ExpressCare, la piattaforma che aiuta le persone non autosufficienti e ribalta il paradigma del familismo
Seguici su:
Bologna, Emilia-Romagna - ExpressCare è un progetto non-profit che consente di offrire e trovare assistenza domestica o per persone anziane o per persone con disabilità, senza intermediari e in modo gratuito. Nasce nel 2019 dall’idea di persone con disabilità, in carrozzina e consapevoli delle difficoltà di trovare rapidamente assistenti capaci.
Partendo dalla mia esperienza personale, di persona con una Paralisi Cerebrale Infantile e un Disturbo Del Neurosviluppo come la Fasd, avere da un paio d’anni la possibilità di vivere la mia quotidianità con un’assistente personale ha notevolmente cambiato la qualità della mia vita. Ho l’opportunità di scegliere in totale libertà come scandire le mie giornate senza sentirmi in colpa né temere di “pesare” sui miei amici o i miei familiari e senza dover rendere conto a nessuno del perché abbia preso determinate decisioni.
La professione dell’assistente personale è proprio quella di dare concretezza nel mondo reale a ciò che la tua testa è in grado di pensare ma il tuo corpo non è in grado di attuare. In effetti credo che l’assistente personale sia l’estensione del corpo del proprio datore o della propria datrice di lavoro e che renda concrete le azioni, le possibilità e di conseguenza le esperienze di vita di ogni persona che abbia bisogno di questa figura nella propria esistenza.
Credo altresì fermamente che il portale ExpressCare, di cui vi sto parlando oggi, sia una grande rivoluzione per chi ha bisogno di assistenza e per chi cerca un lavoro, anche perché aumenta la consapevolezza e l’importanza di un ruolo che purtroppo è ancora molto sottovalutato. Per farvi conoscere più a fondo il progetto, ho intervistato Ilaria, presidente dell’associazione Rete Per l’Autonomia che lo sta portando avanti in collaborazione con l’UILDM, sezione di Bologna.
«Abbiamo scritto un progetto per realizzare corsi per assistenti personali e realizzato un sito internet che consentisse di trovarli più facilmente. Il progetto ha vinto il Welfare Together 2019 di Fondazione Reale Mutua e con quel primo finanziamento siamo riusciti a iniziare, partendo dalla città di Bologna», spiega Ilaria raccontando la genesi di ExpressCare.
Di cosa si occupa ExpressCare?
Attraverso il sito possono entrare in contatto persone che cercano assistenza e persone che la offrono, senza costi di intermediazione. Qui intendo “assistenza” in senso ampio, includendo sia quella più impegnativa che, magari, un piccolo aiuto per fare la spesa. Chi vuole lavorare può inserire da solo il proprio profilo sul sito e in pochi minuti sarà online.
Per chi invece cerca assistenti per disabili o anziani, su ExpressCare la ricerca è più avanzata rispetto a quella disponibile su altri siti del genere. Ad esempio, mostra a quanti chilometri di distanza si trova l’assistente o in quali giorni e orari è disponibile. Presto inseriremo la possibilità di lasciare anche un feedback sulla prestazione ricevuta.
Inoltre, abbiamo aperto la piattaforma anche a volontari e associazioni: così con un clic puoi avere un’idea di tutte le risorse che sono vicino a te e possono aiutarti, sia a pagamento che gratuite. Oltre al sito realizziamo anche corsi di formazione per assistenti di persone con disabilità. Ci teniamo a dire che sono corsi coordinati da persone disabili e fondati sui principi della vita indipendente. Il prossimo a Bologna partirà dopo l’estate; un altro corso, prevalentemente online, sarà gestito da Famiglie SMA. Chi volesse candidarsi a partecipare può scriverci all’indirizzo mail che trova sul nostro sito.
Chi è l’assistente personale e perché tutt’ora nel nostro Paese viene scambiata per OSS o badante?
Anzitutto il termine “badante” non ci piace perché sottintende il fatto che la persona assistita venga “badata”, come fosse un bambino, in un rapporto di potere asimmetrico. Invece la persona disabile è datrice di lavoro dell’assistente e il rapporto è regolato da un contratto, con diritti e doveri reciproci. Un assistente personale ben formato rispetta la libertà di scelta della persona che assiste, non invade la privacy, si pone in modo rispettoso e mai paternalista.
Non è detto che debba avere qualifiche da OSS o simili: ogni persona disabile è libera di scegliere l’assistente con le qualifiche che preferisce. C’è chi si trova meglio con un OSS e chi predilige persone che prima magari… facevano le bariste, perché può formarle direttamente da zero. Sono preferenze personali ed ExpressCare è nato anche per rispettare questa libertà: non siamo un’agenzia che ti preseleziona i candidati, tu puoi andare sul sito, consultare i profili delle persone e decidere da sola se vuoi contattare un’OSS oppure… un ex barista!
Purtroppo il lavoro assistenziale ha ancora un basso status, ma in realtà svolge un ruolo fondamentale per tantissime persone. È grazie alla presenza di assistenti che molte persone con disabilità possono svolgere una vita libera e autodeterminata, senza dover sempre dipendere dai “favori” chiesti a familiari o amici per qualsiasi attività quotidiana.
Da quando è nato ExpressCare c’è più consapevolezza rispetto a questo ruolo?
ExpressCare fa il suo pezzettino nell’aumentare la consapevolezza, insieme a tante altre associazioni e attivist* con disabilità, penso ad esempio alle Witty Wheels. Ma c’è ancora tanto da fare, soprattutto a livello istituzionale. Noi possiamo aiutare nella ricerca di assistenti, ma il punto chiave spesso è la mancanza di risorse economiche. È scandaloso che in Italia ancora non ci sia un vero diritto alla vita indipendente: le istituzioni possono spendere 3000 euro al mese per tenerti in una struttura residenziale, ma non ti darebbero mai gli stessi soldi per pagarti l’assistenza a casa. La maggior parte delle persone riceve sussidi sufficienti per poche ore alla settimana.
In che modo questo si ripercuote sulla conquista delle autonomie?
Questo significa non avere la libertà di alzarsi dal letto, mangiare, uscire di casa. Significa non poter progettare di andare via da casa dei genitori e sapere che, quando non ci saranno più, probabilmente si finirà in una struttura residenziale. In altri paesi, come la Svezia, ma anche la più vicina Slovenia, è assolutamente normale che se non sei autosufficiente il sistema di welfare ti garantisca fondi per assumere assistenti necessari a coprire le 24 ore.
In Italia abbiamo ancora un sistema “familista”, cioè che dà per scontato che sia la famiglia a farsi carico dei bisogni assistenziali. Ma le famiglie non sempre ce la fanno e poi è proprio sbagliato come principio: le persone devono essere libere di scegliere se restare in famiglia oppure no. Non puoi essere obbligato a restare coi genitori fino a sessant’anni perché altrimenti nessun altro ti alza dal letto la mattina.
Avete avuto feedback di persone che sono riuscite grazie al portale ad avere maggior libertà nella propria quotidianità?
Sì, il sito è stato lanciato ufficialmente da pochissimo, ma i primi feedback iniziano ad arrivare e crediamo ne arriveranno sempre di più appena si spargerà la voce!
Progetti futuri?
Espandarci in altri territori, oltre Bologna. Stiamo già costruendo un accordo con associazioni della Valle d’Aosta e delle Marche che ci hanno chiesto di poter utilizzare la nostra piattaforma. Siamo lieti di metterla a disposizione delle realtà che potrebbero averne bisogno; anche in questo caso chiunque fosse interessato può scriverci a info@expresscare.it per iniziare una collaborazione.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento