sono ancora poco usati, ma sono stati sperimentati a lungo e in contesti così diversi da garantire un altissimo livello di affidabilità.
7. CAMBIO VITA
Avrete sentito parlare di big quit o big resignation. Si tratta di dimissioni in massa dal lavoro, che stanno avvenendo a ritmo crescente a partire dall’inizio della pandemia di Covid. Tuttavia il fenomeno non è cosa nuova. In questi dieci anni sempre più persone hanno scelto di lasciare un lavoro e una vita che non li soddisfacevano più per cambiare, scegliendo spesso di vivere in ambienti naturali e adottando stili di vita più sostenibili.
8. B-CORP, IMPRESE CHE CAMBIANO E FINANZA ETICA
E le imprese? Anche il mondo aziendale ha fatto e sta facendo la sua parte, al pari della finanza. Anche qui il cammino è ancora lungo, ma i segnali sono incoraggianti. Sono nati nuovi e più elaborati sistemi di certificazione, come quello della rete di B-Corp, diffusa in 78 paesi e 155 settori diversi. Si sono diffusi sistemi di valutazione d’impatto come il bilancio del bene comune.
Sempre più società e fondi finanziari scelgono di disinvestire dalle fonti fossili. Un esempio: l’anno scorso la statunitense ExxonMobil – la maggiore società petrolifera non statale al mondo – è stata messa alle strette dagli azionisti quando un hedge fund pressoché sconosciuto chiamato Engine No. 1 è riuscito a conquistare tre posti nel consiglio di amministrazione con l’intento di imprimere un’accelerazione all’azione a favore del clima. Una mossa che, in breve tempo, ha costretto ExxonMobil a ridimensionare gli obiettivi a lungo termine di produzione del petrolio.
9. RACCONTO DEI MEDIA
Anche il racconto che i media fanno del nostro paese è – almeno in piccola parte – cambiato in questi anni. Storie di cambiamento positivo della società, che fino a qualche anno fa non facevano nemmeno capolino nei media mainstream, hanno iniziato, seppur timidamente, ad affacciarvisi.
10. ITALIA CHE CAMBIA
Ah già. Fra le tante cose che succedevano nel 2012 c’è anche questa: un giornalista poco conosciuto che risponde al nome di Daniel Tarozzi partiva per un viaggio in camper in giro per l’Italia per incontrare e conoscere le storie di persone, comunità, imprese e associazioni che di fronte a un problema non si sono chieste “se”, ma “come”: come fare a risolverlo? Come cambiare le cose? Da quel viaggio è nato un progetto collettivo: un giornale dal nome Italia che Cambia. Il nostro.
Dieci anni fa abbiamo scoperto che il nostro paese – e il mondo – è migliore di come ce lo raccontano i media. Che ci sono migliaia e migliaia di progetti bellissimi fatti da persone che lavorano ogni giorni per cambiare in meglio il nostro Paese. In questi dieci anni li abbiamo raccontati, e ci piace pensare che almeno in piccola parte anche noi abbiamo contribuito a questo grande cambiamento collettivo.
Ciò vuol dire che abbiamo risolto o stiamo risolvendo tutti i nostri problemi? Purtroppo no, la strada è ancora lunga e tanti sono gli aspetti strutturali su cui intervenire: non basterà sostituire le auto a benzina con quelle elettriche se contemporaneamente non progettiamo una mobilità diversa, che vada oltre il concetto di auto privata; le rinnovabili non serviranno a molto se assieme non abbattiamo i nostri consumi di energia, così come la guerra alla plastica non ci salverà dal problema dei rifiuti se non cambiamo i sistemi produttivi e non riduciamo i nostri consumi.
Dieci anni dicevamo. Una tappa importante. Vogliamo celebrare il nostro percorso fin qui e progettare i prossimi dieci anni. Lo faremo a settembre con un nuovo viaggio che come nel 2012 partirà il 9 settembre e arriverà in Sicilia. In dieci tappe ripercorreremo questi dieci meravigliosi anni e approfondiremo dieci temi, del presente e del futuro, che riteniamo fondamentali (abitare, downshifting, economia e finanza, aree interne, autosufficienza e consumo critico, energia, rifiuti, agricoltura, integrazione sociale, disabilità e nuove abilità, economia solidale). Lo faremo con dirette e incontri in compagnia di ospiti illustri e delle realtà che abbiamo incontrato in questi anni.
Una volta giunti in Sicilia, da Isola, sede della nostra cooperativa, progetteremo i prossimi dieci anni, oltre a dare voce alle realtà siciliane e parlare, insieme a esempi virtuosi nazionali, dell’impresa che cambia. I giorni catanesi si concluderanno il 23 settembre con lo spettacolo d’inchiesta “La realtà è più avanti – Viaggio nell’Italia che Cambia” con Daniel Tarozzi, Stefano Fucili e Fabrizio Bartolucci. Infine ci sposteremo ad Augusta, a Il Giardino delle Bio-diversità, per una grande festa della Sicilia e dell’Italia che Cambia.
Se vuoi tenerti aggiornato su tutto il ricco programma, avere la possibilità di partecipare agli incontri, porre le tue domande e prepararti con noi a questo viaggio, compila il form qui sotto. Ti aspettiamo!
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