11 Lug 2022

Restrizioni anti Covid: ecco com’è cambiata la nostra vita negli ultimi due anni

Scritto da: Francesco Bevilacqua

La pandemia è finita? Ci sarà una nuova ondata? Verranno applicate nuove misure di sicurezza sanitaria? Non possiamo saperlo, ma possiamo analizzare cos'è successo sinora e in che modo le restrizioni anti Covid hanno cambiato la nostra vita, provocando problemi spesso sottovalutati che vanno ben al di là degli effetti del virus.

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Per milioni di persone c’è stato un aspetto direttamente collegato alla pandemia che ha rappresentato uno spauracchio temibile come e in alcuni casi anche più del rischio stesso di contagio ed è stata l’infinita serie di restrizioni anti Covid imposte dalle autorità sanitarie in questi 28-29 mesi.

Un semplice confronto con altri paesi europei e mondiali mette in luce come le misure attuate in Italia siano state particolarmente rigide, sia in termini di prescrizioni che in termini di durata. Senza entrare nel merito dell’efficacia di tali misure, proviamo ad analizzare qualche impatto hanno avuto sulla popolazione prendendo in esame alcuni esempi di restrizioni anti Covid applicate nel nostro paese.

In questo articolo potrai trovare:

LOCKDOWN

Con il primo di una lunghissima serie di decreti ministeriali – sul cui uso sono stati peraltro sollevati diversi dubbi – il 1° marzo del 2020 viene definita una prima zona rossa soggetta a restrizioni anti Covid per quanto riguarda la libertà di circolazione. È il primo lockdown parziale che, espandendosi via via di Comune in Comune e di Regione in Regione, arriverà a comprendere tutto il territorio nazionale il 9 marzo.

Il 21 marzo il lockdown diventa totale e viene ordinata la chiusura di tutte le attività non essenziali. Questa situazione genera subito non poche tensioni sociali, nonché gravi e troppo spesso sottovalutati effetti negativi sulla salute della popolazione che, pur essendo collegabili a un provvedimento studiato per limitare i contagi, lasciano ancora oggi pesantissimi segni.

lockdown

Un esempio è la salute alimentare degli italiani, che peggiora vistosamente. Secondo i dati del Centro di ricerca alimenti e nutrizione infatti, il 44% della popolazione è aumentato di peso nel 2020. Non solo: il Centro europeo per il monitoraggio sulle droghe e sulle dipendenze ha lanciato l’allarme anche in merito all’incremento del consumo di sostanze, soprattutto fra i giovani.

La fase di allentamento del lockdown ha inizio il 4 maggio del 2020, per poi subire nuovi inasprimenti in momenti successivi, in corrispondenza di quelli che vengono considerati picchi pericolosi in termini di diffusione del virus. A novembre 2020 sono istituite zone di diverso colore a seconda della rigidità delle restrizioni anti Covid e più di una decina di decreti danno luogo via via a nuovi periodi di lockdown parziale fino al 31 marzo 2022, quando scade ufficialmente lo stato d’emergenza.

GREEN PASS

Pietra miliare di questo tormentato percorso è il 6 agosto 2021, giorno in cui entra in vigore il decreto-legge n. 105 che, prorogando lo stato d’emergenza, istituisce anche l’obbligo di green pass per tutta una serie di attività e luoghi, che viene resa obbligatoria da successivi decreti per una numero sempre maggiore di categorie professionali – sanitari, docenti, studenti universitari, forze dell’ordine dipendenti pubblici, lavoratori privati.

Successivamente – e inaspettatamente rispetto a quanto dichiarato in agosto – vengono modificate le caratteristiche del green pass, prevedendo due versioni a seconda del fatto che sia ottenuto tramite tampone – il base – oppure vaccinazione o contagio – il rafforzato, il cui ottenimento è subordinato ai richiami con nuove dosi. Questo genera un ampio movimento di dissenso, che andrà a ingrossarsi man mano che aumenterà la distanza fra i dati relativi al contagio e la rigidità delle restrizioni anti Covid.

Da parte nostra, abbiamo colto la fortissima tensione sociale e il grave corto circuito comunicativo generati dalla contingenza per portare avanti una serie di riflessioni su ciò che stava accadendo, tentando di andare oltre la mera analisi epidemiologica. Ci siamo infatti interrogati sulle difficoltà di fare informazione in un’epoca di polarizzazione del dibattito; abbiamo puntato l’obiettivo sui coni d’ombra tralasciati – spesso intenzionalmente – dalla narrazione mainstream; abbiamo proposto analisi che inquadravano la situazione in maniera più complessa, collegandola con altri meccanismi inceppati della nostra società; abbiamo dato voce anche a chi veniva sistematicamente censurato in seno al dibattito pubblico.

A gennaio 2022 un ulteriore decreto inserisce nuove restrizioni anti Covid, istituendo l’obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni. Il 31 marzo, con la cessazione dello stato di emergenza, la disciplina relativa al green pass viene gradualmente e lentamente alleggerita, fino ad arrivare al 15 giugno, data di scadenza anche dei precedenti decreti e giorno in cui la certificazione verde decade per quasi tutte le categorie professionali, fatti salvi operatori sanitari e socio-assistenziali.

restrizioni anti covid
MASCHERINE

Fra gli strumenti che il Governo ha scelto per fronteggiare i contagi e fra le restrizioni anti Covid più contestate figurano le mascherine. Dopo averle rese obbligatorie quasi permanentemente per due anni – spesso anche all’aperto –, a partire dal 16 giugno esse rimangono obbligatorie sui mezzi di trasporto e nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali. Rappresentano a oggi l’unica misura di contenimento ancora in vigore.

Tralasciando – lo ribadiamo – l’efficacia con cui hanno svolto il compito assegnato, va sottolineato che hanno generato una serie di effetti negativi gravissimi. Uno dei principali è di ordine ambientale. Come ripetuto da centinaia di associazioni e istituzioni che si occupano di rifiuti e salvaguardia ambientale e come riportato – fra gli altri – anche dal nostro Andrea Degl’Innocenti in una rassegna stampa dedicata al tema, il loro impatto sull’ecosistema è tanto devastante quanto sottovalutato.

Ma non si tratta solo di questo. Pesanti ripercussioni, che hanno provocato danni a lungo termine, sono state anche di carattere relazionale e psicologico. Nei lunghi mesi in cui erano obbligatorie ad esempio, le mascherine hanno causato gravi danni alle persone sorde, come ha denunciato in questa intervista Laura Ribaldone. Tutti sono stati colpiti, ma alcune categorie in particolare, come ha denunciato in un comunicato un gruppo di oltre 700 psicologi.

MOBILITÀ

Uno dei settori in cui le restrizioni anti Covid hanno costretto a fare più passi indietro è quello della mobilità sostenibile. Il distanziamento sociale, la riduzione della capacità dei mezzi pubblici, i timori delle persone e altri fattori hanno spinto molte persone a scegliere o tornare al mezzo privato per spostarsi, inferendo un grave colpo ai progressi fatti negli ultimi anni.

Ingenti responsabilità sono da attribuire anche alle limitazioni all’utilizzo dei mezzi pubblici, che sono fra i pochissimi luoghi in cui ancora oggi è obbligatoria la mascherina. Un quadro tanto completo quanto inquietante lo ha tracciato in questa intervista Simona Larghetti, presidente della Consulta della Bicicletta di Bologna ed esperta di mobilità sostenibile.

restrizioni anti covid
SCUOLA E BAMBINI

Avrete forse notato che sinora non abbiamo mai citato il mondo scolastico e dell’infanzia. Non certo per dimenticanza, ma perché la negligenza e la colpevole omissione nei confronti dei bambini e dei ragazzi registrate durante il periodo di applicazione delle restrizioni anti Covid sono state talmente gravi da meritare un discorso a parte. Non solo: dal lockdown al green pass alle mascherine, tutte le prescrizioni per il contenimento dei contagi hanno trasversalmente dato il loro contributo negativo.

Partiamo dalla fine: le scuole sono state l’ultimo luogo in cui è caduto l’obbligo di mascherina, inizialmente previsto fino al 31 agosto 2022 e poi interrotto il 22 giugno, consentendo così di sostenere in piena libertà gli esami estivi. Abbiamo dato voce alle veementi proteste in questo articolo, che analizza anche le contraddizioni che, sul piano epidemiologico, hanno caratterizzato questo provvedimento.

Sugli effetti psicologici che le restrizioni anti Covid hanno avuto su bambini e ragazzi ha tracciato un quadro tanto completo quanto inquietante la psicologa Francesca Cavallini del centro Tice, che abbiamo interpellato in questa intervista. Le mascherine, l’isolamento, la DAD, la divisione sociale provocata dai vaccini e altri aspetti hanno provocato danni ingenti e nella maggior parte dei casi sottovalutati. Dello stesso tenore le osservazioni che un gruppo di esperti ha esternato nel corso di un confronto promosso da Lumen.

La riflessioni che abbiamo proposto in questo approfondimento seguono la linea narrativa che abbiamo deciso di privilegiare durante il periodo “caldo” della pandemia, improntata sulla pluralità, sul rifiuto di posizionamenti prestabiliti e preconcetti e sull’analisi ragionata. Tutto ciò al fine di interpretare i segnali che questo evento ci ha mostrato e utilizzarli per costruire modelli migliori, più resilienti e più sostenibili.

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