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Torino - «Tutti gli esseri umani vogliono essere felici; peraltro, per poter raggiungere una tale condizione bisognerebbe cominciare col capire cosa si intenda per felicità». Con queste parole il filosofo e scrittore Jean-Jacques Rosseau si interrogò sul concetto di felicità. E come lui, nella storia dell’umanità, innumerevoli studiosi hanno abbozzato definizioni di ogni sorta su cosa vuol dire davvero essere felici.
VIVERE NELLE CITTÀ
Il contesto in cui viviamo è fondamentale nel determinare il nostro livello di salute e di benessere. Prendiamo ad esempio le città: le riflessioni sullo spazio urbano sono state condotte da studiosi, letterati e filosofi sin dal passato. Andando a ritroso nel tempo, Aristotele nell’’Etica Nicomachea faceva esplicito riferimento al buon governo come fattore necessario per il raggiungimento della felicità: in pratica secondo il suo pensiero una città rendeva felici promuovendo la pace, la cultura, l’istruzione e, soprattutto, consentendo ai suoi cittadini di partecipare liberamente alla vita politica e sociale.
Non possiamo non citare gli studi di Henri Lefebvre e quelli successivi di David Harvey, che si sono interrogati sul concetto di “diritto alla città”. Al centro del discorso emergeva la dimensione collettiva e la valorizzazione dell’individuo che in molti casi rivendicano la necessità di ricostituire un modello di città dove gli spazi tornassero a essere luoghi della quotidianità, stimolando il rafforzamento delle comunità locali e l’identità di un luogo.
COME MISURARE LA FELICITÀ CIVICA?
Ma è possibile misurare il livello di felicità di una città? E soprattutto, cosa rende una comunità più felice rispetto a un’altra? A chiederselo è l’associazione Nessuno di Torino, fondata nel 2006 da un gruppo di giovani che hanno un forte legame con la città, dove conducono i loro studi su partecipazione, inclusione e sulle sfide della società di oggi. Insieme al Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino ha lanciato una sfida: intraprendere un percorso condiviso per conoscere qual è il grado di felicità collettiva.
Il progetto si chiama Felicità Civica: nasce come percorso di ricerca per creare una mappa dei bisogni nella fase di post-pandemia e per definire degli interventi diffusi in grado di migliorare il benessere di ogni cittadino. Realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo, attraverso il bando “CivICA”, e il Patrocinio della Città di Torino, possiamo considerarlo un vero e proprio percorso di innovazione, perché si basa sulla convinzione che solo unendo la dimensione politica, sociale, culturale ed economica è possibile avvicinarsi alla definizione di “felicità di un territorio”.
UN QUESTIONARIO PER I CITTADINI
Per realizzare lo studio l’associazione Nessuno, con il Dipartimento di Psicologia, ha realizzato un questionario per misurare la felicità delle persone a partire dal quartiere in cui vivono, per un totale di 34 quartieri. L’obiettivo è rispondere a quesiti come “Cosa ci è stato tolto dalla pandemia?”, “come ristabilire un equilibrio nel quartiere di appartenenza?” o “come migliorare il benessere del cittadino?”. La fase di indagine ha consentito di definire dieci indicatori della felicità civica, che diventano delle “sfide civiche” per la società in generale e la città in particolare, per progettare un futuro dove i cittadini vivano in una dimensione di maggior benessere.
I dieci indicatori sono: terza età e invecchiamento; famiglia e casa; cultura e accesso alla cultura; scuola, giovani e formazione; ambiente, territorio e spazi pubblici; lavoro e tempi di vita; benessere e relazioni sociali; Innovazione, tecnologia e impatto sociale; salute e sicurezza; identità, differenze e partecipazione.
DIVENTARE AMBASCIATORI DELLA FELICITÀ CIVICA
Fondamentali per lo sviluppo del progetto saranno poi gli Ambasciatori della Felicità, ovvero volontari che sceglieranno di partecipare al progetto e che coinvolgeranno nei 34 quartieri di Torino, residenti, associazioni, negozianti e altre realtà, altre istituzioni, private e pubbliche, per promuovere la compilazione del questionario e divulgare i risultati emersi dalla mappatura.
Chiunque può essere ambasciatore, divenendo un ponte tra il progetto e il quartiere di riferimento e si occuperà di informare, ispirare e sostenere azioni per la felicità civica all’interno delle proprie comunità e reti. Sarà possibile compilare il questionario entro ottobre e i risultati ottenuti permetteranno di ripensare delle politiche e nei quartieri di Torino.
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