Parte The Climate Route: oggi i primi passi della spedizione che vuole testimoniare il cambiamento climatico
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Dopo mesi e mesi di lavoro, attesa e trepidazione, il lungo viaggio dell’associazione The Climate Route muove i primi passi. Le spedizioni italiane di cui avete letto su questo sito sono state l’edizione zero di un’avventura decisamente out of the box. I 18.000 chilometri per il clima che avrebbero dovuto portare i giovani e le giovani routers fino allo Stretto di Bering, per questioni più urgenti e delicate che tutti conosciamo, si sono trasformati momentaneamente in 5.000, con meta finale l’Azerbaijan. Ma è una specie di promessa: appena possibile il documentario che vuole raccontare il cambiamento climatico mentre sta avvenendo incontrerà tutti i luoghi e le persone che aveva immaginato e desiderato.
Come da piani originari, però, la spedizione partirà dalla Marmolada. Dopo un primo incontro di presentazione oggi, venerdì 24 giugno, presso la libreria Due Punti di Trento, domenica 26 i e le partenti si ritroveranno a Malga Ciapela e hanno dato appuntamento a chiunque voglia iniziare questa esperienza con loro. Percorreranno insieme alle persone che li sostengono da tanto – o anche poco, non importa – tempo il sentiero che li condurrà al Rifugio Falier; durante la camminata avranno modo di condividere idee, emozioni e forse anche un po’ di preoccupazione.
La siccità che stiamo vivendo in questo periodo infatti non fa che aumentare le criticità legate allo stato dei ghiacciai. La Marmolada ha già perso il 75% della sua superficie in solo 130 anni; se il ritmo di fusione aumenta, quante ancora saranno le generazioni che potranno godere di questa natura?
La tappa italiana della spedizione continuerà a Ponte nelle Alpi, un paese che si alimenta in maniera rinnovabile e sostenibile, e terminerà a Trieste, dove gli attivisti e le attiviste affronteranno una tematica tanto locale quanto emblematica: l’erosione del Carso e i suoi effetti su flora, fauna ed economia. La cena in osmiza sarà l’occasione giusta per capire come sta cambiando il cibo che questo luogo offre ad abitanti e turisti.
The Climate Route continua verso est ed entra nel cuore dei Balcani attraverso la Slovenia. Qui sarà inevitabile affrontare il tema dell’energia nucleare e sarà necessario farlo da tutti i punti di vista, da quello delle associazioni che ne sottolineano le criticità a quello delle aziende che ne sostengono i vantaggi. In Croazia, con tappa nella capitale Zagabria, l’associazione parteciperà a un laboratorio condiviso sulla permacultura e scoprirà come Paesi diversi utilizzino tecniche diverse per affrontare lo stesso colossale problema.
Quarta tappa della spedizione sarà la Bosnia ed Erzegovina. La Summer School che porta il nome del fiume Neretva permetterà di affrontare il tema dell’energia idroelettrica, ritenuta rinnovabile e sostenibile ma tutt’altro che priva di impatto sull’ambiente – soprattutto sugli ecosistemi fluviali. Continuando sul tema energia, in Serbia i e le routers visiteranno le centrali a carbone che si trovano nei pressi di Belgrado; mai come in questo momento storico è importante parlare di quanto le dipendenze della nostra società siano ben più pervasive di quanto ci sembrava fino a qualche decennio fa.
In Bulgaria, Turchia e Georgia gli approfondimenti riguarderanno più da vicino singoli ambienti e il rapporto dell’essere umano con essi: dalle zone umide e i progetti di rigenerazione della palude di Dragoman alle aree montane e l’impatto del settore sciistico nel Parco nazionale del Pirin, dalla perdita di biodiversità nel Mar Nero alla progressiva desertificazione nella regione della Cachezia e le difficoltà quotidiane dei piccoli agricoltori.
L’avventura è quasi giunta al termine. È quasi fine luglio e The Climate Route è in Azerbaijan. Dai Balcani al Causano, dalla European Green Belt – al confine tra Italia e Slovenia – alle foreste azere depredate dal disboscamento illegale; è dalle preoccupazioni delle comunità locali che questa giovane associazione ambientalista spera di ricominciare il prossimo viaggio, che di popolazioni a rischio ne incontrerà tante – basti pensare ai pastori mongoli e gli abitanti della Chukotka.
“Ogni partenza segna un approdo – scriveva il poeta friulano Pierluigi Cappello – e ogni approdo porta con sé lo scalpito della partenza”: è così che mi piace pensare a questo viaggio. Iniziato e adesso inarrestabile. Buona strada The Climate Route, buona strada a noi che cammineremo e buona strada a chiunque ci sarà.
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