20 Lug 2022

Una marcia funebre sulle secche del torrente Chisone

Scritto da: Lorena Di Maria

Nel pomeriggio di domenica 17 luglio alcuni attivisti di Extinction Rebellion hanno protestato contro la crisi idrica e i suoi effetti: hanno appeso due grandi striscioni sul cavalcavia del torrente Chisone, all’ingresso di Pinerolo, e hanno trasportato una grande lisca di pesce in cartapesta, percorrendo con una marcia funebre simbolica il tratto in secca tra Osasco e Garzigliana.

Salva nei preferiti

Torino - Ne è rimasto vittima anche lui, tra gli innumerevoli corsi d’acqua, laghi e ghiacciai piemontesi che ci mostrano in modo drammatico e violento gli effetti della crisi idrica. Parliamo del torrente Chisone o meglio di quel che rimane di questo corso d’acqua spogliato di buona parte della sua acqua. Oggi lo si può percorrere a piedi, calpestando pietre e vegetazione che sono riemerse sotto volumi d’acqua.

Proprio nei suoi pressi, all’ingresso della città di Pinerolo, domenica 17 luglio gli attivisti di Extinction Rebellion hanno organizzato una protesta: non hanno perso l’occasione per testimoniare, ancora una volta, gli effetti della siccità e delle mancate scelte politiche per fronteggiarla. L’obiettivo dell’azione, in questo particolare periodo storico, non è difficile da immaginare: i giovani attivisti per l’ambiente hanno voluto denunciare ancora una volta la relazione e diretta fra la siccità che sta colpendo il nostro paese e la crisi climatica mondiale.

Torrente Chisone
Foto di Extinction Rebellion Torino

Così hanno appeso due grandi striscioni con la scritta “Siccità è crisi climatica” sul cavalcavia nei pressi del torrente Chisone e, a seguire, hanno iniziato una processione funebre percorrendo a piedi il tratto prosciugato del letto del Chisone tra i Comuni di Osasco e Garzigliana, portandosi dietro una grande lisca di pesce di cartapesta.

IL TORRENTE CHISONE, TRA PIOGGE ESTREME E SICCITÀ

«Pur essendo considerato un torrente, il Chisone – che è tributario del Po – normalmente nell’arco dei dodici mesi non presenta mai periodi di secca totale. Tuttavia negli ultimi anni, in estate, nei tratti tra Miradolo e Garzigliana il Chisone scompare quasi del tutto, tanto che il paesaggio circostante assume un aspetto quasi lunare», hanno raccontato gli attivisti in un comunicato stampa.

Torrente Chisone2
Foto di Extinction Rebellion Torino

Come effetti del cambiamento climatico, la diminuita frequenza delle precipitazioni sta infatti impoverendo i corsi d’acqua alpini causando scarsità idrica che si alterna a eventi estremi quali piogge improvvise e violente con conseguenti esondazioni. Proprio nel territorio della Val Chisone, questo è avvenuto nel 2000 e successivamente nel 2016, anni che hanno visto forti alluvioni che hanno spazzato via ponti ed eroso strade. Alcune testimonianze di quegli anni arrivano da sindaci e cittadini, come raccontato in due articoli di Vita Diocesana Pinerolese che raccontano gli effetti dell’alluvione del 2000 e dell’alluvione del 2016.

Dopo l’inverno 2021-2022, caratterizzato da precipitazioni abbondantemente inferiori alla norma su tutto l’arco alpino, l’aspetto dell’alveo del Chisone è emblematico dello stato di sofferenza dei corsi d’acqua piemontesi, cha presentano punte di deficit vicine al 90%, come confermano le rilevazioni di Giugno 2022 di Arpa Piemonte.

I giovani attivisti hanno voluto denunciare la relazione e diretta fra la siccità che sta colpendo il nostro paese e la crisi climatica mondiale

BISOGNA AGIRE IN MODO STRUTTURALE E NON EMERGENZIALE

«La gravità di questa crisi idrica, annunciata ormai da mesi, ha portato il Consiglio dei ministri nazionale a dichiarare lo stato di emergenza a causa della siccità nelle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Piemonte, fino al prossimo 31 dicembre, e a stanziare 36,5 milioni di euro (attinti dal Fondo per le emergenze nazionali) per i primi interventi negli ambiti più colpiti: agricoltura, produzione di energia idroelettrica e consumi individuali di acqua».

L’iniziativa simbolica sul letto asciutto del Chisone ha l’obiettivo sottolineare ancora una volta il carattere ormai endemico della siccità causata dalla crisi climatica e la necessità di affrontarla come tale anziché come un mero episodio contingente. Per questo Extinction Rebellion, ormai da mesi, continua a fare pressione sul Governo Regionale del Piemonte affinché agisca in modo strutturale e non emergenziale contro la crisi climatica ed ecologica e si esprima chiaramente sul modo in cui si intende azzerare le emissioni entro il 2050.

Siccita
LE PROTESTE DEGLI ATTIVISTI

La protesta di Extinction Rebellion è una delle tante azioni di dissenso manifestate dai giovani attivisti sul tema della siccità e della crisi idrica. Proprio qualche giorno fa a Torino un gruppo del Climate Social Camp ha attraversato il centro città navigando il fiume Po con l’obiettivo di denunciare e mettere in luce il grave stato di crisi idrica in cui ci troviamo, insieme alle drammatiche conseguenze che sempre più cittadini saranno costretti ad affrontare.

Vi ricordiamo che a Torino, dal 25 al 29 luglio si svolgerà il Climate Social Camp: come vi abbiamo raccontato in questo articolo, sarà un campeggio che riunirà cittadini e gruppi ambientalisti per dare il proprio contributo alla lotta contro la crisi climatica e sociale. Il tema della siccità sarà uno degli argomenti dibattuti tra conferenze, workshop e talk perché, come raccontano gli attivisti di Extinction Rebellion Torino, «la lotta per l’acqua è lotta per la vita».

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Lo storyteller dell’acqua Zach Weiss e il nuovo paradigma per mitigare clima, siccità e alluvioni
Lo storyteller dell’acqua Zach Weiss e il nuovo paradigma per mitigare clima, siccità e alluvioni

Come sta Valencia un mese e mezzo dopo l’alluvione che ha provocato 220 morti?
Come sta Valencia un mese e mezzo dopo l’alluvione che ha provocato 220 morti?

C’è anche l’Università di Sassari alla COP16 sulla desertificazione di Ryadh
C’è anche l’Università di Sassari alla COP16 sulla desertificazione di Ryadh

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Dopo i droni, le radiazioni: che succede negli Usa? – #1034

|

Il Comitato per la liberazione di Assange: “Julian è libero, ma l’informazione no”

|

A Campobello di Licata c’è un forno di comunità in cui lavora tutto il paese

|

Buon Natale globale, tra riti solstiziali e consumismo moderno

|

L’archeologia lo mostra: la cura è stata centrale nella storia della civiltà

|

I rifiuti elettronici sono un grosso problema. La soluzione? Riparare invece che ricomprare

|

Perché dire basta ai botti di Capodanno: petizioni e proposte sostenibili

|

Smartphone, pc, elettrodomestici: ripararli è possibile con “The Restart Project” – Soluscions #4

string(8) "piemonte"