Denunciati gli attivisti che si sono incatenati sul balcone della Regione Piemonte
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Torino - Alla fine sono arrivate. Quasi 30 denunce e 5 fogli di via: succede questo al termine di una giornata di proteste da parte di Extinction Rebellion a Torino, il primo giorno del Climate Social Camp. Due attiviste si erano incatenate al palazzo della Regione, ma quasi tutti gli attivisti colpiti erano in Piazza Castello solo per dare volantini o per scattare foto per riprendere l’evento.
Gli effetti dei cambiamenti climatici ci riguardano tutti: la siccità, la crisi idrica, le temperature fuori controllo o la disperazione degli agricoltori sono soltanto un piccolo assaggio della direzione in cui stiamo andando.
LA PROTESTA
Dopo aver appoggiato al muro una scala lunga 10 metri, imbragate e assicurate, due attiviste di Extinction Rebellion sono salite fino al balcone del Palazzo della Regione che affaccia su piazza Castello. Scavalcata la ringhiera, hanno appeso un grande striscione rosso, solcato da righe scure a rappresentare la terra arida e spaccata, con la scritta “Benvenuti nella crisi climatica. Siccità, è solo l’inizio“. Si sono poi incatenate alla ringhiera e hanno atteso l’arrivo delle forze dell’ordine.
Delfina è una delle due ragazze incatenate al balcone. Come racconta, «sono qui perché la giunta regionale in questi anni ha ripetutamente denigrato la comunità scientifica e i suoi cittadini. Questa siccità è un effetto della crisi climatica ed ecologica, causata dall’attività umana. La Giunta Cirio si attivi per adottare misure preventive e sistemiche per contrastarla rapidamente».
Con Delfina, incatenata sul balcone della Regione c’era Vic, anche lei attivista di Extinction Rebellion. «A febbraio Extinction Rebellion ha ottenuto la convocazione di un Consiglio Regionale Aperto, uno spazio democratico in cui è stato possibile ascoltare interventi di alto livello. Era quella l’occasione per mostrare di avere davvero a cuore il futuro dei cittadini. Adesso abbiamo di fronte a noi gli effetti devastanti di una crisi che è stata volutamente ignorata per troppo tempo».
Raggiunte dagli agenti della Digos e dai funzionari della Questura hanno comunicato la propria disponibilità ad aprire i lucchetti solamente di fronte a una dichiarazione pubblica del presidente Cirio e dell’assessore Marnati sulla relazione tra crisi climatica e siccità e sull’inadeguatezza delle politiche finora perseguite dalla Giunta regionale. La risposta però non è stata quella sperata: le forze dell’ordine hanno sequestrato lo striscione, la cassa e il microfono e hanno impedito così agli attivisti di comunicare alla cittadinanza le ragioni della loro protesta.
In piazza erano presenti una trentina di attivisti: alcuni stavano semplicemente distribuendo volantini e sono stati successivamente denunciati per “Invasione di terreni o edifici” (Art. 633 e 639 bis c.p.) e per “Manifestazione non preavvisata” (Art. 18 TULPS). Poi, dopo qualche ora, per ordine del Questore di Torino le Forze dell’Ordine hanno iniziato a notificare fogli di via fino a due anni, sia ad attivisti arrivati in città per il Climate Social Camp, che a persone che vivono e studiano a Torino da anni.
UNA MANIFESTAZIONE NON VIOLENTA
«Nel giorno di apertura del Meeting europeo di Fridays for Future, durante lo svolgimento di una manifestazione per il clima assolutamente nonviolenta di Extinction Rebellion, la risposta della Questura è stata la notifica immediata di denunce e provvedimenti restrittivi della libertà personale. Questo in una settimana in cui centinaia di attivisti sono giunti in città da tutta Europa, per discutere e confrontarsi, ma anche per dimostrare pacificamente il proprio dissenso».
In questi mesi gli attivisti di Extinction Rebellion hanno più volte chiesto risposte fattive al Governo regionale del Piemonte, ma non hanno ottenuto alcun pubblico rendiconto sul modo in cui la giunta intende azzerare le emissioni entro il 2050, come richiesto dalle Nazioni Unite per rimanere al di sotto dell’aumento di temperatura media globale di 1.5°, come riportato sul Report IPCC. «L’unica risposta arrivata da un assessore regionale è l’accusa di aver imbrattato le vetrate della sede regionale con i cartelli “Siccità è crisi climatica“, affissi a fine giugno fa durante un’azione in cui altri attivisti si erano incollati alle vetrate e alle porte del palazzo».
Da diversi mesi infatti Extinction Rebellion organizza azioni per chiedere che si prendano provvedimenti per arginare la crisi idrica dal momento che l’emergenza era prevedibile già da questo inverno. Ancora una volta però la Regione ha prima ignorato l’allarme, per poi “scaricare” la responsabilità sui singoli cittadini.
«Extinction Rebellion continuerà a spingere i rappresentanti politici ad attuare il mandato ricevuto dagli elettori, cercando soluzioni sostenibili a lungo termine per evitare la desertificazione del nostro suolo. La siccità che stiamo vivendo non è un fenomeno passeggero: è il sintomo di una crisi che, se i governi non agiscono rapidamente, è destinata ad aggravarsi fino ad un’irreversibile catastrofe ambientale».
Lunedì 25 è iniziato a Torino il Climate Social Camp al quale si unisce la settimana dedicata all’ambiente organizzata da Fridays for Future. Oltre 500 attivisti da diversi paesi saranno a Torino per manifestare pacificamente, organizzando momenti di informazione, dibattito e scambio, aperti a tutti e tutte. La politica può reprimere il dissenso, ma non può più rimanere immobile davanti alle evidenze della crisi climatica. Ed è un peccato che si sentano solo le voci delle nuove generazioni.
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