20 Giu 2022

Termovalorizzatore a Gioia Tauro: una questione ancora aperta, ma c’è chi dice no

Scritto da: Elisa Elia

La Regione Calabria vuole raddoppiare le linee del termovalorizzatore gioiese, passando da 2 a 4, con l’idea che saranno più efficienti e meno inquinanti. Sindaci e cittadinanza si stanno mobilitando con forza per opporsi al progetto. Ma cosa può comportare un intervento del genere? Quali potrebbero essere le conseguenze per gli esseri umani e per l'ambiente?

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Reggio Calabria - Negli ultimi mesi in Calabria si è discussa a livello pubblico, soprattutto nell’area della Piana di Gioia Tauro, una questione che riguarda l’energia, i rifiuti e in particolare il termovalorizzatore presente nella città di Gioia Tauro, di proprietà della Regione e gestito da Ecologia Oggi srl.

La Regione Calabria ha infatti annunciato di voler raddoppiare le linee del termovalorizzatore, passando da 2 a 4, con l’obiettivo dichiarato di ridurre le emissioni inquinanti dell’80% grazie alle nuove tecnologie che verrebbero impiegate nella costruzione. Al momento non ci sono dati pubblici disponibili al riguardo, ma l’intento sarebbe quello di rendere l’impianto più efficiente e di intervenire sulla questione rifiuti in vista dell’estate, quando la regione si riempie per via del ritorno di studenti fuori sede e turisti.

Dall’altra parte, alcuni sindaci del territorio della Piana e alcune associazioni ambientaliste si sono mobilitati contro questo progetto, sostenendo che un raddoppio delle linee porterebbe a danni per la popolazione sotto diversi punti di vista. Da quando è stato pubblicato il bando per la ricerca di operatori economici interessati alla presentazione di proposte di project financing per la progettazione il 31 marzo scorso, vi sono state assemblee pubbliche, manifestazioni di dissenso e anche un incontro fra una rappresentanza di sindaci e associazioni e la Regione stessa lo scorso 10 maggio.

termovalorizzatore due

Il Sindaco di Gioia Tauro, Aldo Alessio, è fra i principali oppositori al progetto così come è stato pensato: «Il termovalorizzatore di Gioia Tauro resterebbe l’unico su tutto il territorio regionale, a dispetto di quanto previsto inizialmente. Questo porterebbe alla combustione di oltre 270mila tonnellate di rifiuti annue a fronte delle attuali 140mila», scrive in una nota a seguito dell’incontro della Conferenza dei Sindaci della Città Metropolitana di Reggio Calabria lo scorso 31 marzo, «Nella Piana di Gioia Tauro, che già paga un altissimo prezzo dal punto di vista ambientale, non dovranno essere inceneriti i rifiuti che gli altri territori non vogliono o non sono in grado di gestire e trattare».

Alcuni studi hanno evidenziato l’aumento del tasso di tumori nell’area della Piana negli ultimi anni, pur non potendo provare una relazione causa-effetto tra questi e la presenza del termovalorizzatore. Ma, oltre la questione della salute della popolazione, ce n’è anche un’altra importante: i rifiuti.

Nonostante il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto abbia dichiarato che ci saranno anche «investimenti poderosi» per potenziare la raccolta differenziata e il riciclo, allo stesso tempo chi si oppone al termovalorizzatore sostiene che sono proprio progetti del genere che la disincentivano, aumentando la capacità di bruciare rifiuti e la necessità di alimentare un impianto che per funzionare in modo ottimale deve lavorare alla sua capacità massima. Per questo motivo, durante l’incontro fra i sindaci e la Regione lo scorso 10 maggio, la proposta del territorio non è stata totalmente oppositiva, anzi.

«Con i sindaci del territorio e la Città Metropolitana, abbiamo fatto diverse proposte alternative, tra cui l’efficientamento tecnologico di una terza e quarta linea al fine di dismettere definitivamente le prime due ormai obsolete, al fine di scongiurare un raddoppio che sarebbe dannoso per il territorio», ha dichiarato il sindaco gioiese Aldo Alessio. «Nei prossimi giorni ci vedremo con i cittadini, le istituzioni, le associazioni, le forze politiche e sociali del territorio al fine di continuare il confronto e determinare i prossimi passi».

La Piana di Gioia Tauro paga già un prezzo altissimo da un punto di vista ambientale

La questione della più importante città della Piana è fonte di dibattito a livello nazionale ed europeo. Sui termovalorizzatori e sul loro impatto sulla raccolta differenziata ci sono opinioni contrastanti: da una parte c’è chi evidenzia il vantaggio nel guadagno energetico e sostiene il basso impatto ambientale di questi impianti, ma dall’altra parte molti ambientalisti fanno notare come si registri una stagnazione della raccolta differenziata laddove c’è una maggiore presenza di inceneritori. Inoltre in una recente puntata del podcast Rifiuti: ri-evoluzione in corso Enzo Favoino ospite di Manuela Leone ha mostrato come l’incenerimento sia incompatibile con gli obiettivi europei sull’economia circolare e come si esistano già oggi delle alternative.

Per molti investire su questi impianti significherebbe andare su una strada diversa da quella dell’economia circolare e portare dunque a una maggiore produzione di rifiuti invece che a una riduzione. Bisogna chiedersi: è questa la strada che si vuole intraprendere in Italia?

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