29 Lug 2022

Tassonomia europea: i dubbi di Etica SGR su finanza, carbone e nucleare

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

Sembra che la tassonomia europea sulle attività rinnovabili risponda a logiche economiche piuttosto che alla volontà di compiere una reale transizione ecologica. Ne è convinta Etica SGR che, pur non trascurando le performance finanziarie, esclude dai propri investimenti aziende che non abbiano messo in atto una politica ambientale sostenibile e convincente.

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L’attenzione al cambiamento climatico ha acquisito nel corso degli anni sempre più importanza e centralità in seno al dibattito istituzionale. A favorire questo processo anche alcuni accordi internazionali come l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e la Cop26 di Glasgow che hanno contribuito alle politiche messe in atto dall’Unione Europea che punta alla carbon neutrality entro il 2050. 

Tra gli obiettivi dell’UE c’è anche quello di una finanza sostenibile che indirizzi le scelte di investimento degli agenti economici secondo i fattori ESG – environment, social e governance – legati cioè alla riduzione dell’impatto ambientale, alla gestione attenta delle persone e della comunità e alla governance equilibrata delle organizzazioni. 

Per favorire il rispetto della carbon neutrality, il regolamento UE 2020/852 ha introdotto la EU Taxonomy of Sustainable activities, un meccanismo di classificazione delle attività che vengono considerate sostenibili in base a una serie di obiettivi ambientali e climatici individuati: mitigazione del cambiamento climatico, adattamento al cambiamento climatico, uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine, transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti, prevenzione e controllo dell’inquinamento, protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi. 

commissione europea

È entrata così in vigore, il 31 dicembre 2021, la Tassonomia verde dell’Unione Europea, una “guida pratica per politici, imprese e investitori su come investire in attività economiche che possono contribuire a un’economia meno impattante”. Trovare un accordo sui criteri tecnici di selezione delle attività verdi non è stato un iter semplice. La finanza sostenibile muove importanti capitali ed essere esclusi da un certo tipo di investimento può avere un suo peso. A tal proposito settori industriali, ma anche alcuni Paesi, in cui certi comparti pesano notevolmente, hanno fatto pressione ai vertici europei. 

È il caso di due settori particolarmente “discussi”: gas e nucleare. La Commissione ha poi trovato un «delicato compromesso» e ha incluso questi due settori tra gli investimenti sostenibili fino al 2030, sostenendo che «i criteri per le attività specifiche nel settore del gas e del nucleare sono in linea con gli obiettivi climatici e ambientali dell’UE e contribuiranno ad accelerare il passaggio dai combustibili fossili solidi o liquidi, compreso il carbone, verso un futuro climaticamente neutro». Non solo la Commissione, ma anche il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno approvato l’atto delegato complementare sul clima che include alcune attività specifiche nel settore dell’energia nucleare e del gas tra le attività economiche considerate come sostenibili.

Una decisione ampiamente criticata da parte di numerosi tecnici, esperti, associazioni e istituzioni. Tra questi Etica Sgr. Nucleare e gas sono davvero fonti “verdi”? Sono utili per una transizione energetica verde in Europa? Greenpeace ha calcolato che «i nuovi investimenti sul gas generati dalla sua inclusione in Tassonomia porterebbero nelle casse del Cremlino fino a 4 miliardi extra all’anno fino al 2030. Mentre Rosatom, azienda russa attiva nel settore dell’energia nucleare, potrebbe assicurarsi una quota di circa 500 miliardi di euro di potenziali investimenti in nuove capacità nucleari dell’UE».

centrale nucleare

«Si è visto che vi è una stretta connessione tra cambiamento climatico e inclinazione alla guerra, come evidenziato da un esperto di politica climatica della Brown University: i cosiddetti “petro-Stati” – Russia, Libia e Iraq, ad esempio –, che ricavano almeno il 10% del loro PIL dall’esportazione di petrolio e gas, hanno una propensione alla guerra del 50% maggiore rispetto alle altre nazioni. Per questo motivo la transizione ecologica, afferma lo studioso, può essere una prospettiva efficace per costruire la pace», ha dichiarato Arianna Magni, Head of Institutional and International Business Development di Etica Sgr. 

La posizione di Etica Sgr su questo tema è chiara. Includere gas e nucleare nella Tassonomia potrebbe indebolire l’intera credibilità di tutto l’impianto normativo che punta sul green. Secondo il parere degli esperti, il gas è una fonte climalterante e le centrali nucleari presentano ancora molte incognite legate alla sicurezza e alla gestione delle scorie radioattive, nonostante si parli di nuove tecnologie nucleari che consentirebbero maggior sicurezza e produzione più verde. Tuttavia allo stato attuale non esistono ancora, i tempi sono molto lunghi e i costi elevatissimi.

Secondo Etica Sgr il gas e il nucleare, considerate fonti energetiche di transizione temporanee, all’interno della Tassonomia contribuiscono a rallentare il processo di transizione energetica e chi vuole lavorare per il contrasto al cambiamento climatico e alla lotta alle disuguaglianze è chiamato a fare scelte coraggiose non più rinviabili, puntando sulle fonti rinnovabili. Non più una sostenibilità di maniera, ma un approccio rigoroso e concreto che può funzionare nel tempo. 

Includere gas e nucleare nella Tassonomia potrebbe indebolire l’intera credibilità di tutto l’impianto normativo che punta sul green

 «Nello scegliere le aziende nelle quali investire non guardiamo quindi solo al loro profilo ESG, che può essere anche buono, ma ci poniamo domande di tipo etico anche relativamente al settore nel quale operano, che potrebbe essere invece controverso. Da sempre escludiamo dagli investimenti dei fondi società legate alle armi o imprese che hanno legami con la produzione ed il commercio delle armi. Così come nucleare, petrolifero e minerario sono altri settori per noi controversi, nei quali convintamente i nostri fondi continuano a non investire».

Di recente Etica SGR ha rivisto la propria politica di investimento rispetto alle aziende coinvolte, a vario titolo, in attività legate al gas naturale: «Queste società vengono escluse dagli investimenti dei fondi ad eccezione di quelle che presentino una convincente prospettiva di transizione ecologica», continua Arianna Magni.

Etica Sgr e tutta la finanza etica hanno dimostrato di saper affrontare le minacce legate alle crisi globali e locali appoggiando modelli di crescita inclusivi e sostenibili da un punto di vista umano e ambientale. Tra gli obiettivi, quello di creare un’opportunità di rendimento in un’ottica di medio-lungo periodo, puntando all’economia reale e premiando imprese e Stati che mettono in pratica azioni virtuose in materia ambientale, sociale e di governance. Abbiamo la possibilità di costruire un nuovo modello economico e finanziario, cosa aspettiamo a farlo? Scegliere su quali fondi investire i propri risparmi può fare la differenza.

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