Impariamo dai bambini come espandere la nostra creatività e i nostri orizzonti
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Savona - Ho letto e riletto il Piccolo Principe decine di volte, in diversi momenti della mia vita, e a ogni nuovo inizio rimanevo sempre sorpresa e preoccupata nel ritrovare ogni volta conferma che nessun adulto riuscisse a comprendere il disegno del protagonista. La mia preoccupazione si è via via amplificata quando anche io, diventata adulta, pur ricordando esattamente cosa rappresentasse quel disegno, rimanevo a fissarlo per qualche istante un po’ sorpresa di ciò che potesse nascondere.
Era la conferma che fossi diventata anche io, mio malgrado, un’adulta incastrata in logiche razionali, non in grado di cogliere le mille possibilità creative che esistono e che solo una mente ancora bambina, con pochi preconcetti, dogmi e convinzioni può cogliere. Ciò in me ha generato una certa tristezza: non ero più in grado di approcciarmi al mondo con una mente aperta e curiosa? Forse!
Ma una recentissima conversazione con Alessia e Cristina del progetto Le Valigette mi ha aperto nuove possibilità. Le ho incontrate in un bar nel centro storico di Albenga e sorseggiando un caffè insieme, tra una risata e l’altra, mi hanno raccontato di come i giochi destrutturati che realizzano e i laboratori che organizzano siano volti non solo a fornire strumenti di sviluppo della creatività per i più piccoli, ma anche a far ritrovare ai genitori l’immaginazione persa.
«Gli adulti hanno perso la capacità di non essere strutturati. Davanti a qualsiasi cosa pensano di sapere già di cosa si tratta e come funziona». Non è solo questione di come si è stati educati, ma secondo Cristina è proprio un cambiamento fisiologico che avviene nel nostro cervello: «Negli anni ci costruiamo diverse strutture a seconda delle esperienze fatte, che ci permettono di reagire a diverse situazioni, che poi riportiamo in maniera automatica su tutto ciò che viviamo».
Secondo Cristina infatti il bambino è molto più aperto rispetto all’adulto, il quale fa fatica a staccarsi dalle strutture che si è creato: «Se ad esempio un adulto vede un gioco di costruzioni, visualizza subito i mattoni per costruire una casetta. Il bambino invece proverà a sistemarli prima verticalmente per costruirne una torre, poi in maniera orizzontale per ricavarne una passerella o metterli sparsi per una pista di macchinine. La mente è aperta a mille possibilità da sperimentare, che cambiano nel tempo e si ampliano man mano che conosce il mondo esterno».
I giochi creati da queste due mamme, amiche e artigiane, sono di diverso tipo: spaziano da proposte per i primi mesi di vita fino ai 7 anni. Ognuno di questi è uno strumento per far conoscere nuove abilità o far esplorare nuovi mondi ai più piccoli. «Organizziamo laboratori che prevedono la presenza dei genitori, oltre che dei bambini, perché vorremmo che i primi notassero ciò che fanno i loro figli e riuscissero a entrare nel loro mondo, esplorando nuovi modi di vedere le cose».
In questo modo, facendoci prendere per mano da chi ha ancora una mente aperta e curiosa, possiamo così imparare ad ampliare le nostre strutture rigide e ciò ci permetterà di scorgere soluzioni laddove fino a qualche minuto prima vedevamo solo problemi. L’invito è quindi quello di provare a chiudere in una valigetta ciò che già sappiamo, le nostre convinzioni, i pensieri limitanti, i bias cognitivi, per permetterci di sperimentarci, conoscere nuove parti di noi che ancora non sappiamo che esistono e che magari sono rimasti inesplorati sino a oggi.
Ci hanno convinti che per diventare grandi e saggi dobbiamo prendere esempio da chi è più saggio di noi, ma forse si sono scordati di aggiungere che non per forza di cose colui o colei deve avere una statura maggiore della nostra. Possiamo allenare la nostra mente a espandersi, anche grazie alla vicinanza dei bambini, i quali non hanno muri davanti a loro, ma di giorno in giorno sperimentano la realtà attraverso nuovi occhi, ancora pieni di meraviglia, stupore e curiosità. Impariamo da loro!
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