Stop alle armi nucleari: Etica Sgr lancia un manifesto per proporre il disinvestimento finanziario
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A Vienna dal 21 al 23 giugno 2022 si è svolta la prima Conferenza delle Parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of NuclearWeapons – TPNW). Etica Sgr, la società di gestione del Gruppo Banca Etica, era l’unica realtà finanziaria invitata e ha proposto un manifesto che chiedeva di fermare il finanziamento della produzione e del mantenimento degli arsenali di ordigni nucleari.
Etica Sgr, fin dalla nascita, ha cercato di tradurre in pratica finanziaria il rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Da sempre le soluzioni di investimento, pensate per risparmiatori e famiglie, escludono attività e società legate agli armamenti o in imprese che hanno legami con la produzione ed il commercio delle armi.
Un approccio etico che contribuisce a far vivere uno dei principi fondamentali della Costituzione Italiana che, all’articolo 11, recita. “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Lo scoppio della guerra russo-ucraina, alle porte dell’Unione Europea, apre dilemmi e confronti, Etica Sgr sostiene che la soluzione non può essere una corsa al riarmo per gli Stati. Anzi, secondo la società, demilitarizzare i rapporti tra gli Stati e far crescere una cultura del dialogo non armato può aiutare a trovare altri modi per risolvere quelle controversie internazionali che rischiano di diventare pretesto per la guerra.
Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) i governi destinano al settore militare circa 1.910 miliardi di dollari, più del 2% del Pil mondiale. In Italia, ad esempio, nel 2021 la spesa militare si aggirava intorno ai 25,8 miliardi di euro, nel 2022, anche a seguito delle decisioni prese alla luce dello scoppio della guerra russo-ucraina, dovrebbe raggiungere i 38 miliardi l’anno, il 2% del Pil italiano.
In tutto questo la finanza gioca un ruolo molto importante, il Gruppo Banca Etica ha aperto un dialogo per stimolare riflessioni e buone pratiche.L’obiettivo è quello di diffondere il più possibile una cultura di pace tra i cittadini e le istituzioni finanziarie.
Nel corso dell’evento di Vienna Ugo Biggeri, Presidente di Etica Sgr, ha presentato una Dichiarazione degli investitori che chiede di fermare il finanziamento della produzione e lo smantellamento degli arsenali di ordigni nucleari.
La Dichiarazione incoraggia gli Stati membri del Trattato a richiedere che le imprese statali integrino completamente il divieto previsto dal TPNW su tutte le forme di assistenza durante la loro attività e a garantire che gli obblighi previsti dal Trattato siano estesi agli attori statali e non statali – compreso il settore privato – all’interno delle loro giurisdizioni.
Il TPNW è il primo accordo internazionale che chiede di mettere al bando un’ampia gamma di attività legate alle armi nucleari tra cui l’uso, la minaccia dell’uso, lo sviluppo, il possesso e lo stoccaggio. Promuove inoltre l’assistenza alle vittime di armi nucleari e la bonifica degli ambienti contaminati dal nucleare.
Nella capitale austriaca si sono riuniti i delegati degli 86 Paesi firmatari del trattato ed erano presenti, in qualità di osservatori, anche delegati dei governi di alcuni paesi che non hanno sottoscritto il TPNW. L’Italia purtroppo era il grande assente.
«Etica Sgr fin dalla sua fondazione, nel 2000, esclude dai portafogli dei fondi comuni di investimento proposti aziende produttrici di armi convenzionali, nucleari, bombe a grappolo, armi incendiarie o mine antiuomo», ha commentato Luca Mattiazzi, Direttore Generale di Etica Sgr. «Questa iniziativa rientra nel più ampio impegno di Etica Sgr per indirizzare i flussi di investimento verso attività sostenibili».
Sono escluse dagli investimenti dei fondi di Etica Sgr le società con fatturato derivante dalla produzione di armi convenzionali e altri prodotti o servizi destinati ad uso militare; società coinvolte nello sviluppo, produzione, utilizzo, manutenzione, distribuzione, stoccaggio, trasporto o vendita di armi controverse o di parti chiave di armi controverse – mine antiuomo, bombe a grappolo, armi chimiche, armi biologiche, armi nucleari, schegge non individuabili, armi incendiarie, laser accecanti, fosforo bianco, uranio impoverito.
Etica Sgr collabora da tempo con l’organizzazione svizzera ICAN – con cui ha presentato la Dichiarazione a Vienna –, l’International Campaign to Abolish Nuclear weapons, ONG che nel 2017 ha ottenuto il Premio Nobel per la Pace per aver messo in evidenza le conseguenze catastrofiche derivanti dall’uso delle armi nucleari, e aver mobilitato le società civili di tutto il mondo per negoziare un trattato globale di divieto di armi nucleari.
In occasione dell’evento NuclearBan Forum organizzato da ICAN, Aldo Bonati, Corporate Engagement and Networks Manager, ha ribadito: «Siamo qui perché riteniamo importante che anche gli investitori responsabili dicano con chiarezza “no alle armi nucleari” e che siano capaci di dare, attraverso le loro scelte di investimento, un riferimento per orientare e spingere i Paesi a fare scelte più significative sul tema. L’impegno di Etica Sgr nasce dalla collaborazione con la mobilitazione “Italia, ripensaci”, che si occupa di questi temi dal 2016».
Scegliere un investimento eticamente orientato consente di andare oltre la ricerca del mero rendimento di breve periodo: permette di puntare al valore finanziario e alla responsabilità, alla partecipazione, alla giustizia sociale ed economica. Chi decide di investire in fondi di Etica Sgr diventa protagonista di un cambiamento reale premiando chi tutela i diritti e salvaguarda il Pianeta, oltre che un momento di effettiva partecipazione all’organizzazione economica e sociale del Paese.
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