6 Lug 2022

Lo spreco d’acqua e la dispersione delle reti idriche: abbiamo un problema

Scritto da: Lorena Di Maria

In Italia in media il 42% di tutta l'acqua immessa nella rete idrica viene sprecata a causa dello stato obsoleto delle infrastrutture. Lo testimonia il Report Istat 2019-2021 sui consumi dell'acqua. Come ci racconta il Comitato provinciale Acqua Pubblica di Torino, l'inversione di tendenza può avvenire solo attraverso una presa di consapevolezza e necessarie azioni prioritarie di ammodernamento e risparmio idrico.

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Torino - Torniamo a parlare di crisi idrica e lo facciamo partendo dal Piemonte, dove giovedì 30 giugno è stata convocata la Conferenza dei Sindaci dell’Autorità Territoriale a Torino. Un’occasione importante per affrontare il tema legato all’emergenza idrica e alle relative soluzioni da mettere in atto. Da quanto apprendiamo, durante la conferenza è stato dichiarato che la situazione per la gestione dell’emergenza è “sotto controllo”.

Le soluzioni infatti pare siano già sul tavolo: SMAT SpA – la Società Metropolitana Acque Torino ha pronte le autobotti per intervenire nei territori che dovessero rimanere senz’acqua, un sistema semaforico dà indicazione ai sindaci e alle sindache su quando emanare l’ordinanza per ridurre i consumi. Inoltre, un progetto da 50 milioni di euro è stato candidato al PNRR per la ricerca delle perdite di rete con alta tecnologia.

Nonostante queste misure però, il Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino fa notare come la necessaria sostituzione delle reti degli acquedotti continui a non essere una priorità per le realtà competenti. Il Comitato è composto da cittadini e associazioni impegnate per l’affermazione dell’Acqua Bene Comune, considerata essenziale per la vita e non mercificabile. Secondo la sua opinione, durante la Conferenza non è stata spesa «una parola sulla necessità di intervenire sulla ristrutturazione della rete idrica obsoleta che perde più del 30% in tutto l’ambito».

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Foto di Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
SITUAZIONE EMERGENZIALE O CRISI STRUTTURALE?

«Il tema della carenza d’acqua e della disomogenea distribuzione delle precipitazioni nel corso dell’anno si porrà in futuro con sempre maggiore urgenza». Le soluzioni messe sul piatto da molti sindaci e Comuni sono certamente utili per arginare l’emergenza di questo periodo, ma la strada è ancora lunga.

Infatti, è sempre fondamentale ribadirlo: la siccità che ci sta colpendo non è un evento occasionale e diventerà un fenomeno sempre più strutturale a causa dei cambiamenti climatici in atto. Per questo motivo è importante attuare delle azioni che guardino dritti i cambiamenti climatici, perché il rischio è che diventino vani tutti quegli sforzi dei comuni nel tamponare l’emergenza.

LA DISPERSIONE DELLE RETI IDRICHE

Quanta acqua si disperde lungo il suo passaggio tra le reti idriche? Parecchia, da quanto ci riportano i dati. Proprio come testimoniato dal Report Istat sull’acqua per gli anni 2019-2021, che ci mostra che le perdite idriche in distribuzione sono in costante aumento e nel 2018 erano pari al 42,0%. Possiamo tradurre questo dato così: dei 100 litri che vengono trasportati nel sistema dell’infrastruttura, 42 litri vengono persi e non riescono a raggiungere gli utenti.

Nella pratica, in Italia va perduto oltre un terzo dell’acqua immessa nella rete di distribuzione e paradossalmente più risparmiamo e più l’acqua viene sprecata. Nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi al giorno per ogni chilometro di rete nei capoluoghi di provincia/città metropolitana, ovvero il 36,2% dell’acqua immessa in rete (37,3% nel 2018).

Per il Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino «non è più possibile cullarsi nell’idea che la dispersione nel nostro territorio sia al di sotto della media nazionale e dunque non sia necessario intervenire: il 35% di dispersione ammesso dall’ATO3 – ma secondo i nostri calcoli è del 56,27% – non è tollerabile».

Nell’ampia e complessa riflessione sul tema dell’emergenza idrica, viene portata all’attenzione un’altra criticità: «È evidente che più che allo stato delle reti si è guardato all’andamento delle azioni. I soldi ci sono ma sono utilizzati per remunerare gli azionisti – sia pubblici che privati – non per investire e/o abbassare la tariffa».

Il problema poi, secondo il Comitato, è l’evidente assenza di responsabilità di un sistema di gestione caratterizzato da una decennale mancanza di pianificazione e investimenti infrastrutturali, perché piegato a una logica privatistica che punta esclusivamente alla massimizzazione del profitto mentre il surriscaldamento globale e i cambiamenti climatici riducono la disponibilità dell’acqua per uso umano, sull’agricoltura e più in generale sull’ambiente.

È indispensabile e urgente procedere ad una drastica riduzione dello spreco idrico con la sostituzione delle vecchie tubature

UNA VOCE FUORI DAL CORO: L’ESEMPIO DEL COMUNE DI PERRERO

Perrero è un piccolo Comune montano della provincia di Torino. Qui l’amministrazione comunale ha deciso per tempo di investire per sostituire tutta la rete idrica comunale, lunga più di 50 chilometri, riducendo drasticamente le perdite. Oggi sta per intervenire anche per limitare le dispersioni delle dieci captazioni di sua competenza.

Questo piccolo Comune gestisce in proprio il Servizio Idrico Integrato. «Anziché combatterli nelle aule processuali, si prenda esempio dai piccoli Comuni che si assumono direttamente la responsabilità di gestire l’acqua come bene comune e non come merce».

RIDURRE LO SPRECO DI ACQUA. MA COME?

Compreso che l’innalzamento delle temperature non è un evento occasionale e che la carenza d’acqua e la disomogenea distribuzione delle precipitazioni nel corso dell’anno si porranno in futuro con sempre maggiore frequenza, è urgente una riflessione per individuare le soluzioni per i nostri Comuni.

«È indispensabile e urgente procedere a una drastica riduzione dello spreco idrico con la sostituzione delle vecchie tubature, ma anche a una forte campagna rivolta all’utenza per ridurre gli sprechi e creare una cultura del rispetto e della tutela dell’acqua, nell’interesse nostro e delle future generazioni». Per questo il Comitato chiede ai Sindaci, responsabili per legge del Governo del Servizio Idrico, che se ne facciano carico e imprimano da subito una radicale inversione di tendenza rispetto al modello attuale.

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Foto di Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino

In questa riflessione non possiamo non citare le parole di Matilde, attivista di Extinction Rebellion Torino che durante la recente protesta di fronte al Palazzo della Regione ha dichiarato: «Non basta scaricare le responsabilità sui cittadini facendo leva sull’utilizzo responsabile delle risorse idriche, perché ci sono enormi problemi strutturali che per anni si è scelto di ignorare». Diffondere una cultura dell’acqua come bene comune e non illimitato, insieme a buone pratiche, è soltanto una delle tante strade da percorrere.

Altre ce le indica il Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino: «L’inversione di tendenza può avvenire, secondo il Comitato, attraverso tre misure prioritarie che si possono realizzare in tempi brevi, come destinare gli utili delle aziende che gestiscono il servizio idrico alla ristrutturazione delle reti idriche, ammodernare gli impianti di irrigazione in agricoltura (ad esempio l’irrigazione a goccia) e utilizzare le acque piovane e infine incentivare la realizzazione di reti idriche duali e l’installazione di dispositivi per il  risparmio idrico nell’edilizia di servizio, residenziale e produttiva».

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