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Messina - Potrebbe sembrare il titolo di una storia per bambini, invece Il cartolaio del bosco è uno dei progetti più fortunati di Antonia Teatino, un’architetta dalla grande sensibilità che trasferisce il suo approccio in tutto ciò che crea.
Dopo la laurea in architettura ha conseguito un dottorato di ricerca al Politecnico di Milano in disegno industriale legato alla sostenibilità ambientale che le ha permesso di approfondire strategie ambientali che un ecodesigner può attivare nelle piccole e medie imprese per progettare prodotti e servizi sostenibili. Era il 1998, temi del genere erano “solo” per visionari e Antonia faceva parte di loro.
Dopo qualche anno trascorso in ambito universitario ha deciso di continuare a fare ricerca in autonomia e condividere le proprie esperienze che, grazie anche ai social, si sono diffuse in settori e ambiti che non avrebbe neanche immaginato.
O2global network international sustainable design l’ha scelta per rappresentare l’Italia nell’ambito del design ambientale sostenibile. Il suo studio di progettazione coordinata e di comunicazione ambientale, a San Filippo Mela, a poco a poco si è trasformato in un Hub dove nascono e si incontrano idee, persone e progetti che hanno, come comune denominatore, la sostenibilità e l’attenzione all’ambiente e dove si attuano buone pratiche di eccellenza nazionale.
Antonia cura percorsi di educazione alla sostenibilità, organizza laboratori e contest di educazione ambientale, fattorie didattiche, mostre interattive su tematiche ambientali e sociali, corsi alle imprese di Green Marketing e diffusione di stili di vita sostenibili per il conseguimento di rifiuti zero.
«Il mio percorso nasce con l’obiettivo di diffondere l’eco design attraverso stili di viti sostenibili: per questo ho creato dei format di laboratori e attività che possono essere replicabili in altri contesti. Ad esempio UsaPrima di buttare, scarto matto, Zero Rifiuti kids lab, Green Jobs Young e Il cartolaio del Bosco che è quello più conosciuto» racconta Antonia.
Dal 2015 Il Cartolaio del Bosco è diventato, infatti, una parte fondamentale del suo lavoro. Da allora è cresciuto e ha assunto molte sfaccettature, da format di didattica diffusa lenta e in cerca di bellezza, si è trasformato in un libro, in mostra itinerante, in valigia di strumenti per tutti coloro che vogliono portare l’esperienza di Antonia nel proprio settore di intervento. E poi in un sito web e in una rete a cui stanno aderendo tante persone che attivamente fanno didattica, arte terapia e non solo.
«Ho creato il gruppo de Il cartolaio del Bosco, che via via si è allargato sempre di più, per chi aveva iniziato a seguire i corsi. Ogni volta che lancio una campagna comune, come quella ad esempio per la riduzione dei rifiuti, partecipano in tantissimi da tutta Italia. Davvero una bella squadra di persone che accettano la sfida creativa condividendo i risultati e il processo».
Con questo tipo di sperimentazione, secondo l’esperienza di Antonia, si riesce a sorprendere adulti e bambini che cominciano ad autoprodursi con le proprie mani ciò che invece sono abituati ad acquistare in cartoleria. Tutto parte dalla natura e non c’è un risultato precostituito. Un processo molto inclusivo anche per chi ha delle difficoltà. Un percorso personale e sensoriale, un linguaggio che arriva a tutti e che permette di far emergere la consapevolezza di poter fare cercando la bellezza anche in posti inaspettati. Ogni luogo diventa una miniera in cui sperimentarsi e sperimentare, anche il cortile della scuola.
«Un bambino mi ha detto “così mi scoppia il cervello perchè non immaginavo che un fiore potesse colorare”. Sono felice quando contribuisco a sciogliere le loro certezze e mi adopero per un’educazione ambientale in modo coerente. È inutile prendere uno scatolone riempirlo e portarlo in classe, bisogna partire dall’esperienza per poi affrontare temi legati alla sostenibilità ambientale o all’economia circolare».
Antonia sa bene cosa significhi essere imprenditori di se stessi e cerca di divulgare questa considerazione durante i suoi corsi. Si è autoprodotta dei libri, ha fatto percorsi formativi sui lavori verdi e tra le tante best practices porta come esempio la sua scelta: nel suo studio di progettazione coordinata dove educazione e comunicazione ambientale si incontrano, lavora a distanza con tantissime persone e con reti mondiali. Si è creata un vero e proprio lavoro.
«Se avessi immaginato tutto questo percorso come modalità di guadagno non sarebbe mai andata così. È nato dal cuore non dal profitto. C’è una continua ricerca e l’aspetto emozionale è prioritario. Il format del cartolaio nasce come un format di condivisione su come autocostruirsi delle cose. In molti mi hanno chiesto se fossero in vendita alcuni degli oggetti realizzati. Più di una persona mi ha chiesto di creare una scatola per i loro bimbi e così è nato un piccolo negozio online che durante il covid è andato alla grande».
Fino a poco tempo fa Antonia aveva il sogno di tornare all’università e insegnare ecodesigner con materiali naturali agli studenti dei corsi di progettazione. Adesso, invece, ha voglia di tornare all’università per insegnare alle future formatrici come replicare processi di questo tipo. Tra i prossimi obiettivi anche quello di creare uno spazio permanente di educazione alla sostenibilità ambientale nelle sedi che fanno parte della rete.
«Credo sia importante in questo momento progettare nelle scuole laboratori di didattica in natura in cui più approcci si accostano. La parte museale e scientifica, la libreria e tutti gli strumenti,non solo creativi, che danno anche la possibilità di approfondire e abbracciare le varie discipline».
“Mamma ora capisco, riesci a fare quello che fai perché prima ti sei costruita una credibilità”, le parole del figlio di Antonia danno l’idea del perché i suoi progetti incantano grandi e piccini. Ricerca, sperimentazione e condivisione sono la vera formula che le ha permesso di trasformare alcuni dei suoi sogni in realtà grazie ai suoi progetti condivisi.
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