La Fabbrichetta: una vecchia fabbrica rigenerata diventa un centro per i più fragili
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Novara - Sono iniziati a fine maggio e continuano a pieno ritmo i lavori di riqualificazione della Fabbrichetta del Mario Campagnoli nel cuore di Arona, sul lago Maggiore. In gioco c’è la realizzazione di un sogno: un progetto della comunità per la comunità. Un tempo “La Fabbrichetta” era una fabbrica del ghiaccio. Dopo diversi usi, nel 2008 viene dismessa e oggi sta vivendo una rinascita attraverso un progetto di rigenerazione e riuso di questo spazio industriale. Possiamo dire che, giorno dopo giorno, si sta trasformando in un luogo che vuole diventare centrale per il territorio, ovvero un punto di sostegno e di riferimento aperto a giovani, persone fragili e con disabilità dove possono crescere prospettive e opportunità per tutti.
Ci troviamo in provincia di Novara e il progetto nasce come parte della già attiva rete FARE, che sta per Formazione, Appartenenza, Responsabilità ed Esperienza e di cui capofila è la cooperativa Il Ponte: un insieme di associazioni ed enti che si occupano di favorire l’inclusione sociale, l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro di persone in difficoltà a cavallo tra Piemonte e Lombardia e più precisamente nelle province di Novara, Verbania, Varese e Vercelli.
IL PUNTO DI PARTENZA: UNA FABBRICA DISMESSA CHE AIUTA I PIÚ FRAGILI
Come dicevamo, il punto di partenza è una fabbrica dismessa. Qui gli 800 metri quadri a disposizione sono pensati e divisi in tre aree tra loro comunicanti: ci sarà l’area dell’inclusione lavorativa, con una parte laboratoriale-produttiva per l’inserimento lavorativo di persone con disabilità e persone con svantaggio sociale; ci sarà poi l’area avviamento al lavoro, che prevede la creazione di uno spazio per stage formativi con macchinari di ultima generazione che utilizzeranno i giovani; infine ci sarà l’area dell’aggregazione e della cultura, con l’allestimento di uno spazio di incontro per gli studenti delle scuole superiori e dei centri formativi della città, dove non mancherà il servizio internet e le aree per lo studio.
Nel progetto è centrale l’idea che La Fabbrichetta diventi qualcosa di utile e davvero inclusivo: tutte le attività proposte guarderanno a persone con disabilità e invalidità, a soggetti fragili e svantaggiati, a giovani disoccupati, a chi è interessato a stage formativi o a percorsi di alternanza scuola-lavoro, a studenti delle superiori, ma anche ad adulti over 50 senza lavoro, a migranti e rifugiati. Sarà un contenitore di opportunità concrete per il futuro, proprio quelle opportunità che chi è da solo e in situazioni di fragilità fa più fatica degli altri a immaginarsi.
Il punto di partenza, che rappresenta allo stesso tempo però anche un obiettivo di prospettiva e sviluppo della proposta, è la creazione di un hub culturale-produttivo-formativo che potremmo chiamare “officina” nel senso più ampio del termine: un luogo di produzione artigianale, una bottega di apprendimento, ma anche fucina culturale di idee e proposte.
Per realizzare il progetto la rete FARE è alla ricerca di un aiuto, con la convinzione che soltanto insieme è possibile fare, non solo per sé, ma soprattutto per gli altri. E in questi anni Il Ponte di cose ne ha fatte: come vi abbiamo raccontato qui e qui ha creato 6 sedi e dato lavoro a 190 persone. Da più di 30 anni la cooperativa crea occasioni e spazi per persone fragili e socialmente svantaggiate lavorando su temi fondamentali come pari opportunità e dignità.
Cosa si può fare? L’invito è conoscere e approfondire il progetto e dare il proprio contributo, piccolo o grande, per la realizzazione di un luogo inclusivo e aperto a tutti. Ad esempio sono importanti le donazioni dei privati, quelle di aziende, sponsor, esercizi commerciali e associazioni.
LA RACCOLTA FONDI PER SOSTENERE LA FABBRICHETTA
Sono tanti gli eventi avviati dalla rete FARE per raccogliere fondi a sostegno della Fabbrichetta. Tra questi, la prima edizione del torneo di tennis benefico “Giallo stravagante” organizzato da “Gli Amici di Paolino”, realtà già attiva sul territorio con la raccolta fondi per le cure del piccolo Pavle, nato prematuro con serie difficoltà psico-motorie.
«L’impegno – dicono gli Amici di Paolino – rappresenta quello che abbiamo cercato di fare durante tutta la vita di Paolo per consentirgli di essere incluso nel mondo del lavoro. Oggi, in sua memoria, la sua famiglia e i suoi amici vogliono continuare ad aiutare le persone svantaggiate per diventare autonome nel mondo del lavoro. Supporteremo il progetto “Fabbrichetta” del Ponte attraverso la raccolta fondi da privati e il volontariato, finché ne avremo forza. Ringraziamo il Ponte che ci farà ricordare Paolo nei sorrisi dei ragazzi, che qui potranno crescere ed essere felici».
Alla base dell’evento c’è la convinzione che lo sport sia un modello di comunicazione centrale, inclusivo e aperto a tutti. Proprio come vuole esserlo la Fabbrichetta.
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