Parte The Climate Route: oggi i primi passi della spedizione che vuole testimoniare il cambiamento climatico
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Dopo mesi e mesi di lavoro, attesa e trepidazione, il lungo viaggio dell’associazione The Climate Route muove i primi passi. Le spedizioni italiane di cui avete letto su questo sito sono state l’edizione zero di un’avventura decisamente out of the box. I 18.000 chilometri per il clima che avrebbero dovuto portare i giovani e le giovani routers fino allo Stretto di Bering, per questioni più urgenti e delicate che tutti conosciamo, si sono trasformati momentaneamente in 5.000, con meta finale l’Azerbaijan. Ma è una specie di promessa: appena possibile il documentario che vuole raccontare il cambiamento climatico mentre sta avvenendo incontrerà tutti i luoghi e le persone che aveva immaginato e desiderato.
Come da piani originari, però, la spedizione partirà dalla Marmolada. Dopo un primo incontro di presentazione oggi, venerdì 24 giugno, presso la libreria Due Punti di Trento, domenica 26 i e le partenti si ritroveranno a Malga Ciapela e hanno dato appuntamento a chiunque voglia iniziare questa esperienza con loro. Percorreranno insieme alle persone che li sostengono da tanto – o anche poco, non importa – tempo il sentiero che li condurrà al Rifugio Falier; durante la camminata avranno modo di condividere idee, emozioni e forse anche un po’ di preoccupazione.
![the climate route4](https://www.italiachecambia.org/wp-content/uploads/2022/06/the-climate-route4-1024x681.jpg)
La siccità che stiamo vivendo in questo periodo infatti non fa che aumentare le criticità legate allo stato dei ghiacciai. La Marmolada ha già perso il 75% della sua superficie in solo 130 anni; se il ritmo di fusione aumenta, quante ancora saranno le generazioni che potranno godere di questa natura?
La tappa italiana della spedizione continuerà a Ponte nelle Alpi, un paese che si alimenta in maniera rinnovabile e sostenibile, e terminerà a Trieste, dove gli attivisti e le attiviste affronteranno una tematica tanto locale quanto emblematica: l’erosione del Carso e i suoi effetti su flora, fauna ed economia. La cena in osmiza sarà l’occasione giusta per capire come sta cambiando il cibo che questo luogo offre ad abitanti e turisti.
The Climate Route continua verso est ed entra nel cuore dei Balcani attraverso la Slovenia. Qui sarà inevitabile affrontare il tema dell’energia nucleare e sarà necessario farlo da tutti i punti di vista, da quello delle associazioni che ne sottolineano le criticità a quello delle aziende che ne sostengono i vantaggi. In Croazia, con tappa nella capitale Zagabria, l’associazione parteciperà a un laboratorio condiviso sulla permacultura e scoprirà come Paesi diversi utilizzino tecniche diverse per affrontare lo stesso colossale problema.
![the climate route2](https://www.italiachecambia.org/wp-content/uploads/2022/06/the-climate-route2-1024x682.jpg)
Quarta tappa della spedizione sarà la Bosnia ed Erzegovina. La Summer School che porta il nome del fiume Neretva permetterà di affrontare il tema dell’energia idroelettrica, ritenuta rinnovabile e sostenibile ma tutt’altro che priva di impatto sull’ambiente – soprattutto sugli ecosistemi fluviali. Continuando sul tema energia, in Serbia i e le routers visiteranno le centrali a carbone che si trovano nei pressi di Belgrado; mai come in questo momento storico è importante parlare di quanto le dipendenze della nostra società siano ben più pervasive di quanto ci sembrava fino a qualche decennio fa.
In Bulgaria, Turchia e Georgia gli approfondimenti riguarderanno più da vicino singoli ambienti e il rapporto dell’essere umano con essi: dalle zone umide e i progetti di rigenerazione della palude di Dragoman alle aree montane e l’impatto del settore sciistico nel Parco nazionale del Pirin, dalla perdita di biodiversità nel Mar Nero alla progressiva desertificazione nella regione della Cachezia e le difficoltà quotidiane dei piccoli agricoltori.
La siccità che stiamo vivendo in questo periodo non fa che aumentare le criticità legate allo stato dei ghiacciai
L’avventura è quasi giunta al termine. È quasi fine luglio e The Climate Route è in Azerbaijan. Dai Balcani al Causano, dalla European Green Belt – al confine tra Italia e Slovenia – alle foreste azere depredate dal disboscamento illegale; è dalle preoccupazioni delle comunità locali che questa giovane associazione ambientalista spera di ricominciare il prossimo viaggio, che di popolazioni a rischio ne incontrerà tante – basti pensare ai pastori mongoli e gli abitanti della Chukotka.
“Ogni partenza segna un approdo – scriveva il poeta friulano Pierluigi Cappello – e ogni approdo porta con sé lo scalpito della partenza”: è così che mi piace pensare a questo viaggio. Iniziato e adesso inarrestabile. Buona strada The Climate Route, buona strada a noi che cammineremo e buona strada a chiunque ci sarà.
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