22 Lug 2022

Retake, il gruppo di volontari che “si riprende” Roma grazie a competenze e attivismo civico

Scritto da: Brunella Bonetti

Un insieme di azioni portate avanti da gruppi territoriali formati da persone generose, attive e competenti. Tutto questo è Retake Roma, una rete che sta rigenerando la Capitale partendo dal basso, diffondendo così senso civico e cultura della cura dei beni comuni in maniera trasversale, in tutti gli ambiti della società.

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Retake Roma rigenera gli spazi degradati. Retake educa alla cittadinanza attiva. Retake pulisce le strade della capitale. Retake promuove la bellezza, la vivibilità e la cura delle strade di Roma. Retake è questo e molto altro, un organismo associativo impegnato attivamente nella cura dei beni comuni.

Wake up, speak up, clean up! è il moto di questa organizzazione: sveglia, parla, pulisci! Un chiaro invito rivolto a cittadini e cittadine ad attivarsi e mettersi in gioco in prima persona per contribuire a migliorare l’ambiente in cui viviamo riprendendocelo, proprio come dice il nome stesso, Retake. Ce ne parla meglio Cristiano Tancredi, attivista di questa associazione e amministratore del gruppo Retake del Parco degli Acquedotti.

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Cristiano, presentati: chi sei e che ruolo ricopri in Retake?

Io sono un geografo, esperto nella gestione e valorizzazione del territorio. Da sempre sono un militante nel mondo del terzo settore, soprattutto come volontario di una associazione attiva nel Parco degli Acquedotti. Nel 2020, dopo lo scioglimento di quest’ultima, ho creato un gruppo Retake per portare avanti il lavoro di gestione del Parco. Da sempre mi impegno per l’ambiente e il territorio e mi piace unire la teoria con la pratica mettendo in atto le mie conoscenze come coordinatore dei volontari locali.

Cos’è Retake?

Retake è una fondazione formata da gruppi sparsi in tutta Italia. A sua volta ogni realtà è divisa in gruppi locali piccoli o grandi. In particolare Retake Roma è strutturata in realtà localizzate e io sono l’admin del territorio del Parco dell’Appia Antica, dove già ero attivo come volontario e ricercatore, raccogliendo dati utili per la mia tesi di laurea. Siamo una realtà co-progettante con le amministrazioni locali ovvero usiamo una serie di strumenti elaborati dal Governo sulla cura dei beni comuni e agiamo al loro fianco senza sostituire quello che dovrebbe essere il loro lavoro. A oggi Retake Roma è una delle realtà associative più grandi e più attive nella città.

Come nasce Retake, qual è la sua storia?

Retake ha una storia legata alla promozione della bellezza, della vivibilità e della rigenerazione degli spazi urbani. In particolare, la realtà romana nasce undici anni fa come movimento spontaneo fondato da Rebecca Spitzmiller, un’americana stabilitasi a Roma e attivissima nel recupero delle zone degradate intorno a casa sua. Tante persone si sono unite a lei e da un piccolo movimento locale sono nati spontaneamente altri gruppi di quartiere. Lei ha creato un modello che ha preso piede e ha fatto nascere Retake Roma, strutturata in più di ottanta realtà di volontari attivi sul territorio della capitale. Noi non siamo spazzini, ma cittadini attivi che esercitano il proprio diritto di cura e valorizzazione del territorio che abitano e amano.

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Qual è il vostro obiettivo?

Retake nasce per riprendere gli spazi destinati all’incuria e all’abbandono. Nasce come esigenza dei cittadini di vivere in luoghi curati. Infine, nasce dal desiderio di riunirsi in gruppo per affrontare insieme una serie di problematiche. È dunque un vero e proprio atto di cura verso sé stessi, gli altri e il territorio. Perché, in particolare a Roma, lasciare che una delle città più belle al mondo sia trascurata e abbandonata a sé stessa? Per questo nasce Retake Roma: una quotidiana battaglia di amore e valorizzazione della capitale.

Come cambia il territorio nel tempo attraverso l’attività di associazioni che si occupano della sua valorizzazione?

Cambia tantissimo: se non ci fossero state le tante associazioni attive nel Parco degli Acquedotti, questa zona sarebbe diventata un’area cementificata. In particolare il gruppo di Retake attivo nel parco si è battuto per la sua conservazione e valorizzazione. Sono sicuro che le associazioni siano il primo presidio di controllo e tutela del territorio. L’impatto delle associazioni di volontariato è enorme e importantissimo: portano avanti battaglie determinanti per la sopravvivenza dei luoghi e della loro identità e per la divulgazione dei valori di sostenibilità che i volontari divulgano con la loro azione di militanza.

Quali iniziative e progetti portate avanti?

Siamo impegnati in molte attività, tutte legate alla cura degli spazi urbani. Dalla valorizzazione del territorio in generale agli spazi urbanizzati come piazze e strade, fino ai luoghi verdi. Svolgiamo attività sociali in collaborazione con molte altre associazioni, tra cui la Caritas; organizziamo eventi culturali come trekking urbani o archeologici, artistici e di conoscenza del territorio. Facciamo progetti con i bambini nelle scuole per educare i giovanissimi a uno stile di vita più sostenibile. Lavoriamo con le aziende. Abbiamo fatto molte attività di urbanismo tattico con opere di street art e piantumazione di aiuole per riqualificare gli spazi urbani. Promuoviamo opere di riuso e riciclo e molte altre azioni per ripensare in modo strategico i luoghi della città.

Vogliamo diffondere un senso di cura e di amore verso un territorio che non sia più un ammasso di non luoghi

I vostri programmi sono indirizzati a diverse realtà e sono destinati a molteplici finalità. Insomma siete una realtà multidisciplinare, fondata proprio sull’attivismo di decine di gruppi di volontari, ognuno dei quali mette in campo le proprie qualità e competenze per rendere Roma una città migliore. Come mai così tante declinazioni e come riuscite a gestire tutto?

Il nostro segreto sono la forza e la specificità del singolo, che messe a disposizione del gruppo e del territorio creano un meccanismo di sostenibilità, cura e amore. Le nostre tante declinazioni nascono soprattutto dalla complessità di Roma, che ci mette a confronto con un’ampia varietà di problematiche, le quali richiedono a loro volta una grande varietà di azioni, portate avanti dalle tante realtà territoriali. Ed è proprio grazie a questa struttura territoriale riusciamo a gestire la complessità di Roma e dei suoi tanti problemi.

Il vostro segreto sembra essere proprio questa struttura a nido d’ape: ogni cellula contribuisce alla costruzione e tutela di tutto l’alveare. Come tante api operaie vi attivate per la valorizzazione degli spazi e dei beni comuni. Quali sono le motivazioni che vi spingono ad agire?

L’esigenza di vedere Roma cambiare; la non rassegnazione davanti ai tanti problemi; l’amore per la nostra città; la cittadinanza attiva: sono questi i nostri pilastri. Abbiamo un piano strategico a cui ci atteniamo, che disciplina i nostri volontari, in base a un codice morale ed etico funzionale, a mettere in atto nel migliore dei modi la nostra azione di difesa e valorizzazione delle aree in cui viviamo e che amiamo. La nostra è una sussidiarietà orizzontale che ci porta a combattere per ciò in cui crediamo.

Che impatto hanno le vostre iniziative sul territorio? Quanto è difficile agire in una realtà come Roma?

Le nostre attività hanno un forte impatto. Ne abbiamo conferma ogni giorno vedendo il territorio che cambia e avendo un riscontro entusiasta dei cittadini che lo vedono cambiare. È molto forte anche l’impatto sui cittadini non attivi sul territorio, ma che beneficiano delle nostre azioni e ci ringraziano. In una città come Roma, troppo a lungo abbandonata a sé stessa, si riscontra una mancanza di senso civico che noi, con la nostra azione volontaria, cerchiamo di contrastare facendo innamorare di nuovo le persone della propria città e stimolando la sua cura e valorizzazione.

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Che rapporto avete con le istituzioni?

Un rapporto ambivalente: di denuncia e di collaborazione. Siamo apartitici, ma facciamo politica nel senso di cura della polis, cioè della città, e messa in atto del nostri diritti di cittadini. Credo che scendere in campo e occuparsi di un bene comune sia la più nobile forma di politica. Il cittadino attivo in associazioni come Retake è come il genius loci del territorio che si batte per la sua tutela e riconnessione identitaria che crea azioni e significati virtuosi.

Un retaker è dunque un cittadino attivo che va a espletare il suo impegno di tutela del territorio, di difesa della legalità, degli spazi verdi e di organizzazione di attività culturali per far conoscere il territorio. Come si può essere coinvolti e attivarsi con Retake e perché farlo ?

È molto semplice attivarsi in Retake: non servono iscrizioni o tessere associative, basta andare sul nostro sito, consultare il calendario delle azioni, sceglierne una o più in base alle proprie disponibilità e interessi e registrarsi sulla nostra app. Diventando volontari si è anche coperti da un’assicurazione. Perché farlo? Perché l’Italia deve cambiare partendo dalle sue peculiarità locali che possono poi incidere sul territorio nazionale. E i volontari di Retake sono un volano di cambiamento.

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