La società civile scende in piazza per Nicola Gratteri e contro la ‘ndrangheta
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In questi giorni abbiamo ricordato e ci apprestiamo a ricordare i trentesimi anniversari delle due stragi di mafia più note della storia italiana: Capaci e via D’Amelio. In quei due tragici eventi persero la vita undici persone, fra cui i due obiettivi degli attentati: i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Era il 1992. Oggi, trent’anni dopo, lo stesso spettro getta una nuova ombra sul nostro Paese. L’obiettivo? Nicola Gratteri, magistrato in prima fila contro la ‘ndrangheta e Procuratore di Catanzaro. Ma oggi la società civile è pronta a sostenere chi si batte per la giustizia e a metterci la faccia per colmare i vuoti lasciati da uno Stato ancora non sufficientemente maturo.
LA MANCATA NOMINA E LE MINACCE
Negli ultimi mesi sono avvenuti tre fatti estremamente rilevanti di cui Nicola Gratteri è stato fra i protagonisti principali. Il primo in ordine di tempo risale a gennaio 2021 ed è l’avvio di Rinascita Scott, il primo maxi processo alla ‘ndrangheta nella storia italiana. Nell’aula bunker di Lamezia Terme, 355 sono finiti alla sbarra in un evento la cui portata è stata ampiamente e gravemente sottovalutata dai mass media, che ne hanno parlato pochissimo.
Veniamo al 4 maggio 2022, giorno in cui Giovanni Melillo è stato nominato nuovo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo dal CSM, battendo proprio Nicola Gratteri. Molte sono le voci di dissenso, culminate in una mobilitazione dal basso che ha messo insieme associazioni attive contro la ‘ndrangheta, sindacati, istituzioni e singoli cittadini, che lo scorso 13 maggio si sono radunati a Piazza Matteotti a Catanzaro, davanti al Tribunale, sotto la sigla “Scorta Civica per Gratteri – La nostra ribellione, la sua scorta”..
Il terzo tassello viene apposto al mosaico appena due giorni dopo la mancata elezione – anche se il fatto è avvenuto diverse settimane prima – ed è un’intercettazione proveniente dal Sud America, dove la ‘ndrangheta vanta solidi legami, che porta alla luce un piano per uccidere Gratteri facendolo “saltare in aria nel percorso tra casa e Procura”. È questa la seconda volta che emerge dagli ambienti malavitosi la volontà di eliminare il magistrato dopo la notizia trapelata di un primo tentativo che era stato organizzato all’indomani del blitz che ha portato poi al maxi processo.
#MAIPIÙSTRAGI
Questi tre avvenimenti sono stati la miccia che ha innescato una reazione potente dalla società civile, che ha dato luogo a un flashmob tenutosi lo scorso 23 maggio scorso in piazza S. Apostoli a Roma, il primo passo di una serie di iniziative. La prossima, fondamentale tappa è una grande marcia che si svolgerà nel centro di Milano e sono sempre di più le associazioni e i cittadini che stanno facendo rete per partecipare.
La mobilitazione è capitanata da GOEL, la cooperativa della locride di cui abbiamo già parlato diverse volte su Italia Che Cambia e che da anni si impegna per fare impresa in Calabria combattendo la ‘ndrangheta attraverso la legalità, la solidarietà e l’economia etica. Al fianco di GOEL si sono già schierate decine di sigle del mondo associativo, da Libera ad ActionAid, da Slow Food a all’associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli.
«Vogliamo sostenere Gratteri, i magistrati e le forze dell’ordine che svolgendo il proprio lavoro ci difendono dalla violenza mafiosa», affermano gli organizzatori dell’iniziativa. «Vogliamo sostenere la democrazia, messa a rischio dalle azioni criminose delle mafie. Vogliamo mettere sotto i riflettori dell’opinione pubblica il grave e pericoloso processo di infiltrazione della ‘ndrangheta in atto in tutta Italia».
L’appuntamento è per martedì 5 luglio alle 19 in piazza Duca D’Aosta a Milano, davanti alla stazione centrale, al grido di #Maipiùstragi: scendiamo in piazza a Milano come scorta civica. L’obiettivo dell’evento è manifestare appoggio, solidarietà e sostegno a Nicola Gratteri e a tutti i cittadini che rischiano la vita contro le mafie. Il luogo scelto non risponde soltanto a esigenze logistiche: la Lombardia è infatti gravemente interessata da infiltrazioni da parte della ‘ndrangheta e quindi il valore simbolico di ritrovarsi nel cuore del suo capoluogo è particolarmente elevato.
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