Kirmal, un’impresa sociale transculturale nel campo della ristorazione e del turismo
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Palermo - Kirmal è una parola libanese che vuol dire “per”, ma è anche l’acronimo delle iniziali dei nomi di sei ragazzi che hanno deciso di dare vita a un’impresa sociale a Palermo che, tra le tante cose, offre un servizio di cucina narrante. A raccontarcelo è Mustapha Jarjou, uno dei magnifici sei, che ha 24 anni, è originario del Gambia e sta a Palermo da sei anni. Oggi è studente del corso universitario in Infermieristica. Kirolos, Ibrahim, Riccardo, Mustapha, Ameth e Lam – quest’ultima, insieme a Riccardo, ha da poco preso altre strade – poco prima della pandemia si sono inventati come fare impresa nel campo della ristorazione e del turismo.
I sei ragazzi sono stati scelti al termine di un primo percorso a cui hanno partecipato 30 giovani migranti e non. Hanno seguito diversi iter di formazione nell’ambito della ristorazione e del management grazie ai quali hanno avuto modo di fare esperienza, acquisire competenza e professionalità. Ma soprattutto di dare vita a un esempio di business sociale trans-culturale che vuole influire anche sulla “solita” maniera di immaginare le attività lavorative in cui vengono impiegati i migranti.
«Io vengo dal Gambia, Ameth pure, Kirolos dall’Egitto e Ibra dalla Costa d’Avorio. Insieme abbiamo ragionato e riflettuto per creare qualcosa che potesse contribuire a un diverso immaginario legato a noi migranti. Siamo persone competenti, va bene lavorare come braccianti agricoli o nell’ambito delle pulizie, ma siamo anche laureati e diplomati, vogliamo costruire un futuro migliore per tutti», spiega Mustapha.
«Lavoriamo “per” – secondo il significato libanese della parola kirmal – aprire nuove possibilità, anche lavorative, ai giovani migranti come noi. L’obiettivo è creare impresa, dare lavoro alle persone. Abbiamo assunto una persona che viene dal Bangladesh e lavora con noi. Vogliamo creare impresa non solo a Palermo, ma anche in altre città» prosegue Mustapha.
Kirmal nasce dal progetto Voci del Verbo Viaggiare – Accoglienza mediterranea, supportato dal bando Iniziativa Immigrazione della Fondazione con il Sud. Il Centro Astalli Palermo insieme al Consorzio Arca, ItaStra Scuola di lingua Italiana per Stranieri dell’Università di Palermo, Cledu, Comune di Palermo, Ecomuseo mare Memoria Viva, Next, Pluralia e Wonderful Italy hanno contribuito alla nascita di Kirmal, seguendo un preciso ambito della formazione dei sei giovani e accompagnandoli nell’intero processo.
Da marzo 2021 Mustapha e gli altri ragazzi hanno stretto un accordo con il Centro Astalli per il comodato d’uso della rinnovata cucina del centro. Qui possono preparare tutte le attività di catering per mense ed eventi di qualsiasi genere, lauree, feste, picnic, pranzi all’aperto.
Durante il lockdown Kirmal ha ideato una mensa popolare per aiutare le famiglie in difficoltà. Usavano la cucina del Centro diaconale Valdese per i pasti che poi venivano consegnati alle famiglie del quartiere. Hanno anche seguito la mensa del Centro Ansalli e partecipato al progetto Cantieri Luoghi Accoglienti preparando 2.500 pasti da distribuire ai soggetti più fragili delle comunità straniere di Palermo. L’accoglienza e la vera integrazione dei migranti sono opportunità di sviluppo per tutti i territori, perché come dice Mustapha «non vogliamo essere stranieri, vogliamo essere protagonisti della città in cui viviamo».
Ai sapori della cucina tradizionale siciliana, Kirmal aggiunge le spezie dei vari paesi di origine. Un invito a viaggiare attraverso nuove esperienze, nuovi sapori e nuove storie. Da questa idea nascono le cene narrative. La prima è stata organizzata ad ottobre 2019 nel cortile del centro Astalli. Durante le cene narrative gli ospiti ascoltano la storia dei piatti, le tradizioni, come si cucinano: si passa dal mafé, piatto tipico senegambiano, al duran, piatto tipico senegalese, ad altri piatti egiziani e vietnamiti.
Si sa che tutte le buone storie devono essere raccontate intorno a un buon piatto, poiché attraverso le cene narrative si abbina la proposta gastronomica a un percorso narrativo che lega insieme culture diverse, la città di Palermo e chi la abita. «Palermo è il posto ideale per sentirsi a casa, con i suoi vicoli stretti che ricordano quelli dei quartieri arabi, con le sue piazze barocche che si aprono come palcoscenici, con i suoi mercati dalle mille voci, i nomi delle strade, la Zisa, la Kalsa, la Cuba e le torri come minareti, e accanto ai monumenti c’è il cibo da strada che invita a fermarsi di continuo anche solo per ammirare forme e colori».
Una dimensione vitale in cui l’accoglienza sa trovare aspetti sempre sorprendenti: «Kirmal vuole essere qualcosa di più che la somma delle lettere dei nostri nomi o delle bandierine sul mappamondo. La nostra forza sta nelle nostre differenze, che sanno diventare complementari, che sanno produrre dialogo, scambio, confronto creativo».
La determinazione e la voglia di costruire, insieme all’onestà, al rispetto e all’integrità, sono gli ingredienti della vera ricetta di Kirmal. Alla parte di ristorazione si è aggiunta anche quella più turistica. «Palermo è piena di ragazzi multietnici, molte realtà sono nate grazie alla presenza di noi migranti che abbiamo contribuito a cambiare la città. Non ci concentriamo sul turismo dei monumenti, raccontiamo questa parte di città nata grazie all’anima delle persone».
Mustapha e gli altri ragazzi sono co-curatori del cluster tematico dedicato alla questione migratoria presso l’ecomuseo urbano Mare Memoria Viva di Palermo e con wonderful italy propongono, invece, esperienze di conoscenza della pluralità culturale di Palermo raccontando storie di attivismo e riscatto. C’è ancora qualcuno che pensa che il fenomeno migratorio sia solo causa di problemi?
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