Climate Social Camp: gli attivisti da tutta Europa si ritrovano a Torino per un “campeggio climatico”
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Torino - Arrivano da paesi lontani, da nord a sud d’Europa. Molti di loro non si sono mai conosciuti, altri invece soltanto virtualmente. Eppure questa volta si troveranno tutti nello stesso luogo per dare vita a un “campeggio climatico” uscendo dal mondo virtuale e guardandosi finalmente negli occhi. Per condividere ciò che più li accomuna: la volontà di mobilitarsi per portare la questione climatica agli occhi di tutti.
Attivisti, movimenti, collettivi e associazioni ambientaliste si riuniranno in occasione del Climate Social Camp, l’evento ospitato a Torino presso il parco della Colletta dal 25 al 29 luglio. Per cinque giorni migliaia di giovani ragazzi e ragazze muniti di tende e tanto entusiasmo si uniranno in un campeggio fatto di incontri, dibattiti, socialità, concerti e momenti di incontro. Il programma è ampio ed è stato pensato appositamente per creare uno spazio per i giovani di più di cinquanta Paesi in cui confrontarsi e gettare le basi per affrontare insieme questa emergenza.
«Discutere di problemi e opportunità è un modo per rimanere uniti e rendere la nostra voce ancora più potente», spiegano gli organizzatori. «Il Climate Social Camp sarà uno di questi momenti: una settimana di incontri, gruppi di lavoro e attività per discutere del futuro della mobilitazione, concentrandosi sulla sua decolonizzazione e sulle sfide climatiche che molti in tutto il mondo, in particolare i MAPA – Most Affected People and Areas – Persone e Aree Più Colpite, stanno già combattendo e vivendo».
PERCHÈ PROPRIO TORINO?
Come raccontato sulla pagina Instagram di Climate Social Camp, “Torino detiene il triste primato di città con l’inquinamento atmosferico più alto d’Europa, si stima che ogni anno muoiano 900 persone (più di 1 su 1000) per patologie legate all’inalazione costante di polveri sottili e ossido di azoto. Il Piemonte sta inoltre vivendo un momento di gravissima siccità e di carenza di neve sulle Alpi, diretta conseguenza del riscaldamento globale, a causa della quale rischiamo un’importante carenza di risorse idriche nei mesi estivi. A pochi chilometri da Torino sono inoltre presenti i cantieri del progetto TAV, grande opera imposta, ecocida, climalterante, oltreché inutile”.
Torino diventa così simbolo delle diverse questioni che riguardano i cambiamenti climatici e che rappresentano oggi un’emergenza: «Non ci voltiamo dall’altra parte, né ci rifugiamo in più gradevoli destinazioni, anzi ci ritroviamo proprio qui, in uno dei tanti luoghi che stanno vedendo le conseguenze della crisi climatica, dell’inquinamento, dell’abuso di risorse per i guadagni di privati e della mala gestione pubblica».
I TEMI TRATTATI AL CLIMATE SOCIAL CAMP
Acqua, migrazioni, agroecologia, risorse energetiche, antispecismo: sono questi alcuni dei molti temi di cui si parlerà durante il Climate Social Camp, che si terrà nelle stesse date del Meeting europeo di Fridays for Future, sempre a Torino.
Come spiegano gli organizzatori, «ogni giorno si moltiplicano “le crisi”: bellica, energetica, idrica, alimentare, debitoria, pandemica, inflattiva. Ognuna di queste crisi, presa singolarmente, alimenta “stati di emergenza” funzionali a rinviare, reprimere, inibire qualsiasi reale processo di cambiamento, scavalcando le più basilari forme di controllo democratico e popolare».
Queste crisi invece, prese insieme, valutate complessivamente, sono parte di un’unica crisi di sistema. E in quanto tali, confermano invece l’urgenza di dare vita a un cambiamento radicale e non rinviabile. «Tutti i piani di transizione energetica e climatica messi in campo dalle attuali istituzioni si rivelano nella migliore delle ipotesi inefficaci, lenti, insufficienti».
Per maggiori informazioni sull’evento del Climate Social Camp potete consultare il programma e le modalità di partecipazione, oltre che supportare l’iniziativa tramite il crowdfunding sulla piattaforma Rete del Dono.
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